UBICAZIONE E CENNI STORICI
Quasi nulla ci è stato tramandato circa l’antica Ameselon. Solo Diodoro accenna che era una città conquistata e distrutta nel 269 a.C. da Ierone II il quale spartì il suo territorio esattamente tra Kentoripai ed Agyrion.
Grazie alla testimonianza di Diodoro ed ai rinvenimenti di monete ad essa attribuite è possibile ora identificarla con i resti di un’antica città situata sul monte S. Giorgio, che sovrasta l’attuale Regalbuto.
Nel IV secolo a.C. fu con ogni probabilità sede di forze mercenarie, che prediligevano alture in buona posizione strategica e facilmente difendibili.
MONETAZIONE
Il monte S.Giorgio ha fornito numerose testimonianze numismatiche, che purtroppo sono andate disperse sul mercato antiquario. Per la maggior parte si trattava di monete del IV secolo a.C., fra le quali si annoverano tre emissioni, che sono attribuite ai mercenari residenti in Ameselon. Esse sono basate prevalentemente sul piede di una litra di circa 36 grammi e quindi in vigore dopo la riforma di Dionisio I e fino all’arrivo di Timoleonte.
L’emilitra n. I è anepigrafe e presenta uno stile crudo. E’ sempre riconiata sulle emilitre di Morgantina con testa di Atena/leone con serpe oppure, in rari casi, sulle emilitre battute dai mercenari di Katane. Il nominale è dedicato alla dea Atena, mentre il tripode si ricollega con il mito di Apollo.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.105 – Febbraio 1997. Da Corpus Nummorum Antiquae Italiae (Zecche minori) di A. Campana. Articolo richiesto da un ns. lettore.
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Come già accennato a proposito di Alaisa Archonidea, in Sicilia erano note diverse città a nome di Alaisa. Una di queste doveva essere situata nella zona etnea. Infatti tutti gli esemplari noti dell’emissione n. 2, recanti l’etnico Αλαισινων (= degli Alesini), sono stati rinvenuti sulla sommità del Monte Bolo, nei pressi di Bronte, sulle pendici occidentali dell’Etna. Ai suoi piedi scorre il torrente Troina , che vicino affluisce nel fiume Simeto. E’ un’ altura adatta ad ospitare una guarnigione di mercenari. Nelle immediate vicinanze è frequente il rinvenimento di materiale archeologico.
Utilizzando fuggevoli accenni sulla relazione di Appiano, già lo storico Casagrandi aveva ipotizzato l’esistenza di una Alaisa sull’altopiano di Bolo. Anche il noto studioso numismatico Cavallaro aveva localizzato una popolazione a nome Alesini sulle pendici etneee, sostenendo che in realtà vi dovevano esistere diversi villaggi aventi il nome Alaisa.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.105 – Febbraio 1997. Da Corpus Nummorum Antiquae Italiae (Zecche minori) di A. Campana. Articolo richiesto da un ns. lettore.
di A. Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Pochissimo si sa di questo antico centro, situato tra Kalakte ed Alaisa Archonidea, sul luogo dell’attuale Mistretta. E’ posto sopra una dorsale dei Nebrodi settentrionali, a 950 m.s.m., tra le fiumare di Reitano e di Tusa.
Le prime notizie storiche sicure risalgono agli inizi della prima guerra punica. La città venne assediata dai Romani con tutti i mezzi. Alla fine fu presa, distrutta e gli abitanti in parte massacrati ed in parte condotti in schiavitù. Più tardi fu ricostruita ed ancora assediata ed espugnata dai Romani, evidentemente per la sua posizione strategica.
Dopo la seconda guerra punica divenne civitas decumana e all’epoca del questore Verre doveva avere un certo splendore in quanto fu da questi vessata e spogliata di molte ricchezze . Un fuggevole accenno è contenuto anche in Silio Italico.
Il volume presenta le leggi ed i decreti a carattere monetario emanati dai Borbone, a partire dall’unificazione dei due regni di Napoli e Sicilia (1816) fino alla caduta della dinastia (1860). L’autore inizia riportando brevi note biografiche sui regnanti borbonici nel periodo considerato: Ferdinando I (1816-1825), Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1859-1861). Poi è illustrata la legge n. 565 (8 dicembre 1816) con cui i regni di Napoli e Sicilia venivano riuniti in uno solo, e la legge n. 6048 (6 aprile 1840) relativa ai pesi ed alle misure vigenti nel Regno delle Due Sicilie, allo scopo di facilitare la lettura dei decreti che proprio a queste unità di misura fanno riferimento. (altro…)
di Danilo Maucieri
Sale il numero noto di trifollari battuti in Sicilia da Re Guglielmo II d’Altavilla (1166-1189) e successivamente oggetto di contromarca (cui va aggiunto un follaro dello stesso sovrano appartenente sempre alla tipologia con maschera di leone, unico nominale finora noto recante segni di convalida posteriori).
Su un noto sito di aste on-line ho avuto modo di individuare un nuovo trifollaro (cfr. figura a sinistra), in cui spicca una contromarca con tre globetti all’interno di un segmento irregolare, riconducibile a quella presente sull’esemplare n. 6 da me illustrato in Follari e trifollari con contromarche inedite dalla Sicilia normanna (Monete Antiche n. 59, settembre-ottobre 2011, pp. 34/37, cfr. figura a destra). Esso reca i seguenti dati metrico-ponderali: diametro 25 mm, peso 9,9 g, diametro della contromarca 5 mm.