FU REGINA DEI VISIGOTI E IMPERATRICE, MA DI LEI, CHI NON SI OCCUPA DI NUMISMATICA, CONOSCE QUASI SOLTANTO IL MAUSOLEO.
Chi era costei? E come mai mi sono convinto a dedicarle un così lungo articolo? L’occasione è stata la copertina di un notissimo catalogo d’asta (asta n. 63 per corrispondenza di Inasta) che riporta, molto ingrandita, la fotografia di un raro solido coniato a Ravenna dalla moglie di Costanzo III. Questa moneta è riportata alla figura 1 ma, come spero di riuscire a precisare meglio più avanti, la bellissima immagine del solido di Galla non corrisponde alla descrizione e alla catalogazione che ne viene fatta nel catalogo d’asta.

Fig. 1. Il solido riportato sulla copertina del catalogo d’asta del peso di 4,5 grammi è stato coniato a Ravenna attorno al 421-422.
Prima di passare all’esame della monetazione di Galla Placidia, ritengo più che doveroso inquadrare storicamente la figura di questa imperatrice, di solito poco ricordata se non per il suo Mausoleo di Ravenna. E le note storiche si impongono, anche se possono sembrare decisamente molto lunghe: credo, però, sia difficile comprendere la personalità di questa donna eccezionale, nel bene e nel male, senza conoscerne almeno superficialmente le vicende.
Aelia Galla Placidia era nata a Costantinopoli nel 388 o nel 392, figlia dell’imperatore Teodosio I (che regnò dal 378 al 395), e morì a Roma nel 450.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.321 – Ottobre 2016.
Nel periodo tardo imperiale Ravenna fu una città la cui importanza crebbe fino a diventare la sede della corte imperiale e quindi anche sede di zecca, nonostante le difficoltà economiche di quei momenti abbiano portato sicuramente ad una drastica diminuzione delle emissioni. In particolare si tratta di produzioni di monete in oro destinate ad avere una ampia circolazione e a diventare monete da tesaurizzazione, o di bronzo, destinate invece ad una circolazione locale per i piccoli pagamenti quotidiani. Proprio quest’ultima è l’oggetto del libro in esame, opera di due appassionati collezionisti e ricercatori, padre e figlio, che non è la prima volta che pubblicano qualcosa sull’argomento avendone già dato alle stampe una prima edizione nel 2006 cui ha fatto seguito anche un supplemento.
La prima moneta ad essere censita è un nummo dell’imperatore d’Occidente Maioriano (457-461). L’ultima moneta è invece il noto e rarissimo bronzo emesso dal re longobardo Astolfo (749-756). Nel 739 i Longobardi avevano invaso il territorio ravennate e nel 751 occuparono definitivamente Ravenna ponendo fine alla dominazione bizantina dell’esarcato.
A RAVENNA IN ETA’ MEDIEVALE E MODERNA FURONO BATTUTE NUMEROSE MONETE. ECCO ALCUNE VARIANTI NON ANCORA CENSITE.
Credo di fare cosa gradita ai collezionisti nel segnalare cinque nuove varianti di monete ravennati nelle quali mi sono imbattuto negli ultimi tempi, grazie al mio lavoro di fotografo di monete.
La prima, molto interessante, è un mezzo denaro arcivescovile apparso nel listino n. 1 della ditta Numismatica Picena s.r.l. di San Benedetto del Tronto.