Il codice ISO 4217 (Currency Code), comunemente usato nel sistema bancario e nel mondo economico, è uno standard internazionale impiegato per definire i nomi delle valute. Esso è costituito da tre lettere: le prime due corrispondono al codice nazionale (definito dall’ISO 3166-1 alpha-2, una lista di 248 codici assegnati ufficialmente a nomi dei vari stati) mentre la terza, solitamente, corrisponde alla lettera iniziale della valuta. Ad esempio, il franco svizzero, utilizzato anche a Campione d’Italia e nel Principato del Liechtenstein, è rappresentato dal codice CHF, dove CH indica la Svizzera e F la lettera iniziale della valuta. Ricordo che l’organizzazione internazionale per la normazione (ISO) è la più importante organizzazione, non governativa, per la definizione di norme tecniche di standardizzazione, fondata il 23 febbraio 1947. Le norme sono numerate e nella lista di standard il codice ISO 1, ad esempio, stabilisce che la temperatura di riferimento rispetto a cui devono essere espresse e misurate le grandezze geometriche degli oggetti sia di 20°C (o 293,15 K).
Le valute sopranazionali sono rappresentate da codici che iniziano con la lettera X come: il franco CFP, codice XPF, usato nella Polinesia Francese, a Wallis e Fortuna, e in Nuova Caledonia; il franco CFA BEAC, codice XAF, usato in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Gabon, Ciad, stati riuniti nella Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale; il franco CFA BCEAO, codice XOF, usato in Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal, Togo, stati riuniti nell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale; il dollaro dei Caraibi Orientali, codice XCD, usato ad Anguilla, Antigua e Barbuda, Dominica, Grenada, Montserrat, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia.
Invece la valuta unica dell’Unione europea è rappresenta dal codice EUR, anche se EU non è un codice nazionale ma è stato aggiunto ai codici ISO per rappresentare L’Unione europea.
Alcune valute sono utilizzate da più paesi, come il dollaro australiano (codice AUD) che, oltre all’Australia, è usato nel Territorio antartico australiano, nell’isola di Natale e di Norfolk, nelle isole Cocos, a Kiribati, Nauru e Tuvalu; il dollaro statunitense (codice USD) usato anche nelle Samoa Americane, nelle isole Vergini americane, nelle isole Marshall, Marianne Settentrionali, Turks e Caicos, nel territorio Britannico dell’Oceano Indiano, in Ecuador, Guam, Palau, Timor Est e Porto Rico; il dollaro neozelandese (codice NZD) utilizzato pure nelle isole Cook e Tokelau, nell’isola di Niue e Pitcairn.
La lista dei codici è continuamente aggiornata in quanto vengono emesse nuove valute mentre altre vengono abbandonate. In ogni caso non a tutte le valute è stato attribuito un codice, perché esso non viene assegnato se il paese emettitore non è riconosciuto dalla comunità internazionale come, ad esempio, al luigino del principato di Seborga (dichiarazione d’indipendenza del 14 maggio 1963), piccolo comune della provincia di Imperia, oppure allo scellino del Somaliland (terra dei Somali), territorio dell’Africa orientale che, nel 1991, si è autoproclamato repubblica indipendente. Il codice ISO 4217 non è stabilito se il paese emettitore non chiede la registrazione e, ovviamente non è stato assegnato alla valuta che ha cessato corso legale prima dell’introduzione della codifica come, ad esempio, alla corona austro-ungarica in circolazione fino alla dissoluzione dell’impero Austro-Ungarico nel 1918-1919, oppure al daler delle Indie occidentali danesi in circolazione nel periodo 1849-1917, al tallero d’Eritrea in uso dal 1890 al 1921.
Esistono codici che sono diventati obsoleti nel momento in cui la vecchia valuta è stata sostituita da una nuova come il cruzeiro brasiliano (codice BRE) oggi sostituito dal real (codice BRL), la lira turca (codice TRL) in circolazione dal 1844 che, nel 2005, è stata avvicendata dalla nuova lira turca (codice TRY). Anche i codici delle valute sostituite dall’euro sono stati abbandonati come ITL per la nostra lira, ATS per lo scellino austriaco, FRF per il franco francese, DEM per il marco tedesco, sostituiti dal codice EUR valido per tutti i paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Unione europea.
Il nome più frequentemente usato per indicare la valuta è dollaro, che compare ben 22 volte, partendo dal dollaro australiano per arrivare al dollaro dello Zimbabwe, passando, solo per fare qualche altro esempio, per quello canadese, giamaicano, delle Bermuda, del Belize, della Liberia. La lira è ancora una valuta ufficiale della Repubblica del Libano (codice LBP), della Siria (codice SYP) e, come prima ricordato, della Turchia. Alcune valute non hanno di fatto suddivisione o l’hanno abolita come, ad esempio: il lek (codice ALL) dell’Albania, storicamente formato da 100 quintare ma oggi lo spicciolo minore vale 1 lek; il peso (codice COP) della Colombia; la corona (codice CZK) della Repubblica Ceca; il dinaro (codice DZD) dell’Algeria, che era suddiviso in 100 santeem; il fiorino (codice HUF) dell’Ungheria, una volta suddiviso in 100 fillér; la corona (codice NOK) della Norvegia. Per il dollaro (codice ZWL) dello Zimbabwe, a causa dell’inflazione dilagante, nel 2009 è stata emessa una banconota da 100 mila miliari di dollari. In genere le frazioni sono basate sul sistema decimale, fanno eccezione la valuta della Mauritania, dove ogni ougiya (codice MRO) è suddiviso in 5 khoums (parola che significa un quinto), e quella del Madagascar dove l’ariary (codice MGA) è frazionato in 5 iraimbilanja.
La valuta della Nigeria è la naira (codice NGN), suddivisa in 100 kobo, introdotta nel 1973 in sostituzione della precedente lira. La Central Bank of Nigeria ha emesso (19 dicembre 2014) una banconota da 100 naira per commemorare i 100 anni dalla fusione dei due protettorati britannici del Nord e del Sud e la creazione di un’unica entità coloniale sotto il controllo di Londra, primo passo della nascita dell’attuale identità nazionale. La banconota presenta lo stesso ritratto di Obafemi Awolowo, statista che ebbe un ruolo importante nel movimento per l’indipendenza della Nigeria, già presente su pezzi precedenti dello stesso taglio; la nuova emissione è caratterizzata da colori vivaci e moderni sistemi di sicurezza. Sul retro si possono ammirare immagini di ballerini in abiti tradizionali e antiche monete locali (conchiglie, bracciali) nonché, e questa è la grande novità per le banconote, un codice QR che, tramite scansione con uno smartphone, permetterà di collegarsi a un sito web dove è illustrata la storia del paese africano. Ricordo che il Quick Recognition Code è un codice a barre bidimensionali, formato da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata, impiegato per memorizzare informazioni. In un crittogramma possono essere contenuti 7.089 caratteri numerici o 4.296 alfanumerici, il contenuto può essere rapidamente decodificato e può contenere il collegamento a una pagina internet.