di Elio Concetti – da Panorama Numismatico 187/luglio 2004
In una trasmissione televisiva si affermò che il re Vittorio Emanuele III di Savoia, da fanciullo , era stato affetto da rachitismo e ciò gli impedì una crescita normale.
Questa malattia è caratterizzata soprattutto da difetti di calcificazione delle ossa e colpisce frequentemente i bambini nei primi tre anni di vita ma può comparire anche nell’adolescenza. Certe conformazioni fisiche dovute ad un mancato sviluppo possono invece interessare anche bambini nati da genitori legati fra loro da stretti vincoli di parentela . Ed è questo, si ritiene , il caso di Vittorio Emanuele III, nato a Napoli nel 1869 da Umberto e Margherita di Savoia.
I due erano cugini di primo grado essendo Margherita figlia di uno zio paterno di Umberto , cioè di Ferdinando , duca di Genova che sposò la principessa Elisabetta di Sassonia. A parte queste unioni dinastiche che influirono negativamente sullo sviluppo fisico di Vittorio Emanuele, si deve riconoscere che egli non si sentì mai menomato dalla sua ridotta corporatura. Dopo la morte violenta del padre salì al trono e, per nulla imbarazzato dalla sua più che modesta statura , iniziò a svolgere le proprie funzioni istituzionali, dalla sua intelligenza e dalla sua cultura . Si attenne sempre e scrupolosamente alle norme dello Statuto albertino per quasi mezzo secolo.
La medaglia in questione appare raramente sul mercato numismatico perché riveste in interesse locale e la sua rarità è dovuta al fatto che non dovrebbero essere stati numerosi gli esemplari coniati.
E’ una medaglia in bronzo di 20 grammi e di 20 millimetri con i bordi leggermente rialzati e priva del nome dell’incisore.
Nel diritto vi è il busto del principe Vittorio Emanuele fanciullo rivolto a sinistra, con il volto serio, anzi quasi corrucciato (non si riesce a immaginare Vittorio Emanuele sorridente) , con la fronte alta e i folti capelli pettinati all ‘indietro. E’ vestito “alla marinara”, con il solino bordato come nella divisa dei marinai . Sul margine dell’esemplare si legge AL PRINCIPE DI NAPOLI I FERMANI COETANEI. Quindi è una medaglia prodotta in onore del principe, dedicatagli dai fanciulli della città di Fermo aventi la stessa età, cioè lO anni.
Nel campo del rovescio si notano una grande stella raggiante a cinque punte (la stella d’Italia) e, sovrapposta ad essa una piccola croce che, si crede, voglia rappresentare quello dello stemma dei Savoia. Sul bordo vi è la dicitura: SPLENDONO INSIEME DI PIU BELLA LUCE. Si nota anche l’anno 1879.
Le sembianze del principe fanciullo sono state riprese da una bellissima fotografia degli anni Settanta in cui egli, vestito alla marinara, è seduto su un mobile con il capo appoggiato su quello della madre. Il profilo e la folta capigliatura di Vittorio Emanuele fanciullo figurano in varie sue fotografie dell’epoca così come sono state riportate nella medaglia che rappresenta un omaggio tangibile al giovane principe ed alla dinastia regnante da contrapporre ad altri segni di ossequio che si riversavano sulle alte autori tà ecclesiastiche. In merito vi è da tener presente che, fino a pochi anni prima, Fermo era stata capoluogo di provincia del soppresso Stato Pontificio e sede cardinalizia, inoltre nel territorio, in tempo post risorgimentale, la lotta politica era aspra e investiva categoria di cittadini. Allora il potere temporale dei papi aleggiava nella società solo con la forza morale con la qua le cercava di contrapporsi ai valori emergenti dall’unità nazionale.
Questa medaglia è un’ opera che pone in rilievo i valori umani in un manierismo ottocentesco che prelude ad una visione moderna dell’arte incisoria.
Il rovescio, con la solita stella raggiante e la croce dei Savoia, mostra un’impronta senza problemi interpretativi così che tutto rientra nell’ordine di una tematica popolare e patriottica.
Non si conoscono i promotori dell ‘iniziativa che ha portato alla coniazione di questa medaglia anche se sono evidenti gli scopi di tale impresa. Forse la loro identità si scoprirà in futuro, magari casualmente, nel consultare vecchi atti di qualche archivio o biblioteca.