di Lorenzo Bellesia
LA LIRA CONIATA A PARMA A NOME DI FERDINANDO DI BORBONE E’ UNA MONETA MOLTO COMUNE O ALMENO LO SONO ALCUNI MILLESIMI. ALTRI INVECE SONO DI ESTREMA RARITA’. ECCO UNA GUIDA PER CONOSCERLI.
In questo articolo intendo descrivere le principali varianti delle lire fatte coniare da Ferdinando di Borbone duca di Parma quasi ininterrottamente dal 1783 al 1797. Queste monete, che hanno sempre lo stemma al diritto e San Tommaso al rovescio, sono molto conosciute dai collezionisti specializzati perché, generalmente, abbastanza comuni ma ci sono alcuni millesimi di estrema rarità che qui si intendono evidenziare. Per completezza ho anche aggiunto alcune prove, o presunte tali.
1783
Sebbene Ferdinando di Borbone fosse diventato duca nel 1765, in Parma si cominciò a parlare di riaprire la zecca soltanto nei primi anni Ottanta. Dopo un’attenta analisi ed una ampia discussione su cosa si dovesse coniare per stabilire un sistema monetario locale, finalmente il 7 agosto 1783 si stipulò un contratto di nove anni con due imprenditori, Nicola Piacentini e Giambattista Ruspagiari, per lo stabilimento di una nuova Real Zecca in Parma.
Tuttavia l’attività non iniziò subito a pieno ritmo ed i primi tempi furono dedicati alla predisposizione di prove e progetti come le due lire seguenti.
1/A – PROVA DEL 20 SOLDI 1783
D/ FER · I · D · G · H · I · PAR · PLA · ET · V · DVX I783
Stemma coronato e ornato da ghirlanda
R/ (dal basso a sinistra) S · THOMAS APOST · PAR · PROT ·
Figura quasi intera di San Tommaso di fronte con la lancia nella mano destra e col libro nella sinistra, in esergo, SOLDI XX · // (rosetta)
Bordo rigato
CU – h 6 – CNI 5
Parma, Museo Archeologico Nazionale (g 6,9)
1/B – PROVA DEL 20 SOLDI 1783
D/ FER · I · D · G · H · I · PAR · PLA · ET · V · DVX I783
Stemma coronato e ornato da ghirlanda
R/ (dal basso a sinistra) S · THOMAS APOST · PAR · PROT ·
Figura quasi intera di San Tommaso di fronte con la lancia nella mano destra e col libro nella sinistra, in esergo, SOLDI XX ·
Bordo rigato
CU – h 6 – CNI 6
Parma, Museo Archeologico Nazionale (g 4,04)
L’altro esemplare noto è quello citato nel CNI con un peso di 3,95 grammi.
1/C – PROVA DEL 20 SOLDI 1783
D/ FER · I · D · G · H · I · PAR · PLA · ET · V · DVX I783
Stemma coronato e ornato da ghirlanda
R/ (dal basso a sinistra) S · THOMAS APOST · PAR · PROT ·
Figura quasi intera di San Tommaso di fronte con la lancia nella mano destra e col libro nella sinistra, in esergo, SOLDI XX ·
Bordo rigato
MB – h 12 – CNI manca
Parma, Museo Archeologico Nazionale (g 3,94)
Si tratta certamente di prove perché non risulta che nel 1783 siano state emesse delle monete da una lira ma soltanto sesini. Per di più le tre monete illustrate, che condividono il conio di diritto, sono in metalli diversi, mistura, rame e metallo bianco, e di peso sensibilmente diverso per cui sembra che possano essere state delle proposte fatte dagli zecchieri. Il tipo del diritto fu accettato ma il disegno del rovescio, con la figura quasi intera di San Tommaso, venne successivamente scartata per una mezza figura dello stesso Santo.
Non ho rintracciato l’incisore dei coni non ritenendo possibile che si tratti di quell’Angelo Carrara che invece probabilmente incise i coni delle altre due prove questa volta datate 1784.
Segue: articolo completo in formato PDF (4,2 MB) da Panorama Numismatico nr.242/luglio agosto 2009