MA QUANTO E’ RARA LA MEZZA LIRA DI COSIMO III? LO E’ A TAL PUNTO CHE SE NE POSSONO ADDIRITTURA CONTARE GLI ESEMPLARI… E SONO DAVVERO POCHI!
Vagando nel grande mare della numismatica toscana, ogni tanto l’attenzione si concentra su monete quasi introvabili. Di monete rare se ne parla spesso nelle discussioni che avvengono settimanalmente al Circolo Numismatico Mediceo ma ce ne sono di quelle la cui effettiva rarità è poco nota. Allora ho deciso di riprendere la penna dopo molto tempo per alcune precisazioni riguardanti la mezza lira o 10 soldi o carlino battuta a nome di Cosimo III de’ Medici.
Questa mezza lira non è da confondere con quella di Ferdinando II che invece è relativamente facile da reperire, tenendo altresì presente che negli anni 70 del Seicento si battevano modesti quantitativi di monete nella zecca di Firenze per la Toscana.
La mezza lira di Cosimo III è stata rintracciata in una collezione privata ma non è mai apparsa prima nei cataloghi di vendita pubblica o in listini a prezzo fisso dal 1879 ad oggi consultati da me e da altri.
Ecco i dati relativi all’esemplare sopra citato:
D/ COSMVS. (corona) III . MA . D . E . VI SOL 10
Giglio coronato
R/ S . IOAN – NES BAPTISTA
San Giovanni Battista stante di fronte
AG – g 2,16 – Ø 21,5 mm
Conservazione, a mio giudizio, MB-BB
Dall’Archivio di Stato di Firenze si rileva per il giorno 24 gennaio 1672: si battano a lire 73 a libbra, di mezze lire per libbre 2 ad oncie 11,12 di fino. (Filza 179, ufficiali di zecca e maestri di zecca).
Considerando che la libbra toscana era di 339,510 grammi, se ne deduce che furono coniati solamente 292 pezzi per un peso complessivo di 679,02 grammi. Il peso teorico era quindi di 2,325 grammi alla bontà di 926 millesimi..
La moneta è presente nei seguenti musei pubblici:
– Museo Civico di Pisa (S. Matteo) secondo la citazione fatta dal Galeotti senza indicazione del peso.
– Museo Nazionale del Bargello, n. 809 bucata e in conservazione MB, peso 2,15 grammi; e n. 810 conservazione SPL, peso 2,40 grammi.
– CNI: solo disegnata: Tav. XXVII n. 9 (con citazione dell’Orsini).
– Orsini: Tavola 25 n. XXXI.
Non ho rilevato altri pezzi nei medaglieri pubblici consultati, né in Italia, né all’estero. Quindi sono conosciuti tre esemplari in collezioni pubbliche ed un solo esemplare in collezione privata.
Spero di aver chiarito un piccolo pezzo della nostra storia numismatica e che altri ricercatori possano identificare altri inedite o poco note esistenti nelle collezioni private.
Bibliografia
I. Orsini, Storia delle monete de’ Granduchi di Toscana, 1756.
C.N.I. Vol. XII Toscana Firenze 1930.
A. Galeotti, Monete del Granducato di Toscana, 1930.
F. Vannel, G. Toderi, Monete italiane del Bargello, Vol. III, 2006.
Articolo tratto da Panorama Numismatico nr.242/luglio agosto 2009