UNA ULTERIORE CONFERMA DELL’AVVENUTO TRASFERIMENTO DELL’IMPERIUM DI SIBARI DALLO IONIO AL TIRRENO.
Sibari fondazione degli Achei, in mezzo a due fiumi, il Crati ed il Sibari, il fondatore fu Is d’Elice), sinonimo di ricchezza, opulenza, corruzione e voluttà spinte al massimo grado, fu la polis più importante e famosa della Megàle Hellàs, fondata nella seconda metà dell’VIII sec. a.C., certamente prima di Crotone. Lungo e complesso sarebbe, in questa sede, trattare degli avvenimenti storici riguardanti la città necessitando di tantissime pagine. Lasciando al lettore la facoltà di documentarsi con calma e dovizia di particolari, è mio preciso intendimento apportare un piccolo contributo alla conoscenza della monetazione sibarita nella seconda fase dell’esistenza della sfortunata ed effimera città.
La Sibari di cui vado a presentare un esemplare assolutamente inedito, non è quella rasa al suolo dai Crotoniati sul finire del VI secolo, le cui bellissime emissioni avevano come simbolo il toro stante e retrospiciente in rilievo al diritto ed incuso sul rovescio (fig. 1).
Sono più che sicuro dell’ammirazione da parte di tutti i cultori ed appassionati di monetazione della Magna Grecia per i bellissimi stateri e 1/3 di stateri coniati dal 530 al 510 a.C., caratterizzati da un numerario molto abbondante, nonostante la breve durata delle emissioni.
Statere – g 8,02 – Ø mm 27 – Asse di conio: ore 12 (da Griechische Münzen, Auktion 28 maggio 1974, Zürich, Bank Leu & Münzen und Medaillen. Lotto n. 47, pag. 68).
Si tratta di una serie di monete molto valide dal punto di vista artistico; la figura taurina, impressa sui tondelli, inquadrata a metopa, lascia facilmente intravedere la potenza e l’eleganza del placido bovino, raffigurato nell’atto di girarsi, quasi con mestizia, all’indietro.
Segue: articolo completo in formato pdf (0,5 MB) da Panorama Numismatico nr.263, Giugno 2011