Il 12 novembre si terrà, nella consueta sede di Villa Botta Adorno, l’Asta 75 della ditta pavese Varesi. Oltre 1.000 lotti che spaziano dall’evo antico (greche, romane e bizantine) fino al contemporaneo sono illustrati nel catalogo.
Tra le antiche ci ha colpito per modulo, centratura e buona conservazione il sesterzio di Nero Claudio Druso (lotto 85, BB/SPL, base d’asta 1.500 euro) e due solidi d’oro dell’imperatore Costante riportati ai nn. 163 (SPL+, base d’asta 1.800 euro) e 165 (definito “eccezionale”, q.FDC, base d’asta 1.800 euro): il primo presenta, al rovescio, la Vittoria alata andante a sinistra con un trofeo mentre il secondo reca la rappresentazione di due Vittorie alate che sorreggono una corona.
Buona parte della vendita è rappresentata dalle monete di zecche italiane (circa 450 lotti). Tra le primissime evidenziamo lo zecchino di Antonio da Barbiano per la zecca di Belgioioso: rarissimo – ne furono coniati solo 400 esemplari – vanta fondi speculari e una buona conservazione (lotto 185, SPL/q.FDC, base d’asta 5.000 euro).
A seguire, la zecca di Benevento con ben 5 esemplari (4 aurei) tra i quali, a nostro gusto, spicca il tremisse di Arichi II (lotto 188), rarissimo e di ottima qualità (SPL), ha una base d’asta di 1.000 euro.
La zecca di Maccagno è rappresentata da due monete, una delle quali di esimia rarità, probabilmente unico pezzo ad oggi noto. Trattasi dell’ongaro del 1622 di Giacomo III Mandelli (lotto 275, BB/SPL, base d’asta 4.000 euro) descritto e illustrato al numero 22 dell’opera di Gianazza su questa zecca lombarda.
Piuttosto ricca la zecca di Milano con diversi esemplari interessanti. Fra tutti segnaliamo la quadrupla del 1617 a nome di Filippo III di Spagna. Moneta rarissima e di elevata conservazione, ha una base d’asta di 5.000 euro (lotto 312).
Scorrendo le pagine del catalogo incappiamo in una vera e propria “chicca” costituita dall’ongaro di Modena coniato nel 1649 da Francesco I d’Este, con il duca in armatura da una parte e l’aquila bicipite dall’altra. Il nostro prezzario sulle monete auree italiane riporta un solo passaggio d’asta nella vendita Ratto del 1953, per giunta in condizioni inferiori all’esemplare proposto da Varesi (lotto 362, q.SPL/SPL, base d’asta 8.000 euro).
Tra le numerose monete del sud Italia vogliamo porre in evidenza la splendida oncia da 30 tarì di Ferdinando III di Borbone, battuta a Palermo nel 1791 (lotto 405, SPL, base d’asta 4.000 euro). A detta di molti si tratterebbe di una delle più belle monete italiane del XVIII secolo.
Eccezionale la rarità di uno “scudo” napoleonico: il 5 franchi An. 12 emesso a Torino (lotto 621, MB+, 5.000 euro).
Chiude il catalogo la parte dedicata alle monete dei Savoia (oltre 240 lotti) con diversi esemplari che meriterebbero di essere inseriti in questa panoramica di presentazione. Ci limitiamo a segnalarvi il doppio ducatone di Carlo Emanuele I emesso a Vercelli nel 1628, moneta di eccezionale modulo e peso (ben 63 grammi). La scheda descrittiva dice che ne sono noti solo 4 esemplari, questo incluso, di cui 2 in collezioni pubbliche (lotto 645, MB/BB, base d’asta 20.000 euro).
Di grande conservazione la mezza doppia del 1797 di Carlo Emanuele IV, che vanta fondi speculari e un grado di conservazione prossimo all’eccellenza (lotto 651, q.FDC, base d’asta 3.500 euro).
Di Vittorio Emanuele II ci ha colpito il 5 lire del 1861 di Firenze, il primo scudo del neonato Regno d’Italia (lotto 738, SPL/FDC, base d’asta 3.500 euro) mentre per il “Re Numismatico”, come è noto nell’ambiente il nostro ultimo sovrano Vittorio Emanuele III, abbiamo scelto il famoso “littore anno quinto” emesso nel 1927 in soli 100 esemplari (lotto 812, FDC, base d’asta 5.500 euro) e il 10 centesimi del 1908 con la dicitura “Prova” (lotto 852, q.FDC, 5.000 euro).
Asta Varesi 75, 12 novembre 2019
Presso: Villa Botta Adorno
Piazza della Libertà, 27020 Torre d’Isola (PV)
Esposizione: martedì 12 novembre ore 9.30-10.30, oppure presso gli uffici Varesi, dal 24 ottobre al 8 novembre (unicamente previo appuntamento)
Vendita: ore 10.30-13.00 circa, dal lotto n. 1 al n. 321
dalle ore 14.30, dal n. 322 al n. 1035
Info: tel. (+39) 0382 57 06 85 – cell. (+39) 348 31 74 040
e-mail: info@varesi.it
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