di Michelangelo Bonì
Nel 1859 Giuseppe Barone, valoroso incisore palermitano, pensò di omaggiare Ferdinando II di Borbone re del Regno delle Due Sicilie, con una superba medaglia. Nell’articolo che segue, parleremo ampiamente di tale coniazione vero fiore all’occhiello di tutta la medaglistica borbonica siciliana e, inoltre, analizzeremo l’attività artistica del suo illustre autore.
Tuttavia, prima di far questo, per un corretto inquadramento storico, sarà utile ed interessante raccontare gli ultimi mesi di vita (dal gennaio al maggio del 1859), dello stesso Ferdinando II, certamente, uno fra i più celebri e generosi sovrani che forse più di tutti promosse lo sviluppo della cultura e della tecnologia nel suo regno, portandolo a meritarsi l’appellativo di “terra dei primati”.
Lo spirito di Ferdinando II di Borbone (Palermo 12/01/1810 – Caserta 22/05/1859) era già stato messo a dura prova sin dall’attentato di Agesilao Milano nel 1856, ma il definitivo peggioramento delle sue condizioni fisiche è certamente da attribuire al pesante viaggio che il re si sobbarcò per andare ad accogliere a Bari la novella sposa di suo figlio Francesco, Maria Sofia, nel gennaio del 1859. Ferdinando soffriva già da qualche tempo. Non ancora cinquantenne era precocemente incanutito, ed era ingrassato a tal punto da non poter più salire a cavallo e di tanto in tanto, avvertiva una grande spossatezza. Si trattava dei chiari sintomi della malattia (coxalgia purulenta) che di lì a poche settimane l’avrebbe condotto alla morte. Nonostante tutto, Ferdinando, di natura sospettosa, non si curò del parere contrario dei medici e decise di raggiungere la Puglia in carrozza, in una quindicina di giorni ed in varie tappe. Al professor Pietro Ramaglia, medico di corte, che lo sconsigliava fortemente di partire, aveva chiesto: Don Piè, quant’hai avuto pe darme sto consiglio?. Ferdinando parlava abitualmente napoletano, dava del “tu” a tutti, era volutamente triviale ed amava gli scherzi pesanti che i suoi cortigiani accettavano loro malgrado per non perderne il favore. Ancora, era astuto e diffidente, ed in particolare conosceva l’arte del rendersi popolare e simpatico alla maggioranza dei suoi sudditi. Confidava sulla fedeltà delle folle che lo attorniavano quando usciva in pubblico, tuttavia, dopo i tremendi fatti del 1856, sospettava di molti ministri, cortigiani e diplomatici che giudicava inutili e quasi dannosi. Solamente i magistrati ed i preti godevano della sua fiducia.
Il viaggio intrapreso dal convoglio reale nel pieno dell’inverno, risultò da subito avversato da un tempo inclemente e durò più del previsto: 19 giorni. Il ritardo fu imputabile, oltre che alle pessime condizioni del tempo, allo stato di salute del sovrano che andò sempre più aggravandosi. Ferdinando in ogni caso, resistette il più possibile. Era deciso a non perdersi la cerimonia di Bari e neppure voleva deludere i suoi sudditi che, ad ogni tappa, avevano organizzato festeggiamenti in suo onore. Lungo il tragitto il re ricevette numerose suppliche per sussidi e grazie ed egli dispose anche molte elargizioni in favore dei più poveri. L’ingresso nella città di Bari del corteo reale fu molto festoso, i cavalli vennero staccati dalla carrozza e la stessa fu tirata a braccia dal popolo in un giro trionfale. Poco dopo però, il sovrano fu costretto ad allettarsi, a tal punto sofferente che non sarebbe più guarito. Si narra che, attraversando il vestibolo, per recarsi nella camera da letto predisposta per lui, passando davanti ad una sua effige in marmo, la salutò con la mano dicendo Addio Ferdinando. I successivi festeggiamenti si tennero senza di lui.
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Segue: articolo completo in formato pdf (0,8 MB) da Panorama Numismatico nr.262 / maggio 2011
3 Comments
Francesco Di Rauso
Un grande articolo per una grande medaglia. Bravo Michelangelo! Ti faccio i miei più sinceri complimenti per il tuo primo studio. Leggendolo con attenzione sembra di tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti di gloria del nostro beneamato regno.
Pino Picciariello
Complimenti vivissimi a Michelangelo, che ha illustrato questa bellissima medaglia (che vorrei tanto vedere per ammirare il volto di Re Ferdinando) ricordando con nostalgia lo splendido Regno delle Due Sicilie ed il Suo ultimo grande Re!
Dove si può quindi ammirare tale splendida moneta? Grazie se potete darmene indicazioni
Michelangelo Boní
Salve Sign. Pino,
Prima di tutto, grazie infinite per i complimenti, fa sempre piacere il fatto che venga apprezzato quello che si scrive. Questa splendida medaglia, con il volto di Ferdinando II, come detto nell’articolo, è molto rara, i 2 passaggi in asta ricordati sono gli unici recenti… Sicuramente i pochi esemplari sono in collezioni private.
Purtroppo questa medaglia non è presente nel museo nazionale di napoli o nel museo di san martino sempre di napoli. Le consiglio vivamente di visitare questi ultimi due musei citati, dove sono presenti esemplari eccezionali di medaglie borboniche. In special modo nel museo di San Martino, al quale Eduardo Ricciardi dono’ la sua splendida collezione.
Un cordiale saluto e grazie allo staff di Panorama per averci regalato questo spazio web.