di Franco Comoglio
COME SI PUÒ INTERPRETARE LA LEGENDA CHE COMPARE SU UN RARO TREMISSE
Da tutti gli studiosi e gli appassionati erano conosciute due emissioni di tremissi di Cuniperto. La prima con basso titolo di oro, coerente con lo stile delle monete coniate per parecchi anni dai Longobardi a nome di Maurizio Tiberio ma con la peculiarità di avere, sia al diritto che al rovescio, il nome di Cuniperto con una ampia RX sul petto (fig. 1). La seconda, di grande innovazione, con eccellente stile ed alta percentuale d’oro, col San Michele con scudo e croce astile al posto della solita vittoria alata (fig. 2).
Grande interesse suscitò la comparsa sul mercato internazionale é 1 di un tremisse del primo tipo, con la legenda poco leggibile (fig. 3). Contemporaneamente in un Museo (Berlin Münzkabinett der Staatlichen Museen) si notò un altro tremisse con conio diverso ma con la stessa strana ed inconsueta legenda (fig. 4).
Naturalmente questi due tremissi ebbero l’attenzione massima dei maggiori esperti e studiosi della monetazione longobarda. Mentre Bernareggi interpretò la legenda in modo errato, sia Conti che Arslan 2 dichiararono che per loro si sarebbe dovuta interpretare CIERICU e che, essendo tale scritta preceduta da DN REX, essa dovesse rappresentare il nome di un coreggente. Si cominciò quindi a discettare su chi fosse questo re sconosciuto e mai citato dalle maggiori fonti storiche, si parlò di diarchia e si mantenne come valida questa ipotesi.
Nel frattempo Grierson, presa visione della moneta della collezione Garret, dichiarò che a parere suo la scritta rappresentasse un epiteto riferito al re ed ipotizzò che si potesse interpretare PERPETU alla stregua dei vari Pius, felix, gloriosus. A favore della tesi che si debba trattare di un epiteto e non di un nome di un re, vi è anche il modo con cui è stato scritto: difficilmente di sarebbe detto DN REX CIERICU, bensì DN CIERICU REX, come su quasi tutte le monete dei re di quel periodo. A sfavore delle due tesi giocava, invece, la difficoltà di avere una visione diretta delle monete o di immagini più distinte.
Avendo potuto ottenere immagini più dettagliate sia dal Museo Statale di Berlino, sia dell’altro tremisse passato in una asta americana il 7 ottobre 2015 (ex CNG 100, Coll. Adams, lotto 391) si può nettamente escludere che la scritta sia CIERICU. A conferma di ciò si conosce un altro esemplare, in una collezione privata, addirittura anche di conio diverso, a comprova di una discreta emissione (fig. 5).
Per potere azzardare una ipotesi convincente e cercare di dare una valida interpretazione della scritta, bisogna ricordare una peculiarità dei tremissi del primo tipo di Cuniperto. La scritta DN CUNINCPERT REX era seguita spesso da una o due lettere, normalmente TI o T e, a volte, ES (addirittura, per queste, Brambilla aveva ipotizzato l’epiteto “ExcellentissimuS”).
Nei tre tremissi qui rappresentati, le lettere TI seguono il REX e paiono essere le iniziali della inconsueta legenda a lato della figura del re. La scritta in esame comincia indiscutibilmente con TI e, a parere nostro, è da considerare come l’iniziale di un epiteto che dovrebbe essere interpretato “TIERNU”.
Si lascia quindi ai lettori il formulare una ipotesi: chrisTIERNUs (Cuniperto il Pio) oppure aeTiERNUs, oppure altro?
Articolo tratto da Panorama Numismatico nr.334, dicembre 2017