UNA MOSTRA A PADOVA FOCALIZZA L’ATTENZIONE SULLA CONIAZIONE DEL SOLIDO E SULLA SUA DIFFUSIONE DAL 313 ALL’ANNO MILLE.
L’imperatore Costantino (306-337) è la figura attorno a cui ruota la mostra In hoc signo vinces. Dal 313 all’anno Mille: la moneta d’oro di Costantino nei secoli, organizzata fino al 26 maggio dal Museo Bottacin di Padova, noto per la ricca raccolta di monete e medaglie.
Tra i più importanti personaggi dell’impero romano, Costantino riorganizzò l’esercito e l’amministrazione e trasferì la capitale da Roma a Costantinopoli. Soprattutto il suo nome è legato a episodi relativi alla diffusione del cristianesimo, quali la vittoria del 312 sul rivale Massenzio al Ponte Milvio (quando ebbe la visione della croce recante la scritta in hoc signo vinces) e la promulgazione dell’Editto di Milano nel 313, con il quale si concedeva piena libertà di culto ai cristiani. Vi è, però, un aspetto, meno noto ma fondamentale, che fa di Costantino una delle figure di maggior rilevanza nella storia economica del mondo antico: l’introduzione di una nuova moneta aurea, il solido, per risollevare lo Stato romano dalla grave crisi economica che lo stava trascinando verso la rovina.
Nel corso del III secolo la moneta d’argento romana aveva subito un’inarrestabile perdita di valore. La crisi economica che ne derivò fu accompagnata da invasioni, guerre e secessioni di particolare gravità. Per far fronte alle difficoltà ed evitare perdite all’erario, tra il 310 e il 313 l’imperatore diede corso al nuovo nominale d’oro del peso di 1/72 di libbra (ossia 4,45 grammi) che, progressivamente, venne definito solidus. La fece coniare a iniziare dalla zecca di Treviri (l’antica Augusta Treverorum, capoluogo della provincia romana Belgica); la sua coniazione e l’uso furono poi estesi ai territori che via via furono governati da Costantino.
Nel 324 il solido era già pressoché divenuto la moneta di riferimento per tutto l’impero romano riunificato. Tra le ragioni del suo successo vi furono senz’altro la praticità dello standard scelto, la purezza dell’oro e la regolarità del peso. Essa, inoltre, divenne un signum economico per eccellenza tanto che, almeno in ambito monetario, a essa si può applicare il ben noto motto: in hoc signo vinces.
Così, sulla lunga durata della storia, il solido costituirà il perno del sistema monetario di Bisanzio almeno fino alla metà dell’XI secolo e a esso si uniformeranno anche le monete degli Ostrogoti, dei Visigoti e dei Longobardi.
La mostra è supportata dalla collezione numismatica e dal patrimonio librario antico del Museo Bottacin, con apporti dal Gabinetto disegni e stampe del Museo d’Arte.
INFO: http://padovacultura.padovanet.it/homepage-6.0/2013/07/in_hoc_signo_vinces_dal_313_al.html