SCOPERTA UNA NUOVA VARIANTE CONIATA NEL 1495, DURANTE LA CAMPAGNA IN ITALIA DI RE CARLO VIII DI FRANCIA
di Realino Santone
Sora, abitata in epoca antica dai Volsci, conquistata dai romani nel 345 a.C., in seguito divenne colonia e municipio romano. Nel 299 a.C. vi nacque Marco Attilio Regolo, console durante la prima guerra punica.
In epoca imperiale era considerata una città molto importante e sviluppata. Seguirono le dominazioni bizantine e longobarde: nell’870 era contea autonoma, seguì un periodo di dominazione normanna. Sotto Federico II venne distrutta a più riprese mentre Carlo I d’Angiò nominò, nel 1269, Jacopo Cantelmo conte di Sora, Alvito, Popoli e Ortona dei Marsi. Carlo II d’Angiò la conferma città regia.
Per un breve periodo il feudo passò a Giovanni Tomacelli, fratello di papa Bonifacio IX, ma con la morte del papa tornò ai Cantelmo. Alfonso I d’Aragona concedette al conte Nicola Cantelmo il titolo di duca, che alla sua morte passò al figlio primogenito Pietro Giovan Paolo (1430 circa-1497), valoroso condottiero, che divenne secondo duca di Sora e Alvito e si impossessò del feudo di Popoli togliendolo al fratello Pier Giovanni. Sposò Caterina del Balzo e, durante la prima congiura dei baroni (1459-1461), si schierò a favore del duca Giovanni d’Angiò seguendolo nelle varie battaglie contro re Ferdinando I d’Aragona.
Proprio in questo periodo, il duca Pietro Giovan Paolo fece coniare a suo nome dei bolognini in argento. Nel 1463 il duca Cantelmo venne privato di vari castelli e di Sora che passò ad Alessandro Sforza, poi alla Chiesa e successivamente alla famiglia della Rovere. Alvito e Popoli vennero assegnate ufficialmente al fratello Giovanni. Re Ferdinando I morì nel 1494, gli successe il figlio Alfonso II (1494-1495), che non era benvoluto dal popolo, anche per la sua repressione durante la congiura dei baroni, e abdicò in favore di suo figlio Ferdinando II detto Ferrandino nel gennaio 1495, proprio durante l’avanzata di Carlo VIII. Ferrandino morì improvvisamente nel 1496.
Re Carlo VIII di Valois, desideroso di riconquistare il regno di Napoli, governato dagli Angioni nel XIII-XIV secolo, vantando dei diritti, per via della nonna Maria d’Angiò, iniziò la sua discesa in Italia il 3 settembre 1494, con 30.000 uomini, armati di molti pezzi di artiglieria. Entrò a Napoli il 21 febbraio 1495, senza combattere; il re Ferdinando II si rifugiò nel castello di Ischia.
Probabilmente in questo periodo il duca Cantelmo, che sosteneva il re francese, potrebbe essere rientrato in possesso di Sora per breve tempo e aver coniato i cavalli in rame con al dritto lo scudo di Francia e il nome di re Carlo VIII e, al rovescio, la croce e il proprio nome.
Descrizione della moneta
D/ : R ° ROLUS DG ° R ° FRS ° ICIER; tre gigli di Francia in campo libero sormontati da corona.
R/ : PE ° I ° PA ° CAN ° SO ° ALBETI D; croce patente ancorata.
Metallo: rame
Diametro: 18 mm
Peso: 1,28 gr.
Riferimenti: inedito
Questo rarissimo cavallo presenta le legende di dritto e rovescio non censite in nessun testo, nemmeno nelle recenti pubblicazioni; ad oggi mi risulta unico esemplare conosciuto.
Al dritto non troviamo in legenda la lettera K di Krolus, l’anelletto di interpunzione dopo FRS dovrebbe stare dopo FR, la I di IER sembra essere stata aggiunta, i gigli e la corona si presentano di stile diverso da altri cavalli di Sora noti.
Al rovescio troviamo per intero ALBETI.
Bibliografia
CNI, vol. XVIII – Corpus Nummorum Italicorum, Italia continentale, Zecche minori, vol. XVIII.
Il barone ribelle. Pietro Giovan Paolo Cantelmo duca di Sora e Alvito. Storia, documenti, monete, a cura di A. Morello, Editrice Diana, Cassino 2011.
D’Andrea e Andreani – A. D’Andrea e Christian Andreani, Le monete dell’Abruzzo e del Molise, Mosciano 2007.