Le rivisitazioni storiche fanno tradizionalmente parte della numismatica. Solitamente permettono, nella monetazione e nella medaglia celebrativa di personaggi ed eventi, che l’artista enuclei esplicitamente e sinteticamente una visione significativa tra realtà e simbolo del tema proposto. Si evidenzia sempre il dato fondamentale.
Pierino Monassi si è accostato con frequenza alla Storia dell’epoca medioevale, che sta alla base dell’Italia e dell’Europa moderne. Sono parecchie le medaglie dedicate all’Età di Mezzo: sovrani longobardi, condottieri, castelli, poeti quali Dante. In queste medaglie l’artista ha realizzato ritratti, sintesi iconografiche, strutture feudali, con aderenza storica e personale creatività.
La sua ultima realizzazione esce dal solito quadro per essere testimonianza documentaria riproducibile di un sigillo del XIII secolo. Si tratta del sigillo bifacciale del Maestro dei Templari Renaud de Vichier (1250-1252). L’Ordine religioso-militare dei Cavalieri del Tempio era stato fondato a Gerusalemme da Ugo de Payense e da altri otto cavalieri francesi nel 1118 per la protezione dei pellegrini ai Luoghi santi. Insediati da re Baldovino presso il Tempio e approvati dal patriarca latino, ottennero l’approvazione della loro regola dal pontefice Innocenzo III. Divennero un Ordine potente e ricco che nel XVI secolo attirò le cupidigie del re francese Filippo il Bello, il quale lo fece sopprimere e ne incamerò i beni.
Il sigillo del Gran Maestro De Vichier ricercato da Monassi è un esempio di arte gotica con influssi orientali, in particolare arabi. La prima faccia della medaglia raffigura due cavalieri su un unico destriero, conformi al dettato evangelico che i discepoli vadano a due a due, osservato anche dai religiosi. I templari hanno scudo, elmo e lancia. Le gambe dei cavalli al galoppo esprimono ritmica e agilità. La dicitura dell’esergo recita “Sigillum Militum Cristi” (Sigillo dei soldati di Cristo). Nella seconda faccia appare la cupola della moschea di Omar, quasi librata sul resto dell’edificio moresco. La legenda circolare dice “S: tube templi Cristi”. Si noti che il “Ch” viene reso alla greca con X. È il riferimento al Tempio di Cristo in custodia ai cavalieri. Puntini e crocette separano le parole scritte in caratteri, derivati da miniature di codici. L’incisore si è fatto archeologo e revocatore di combattente cristianità. La memoria è diventata arte a dovere.
Le rivisitazioni storiche fanno tradizionalmente parte della numismatica. Solitamente permettono, nella monetazione e nella medaglia celebrativa di personaggi ed eventi, che l’artista enuclei esplicitamente e sinteticamente una visione significativa tra realtà e simbolo del tema proposto. Si evidenzia sempre il dato fondamentale. Pierino Monassi si è accostato con frequenza alla Storia dell’epoca medioevale, che sta alla base dell’Italia e dell’Europa moderne. Sono parecchie le medaglie dedicate all’Età di Mezzo: sovrani longobardi, condottieri, castelli, poeti quali Dante. In queste medaglie l’artista ha realizzato ritratti, sintesi iconografiche, strutture feudali, con aderenza storica e personale creatività. La sua ultima realizzazione esce dal solito quadro per essere testimonianza documentaria riproducibile di un sigillo del XIII secolo. Si tratta del sigillo bifacciale del Maestro dei Templari Renaud de Vichier (1250-1252). L’Ordine religioso-militare dei Cavalieri del Tempio era stato fondato a Gerusalemme da Ugo de Payense e da altri otto cavalieri francesi nel 1118 per la protezione dei pellegrini ai Luoghi santi. Insediati da re Baldovino presso il Tempio e approvati dal patriarca latino, ottennero l’approvazione della loro regola dal pontefice Innocenzo III. Divennero un Ordine potente e ricco che nel XVI secolo attirò le cupidigie del re francese Filippo il Bello, il quale lo fece sopprimere e ne incamerò i beni. Il sigillo del Gran Maestro De Vichier ricercato da Monassi è un esempio di arte gotica con influssi orientali, in particolare arabi. La prima faccia della medaglia raffigura due cavalieri su un unico destriero, conformi al dettato evangelico che i discepoli vadano a due a due, osservato anche dai religiosi. I templari hanno scudo, elmo e lancia. Le gambe dei cavalli al galoppo esprimono ritmica e agilità. La dicitura dell’esergo recita “Sigillum Militum Cristi” (Sigillo dei soldati di Cristo). Nella seconda faccia appare la cupola della moschea di Omar, quasi librata sul resto dell’edificio moresco. La legenda circolare dice “S: tube templi Cristi”. Si noti che il “Ch” viene reso alla greca con X. È il riferimento al Tempio di Cristo in custodia ai cavalieri. Puntini e crocette separano le parole scritte in caratteri, derivati da miniature di codici. L’incisore si è fatto archeologo e revocatore di combattente cristianità. La memoria è diventata arte a dovere.