Alla prossima asta InAsta 65 del 24 settembre 2016 verrà offerta una pregevole raccolta di ducati e zecchini. Questo testo di Stefano Di Virgilio è pubblicato sul catalogo.
Anche Venezia stava diventando sempre più in fretta una vera e propria potenza economica in rapida espansione. Il successo della città marinara si concentrava sostanzialmente nei sempre maggiori traffici verso l’Oriente, incentrati soprattutto sulle spezie. Dopo aver coniato il grosso matapan in argento Venezia aveva ora bisogno di una nuova moneta d’oro più importante e prestigiosa, per stare al passo con Genova e Firenze.
CRISTO IN MAESTÀ, STANTE BENEDICENTE, STANTE CON IL GLOBO CRUCIGERO, A MEZZO BUSTO, NELL’ATTO DI USCIRE DAL SEPOLCRO; MARIA SEDUTA IN TRONO COL BAMBINO, A MEZZA FIGURA, IL TEMA DELL’ANNUNCIAZIONE; L’APOSTOLO MARCO IN PIEDI O SEDUTO MENTRE CONSEGNA AL DOGE IL VESSILLO; IL LEONE MARCIANO RAMPANTE, GRADIENTE, IN SOLDO O IN MOLECA; SANTA GIUSTINA STANTE CON IL PETTO TRAFITTO DA UN PUGNALE, DA SOLA O MENTRE INCORONA IL LEONE ALATO. SONO LE IMMAGINI ATTINENTI LA SFERA RELIGIOSA INCISE SULLE MONETE VENEZIANE.
Il presente articolo ha per oggetto i santi e le altre figure religiose presenti sulle monete coniate dalla Serenissima. Si premette che non saranno repertoriate tutte le monete con soggetti religiosi, praticamente tutta la produzione di Venezia che, partendo dalle emissioni imperiali per arrivare a quelle dogali, interessa un intervallo di quasi mille anni, ma solamente le varie tipologie. Inoltre non saranno presi in considerazione i soggetti religiosi raffigurati sulle oselle, sulla monetazione anonima per Venezia e i suoi possedimenti, sui multipli in oro di ostentazione da 10 a 105 zecchini, pezzi enormi che possono arrivare a pesare oltre 300 grammi.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.311 – Novembre 2015
LE MONETE FALSE INFESTANO IL MERCATO MONETARIO DAL SETTECENTO FINO ALL’UNITA’ D’ITALIA E ANCHE OLTRE. CE LO TESTIMONIANO TANTI BANDI.
di Lorenzo Bellesia
Tempo fa avevo pubblicato1 del materiale su monete false ottenute per fusione o, come si diceva, a getto. Il fenomeno sembra essere stato diffusissimo verso la fine del Settecento ed i primi decenni dell’Ottocento a giudicare dal numero di bandi e notificazioni che si possono rintracciare.
Avendo raccolto nuovo materiale, vorrei portarlo all’attenzione dei lettori.
Un intero capitolo sulla fabbricazione di false monete col metodo di getto è contenuto nel libro di Umberto Mannucci, La moneta e la falsa monetazione2, dove si sottolinea proprio la sua diffusione per la grande facilità del procedimento.
Una delle più importanti zecche italiane fu, senza alcun dubbio, quella di Venezia. Attiva già dall’età carolingia, venne chiusa definitivamente soltanto con l’annessione al Regno d’Italia. Considerata l’importanza economica della Serenissima per i grandi commerci, sia con l’Oriente che con gli altri Stati italiani e del nord Europa, è facile comprendere il ruolo fondamentale che ha avuto la moneta veneziana.
Dal punto di vista strettamente collezionistico bisogna dire che Venezia è molto seguita anche se non conosce la popolarità di altre grandi serie italiane come quelle papale e sabauda.
Per ciò che riguarda la letteratura numismatica ricordo la fondamentale e pionieristica opera di Nicolò Papadopoli uscita agli inizi del Novecento. Sono invece diventate di uso comune nei cataloghi d’asta i due volumi di Raffaele Paolucci editi nel 1990 e nel 1991, nei quali viene indicato solamente il grado di rarità e la valutazione generica della moneta.
di Luigi Feruglio
Situazione storica
Tutta la storia dell’Europa degli anni anteriori al 1000 si fonde con la leggenda. La caduta dell’Impero r0mano nel 472 causò una grande confusione in ogni parte del mondo allora conosciuto, e numerose orde di barbari, che fino ad allora erano state trattenute al di là dei confini, si introdussero in Italia saccheggiando le città e devastando i campi. Molti abitanti delle ormai inabitabili città di Padova, Verona, Aquileia ed Altino, nonché i poveri contadini delle terre dell’ex X regio Venetia et Histria, cercarono rifugio nelle numerose isole della laguna, fondando la città di Grado, Eraclea, Murano, Torcello, Rialto, Malamocco, Chioggia e Pellestrina, che per molti decenni vissero con la pesca ed il mercato del sale. Ben presto, tra queste, le comunità sorte a Rivoalto (l’odierna Rialto, a Venezia) iniziarono ad avere il predominio economico e politico sulle altre. Era nata la città di Venezia. Quello che seguì è cosa nota: l’ascesa del commercio in Oriente, i contatti con i’Impero d’Occidente e di Bisanzio, il raggiungimento dell’autonomia ed il primato nel Mediterraneo, primato che Venezia manterrà fino al 1300 – 1400. Ma i primi momenti della vita di queste città non furono affatto gloriosi, anzi si può dire che nessun popolo ebbe mai tante difficoltà per stabilirsi in un luogo.
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Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.84/marzo 1995 – articolo richiesto da un ns. lettore.