UN ESEMPLARE INEDITO DI MONETA SIRACUSANA È COMPARSO DI RECENTE SUL MERCATO, DA RICONDURSI AL IV SECOLO a.C., COME TESTIMONIANO I CONFRONTI CON LE CONIAZIONI COEVE.
Lo scopo del presente lavoro è di illustrare una rarissima emissione bronzea di Siracusa che non risulta citata nel Corpus Nummorum Siculorum del compianto Romolo Calciati, salvo un breve articolo pubblicato in tedesco da Philipp Lederer nel lontano 1936.
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di Corrado Marino
Splendide tetra e decadracme a firma di Cimone ed Eveneto
Sono tra i pezzi più belli di tutta la monetazione classica. La ninfa aretusa, bighe e quadrighe di stile finissimo. Il ricordo della vittoria nella battaglia navale di Cuma contro la flotta etrusca. La difficoltà delle rappresentazioni frontali.
La città di Siracusa, fondata dai corinzi intorno alla seconda metà dell’VIII secolo a.C., offre agli appassionati di numismatica alcuni degli esempi più belli e famosi della monetazione antica, raggiungendo il suo apice con i maestri Cimone ed Eveneto che hanno impresso il loro nome sulle splendide tetradracme e decadracme coniate intorno al 400 a.C.
Dei primi due secoli di vita della città sappiamo poco, ma già nel 485 a.C. Siracusa era diventata, sotto il tiranno Gelone, uno dei centri più importanti del Mediterraneo, grazie alla vittoria contro Cartagine nella battaglia di Imera del 480 a.C. Con Gerone, fratello e successore di Gelone, raggiunse il massimo della potenza, grazie al successo nella grande battaglia navale presso Cuma del 474 a.C. contro la flotta etrusca, che le garantì la supremazia sul basso Tirreno. Nei decenni successivi combatté contro Atene, schierandosi al fianco di Sparta, e quindi contro Cartagine, alleandosi con i romani, per finire poi sottomessa all’Urbe insieme a tutta la Sicilia, divenuta provincia romana intorno al 250 a.C.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.302 – Gennaio 2015 (numero esaurito).
di Maria Teresa Rondinella
TUTTE LE TEORIE SUL DEMARETEION, DECADRAMMO SIRACUSANO DI V SECOLO a.C., DALLA STORIA CONTROVERSA. UNA NUOVA IPOTESI SULLA DATAZIONE E SUL MOTIVO DELLA SUA EMISSIONE.
Pur essendo una colonia dorica la polis di Siracusa batte su piede euboico-attico, lo statere è il tetradrammo e la sua tipologia è una quadriga al dritto mentre sul rovescio compare la testa della ninfa Arethusa (fig. 1). La tipologia del dritto fu ispirata dai tipi utilizzati in alcune città della Grecia del nord, in particolare ad Olinto e il suo significato non sembrerebbe essere strettamente politico, legato alla tirannide, piuttosto celebrativo. Ed infatti non scomparirà neppure dopo la caduta dei tiranni.
Nella storia della monetazione siracusana si ricorda un’emissione straordinaria del valore di dieci dracme (poco più di g 43), il Demareteion, una moneta piuttosto rara tra le pochissime citate dalle fonti storiche antiche1. Il tipo del dritto è un auriga che guida una quadriga verso destra, con il kèntron (bastone) nella mano sinistra e le redini nella destra. Una Nike in volo verso destra incorona i cavalli. In esergo un leone corre verso destra. Al rovescio è raffigurata una testa femminile volta a destra, con i capelli raccolti e una corona di foglie d’ulivo sulla testa (fig. 2). Intorno quattro delfini nuotano in senso orario mentre la leggenda Σ Υ Ρ Α Κ Ο Σ Ι Ο Ν (syrakosion) è in senso antiorario.
Era opinione comune, confermata anche dagli studi di E. Boehringer (Die Münzen von Syrakus, Berlin 1929) che il più antico decadrammo di Siracusa risalisse al 480 a.C. e fosse la moneta che lo storico Diodoro Siculo (XI 26, 3) ci dice battuta da Demarete, moglie di Gelone, il quale fu tiranno di Siracusa dal 485 al 478 a.C. La donna avrebbe utilizzando i donativi che i Cartaginesi le diedero poiché, dopo la sconfitta subita nella battaglia di Himera, ella intervenne a loro favore:
[…] I Cartaginesi, avendo ottenuto inaspettatamente la loro liberazione, non solo accettarono queste condizioni, ma promisero di dare anche una corona d’oro a Demarete, la moglie di Gelone. Poiché Demarete in base alla loro richiesta aveva dato il massimo aiuto per la conclusione della pace; e quando ebbe ricevuto da loro la corona d’oro da cento talenti, ella coniò una moneta che da lei fu chiamata Demareteion. Questa valeva dieci dracme ateniesi […].
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.277 – ottobre 2012
Le monete, oltre ad essere antesignane dei moderni mass media, sono anche l’immagine dell’epoca storica che le ha prodotte. Possiamo leggere su di esse la storia di un popolo; le monete presentano riferimenti diretti e indiretti: i primi sono le immagini che si riferiscono a precisi fatti storici; i secondi sono costituiti dal metallo usato, oppure dalla presenza di certe immagini al posto di altre.
In questa sede prendiamo in esame una moneta bizantina dell’epoca di Leone V (811-820): è un follis, con al diritto l’immagine del suddetto imperatore e al rovescio quella del figlio, Costantino, con la leggenda KONCT, coniato a Siracusa.
Il pezzo appartiene al terzo periodo della monetazione bizantina, quella coincidente con l’iconoclastia.
Segue: monete di Leone V in formato PDF, articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.72/febbraio 1994, articolo richiesto da un ns. lettore.