NON VALE UN SOLDO BUCATO: SI USA DIRE PER QUALCOSA CHE PROPRIO NON VALE NULLA. EPPURE ANCHE LE MONETE BUCATE HANNO IL LORO FASCINO. ECCO UN VIAGGIO NEL MONDO ALLA RICERCA DI QUESTI FORO NUMISMATICI.
di Gianni Graziosi
Chi colleziona monete sa che molte di esse presentano un foro in genere di forma circolare, ma anche quadrangolare. Queste monete possono essere suddivise e classificate in due grandi gruppi: nel primo si possono collocare tutte quelle che vengono coniate già forate, molti stati hanno emesso o continuano ad emettere tali pezzi: nel secondo, viceversa, si possono raggruppare tutte le monete nelle quali il pertugio è stato creato successivamente la coniazione, anche dopo parecchi anni, per diversi motivi. Per cercare una spiegazione più o meno attendibile della monetazione forata bisogna forse risalire alle usanze di alcune popolazioni primitive presso le quali molti oggetti avevano la duplice funzione di mezzo di scambio e di ornamento come, ad esempio, conchiglie, perline di vetro, denti di animali, dischetti di metallo, ecc. Ovviamente per assolvere a questa doppia finalità venivano forati. Sembra quindi esistere un legame stretto fra gli oggetti ornamentali e le monete forate le quali, proprio per la loro forma, possono essere usate indifferentemente come mezzo di scambio e come ornamento. Inoltre solamente queste monete possono essere attraversate da cordicelle o bastoncini, al dine di facilitare il trasporto ed anche il conteggio con la formazione di gruppo monetali aventi lo stesso valore. Un altro aspetto sicuramente importante è che il foro serve egregiamente per differenziare e riconoscere facilmente i nominali. Alcuni vi scorgono anche un metodo che permette, all’autorità emittente, di risparmiare metallo così che, con la stessa quantità, si ottengono tondelli di diametro maggiore. Prima di continuare sono necessarie due premesse: in primo luogo la classificazione presentata è puramente indicativa, ne possono essere proposte altre; in secondo luogo è opportuno ricordare che gli esempi forniti sono solamente una piccola parte fra le molte possibilità quindi questa non è esaustiva né per quanto riguarda le nazioni che hanno coniato tali monete, né per gli esempi delle monete forniti.
Segue articolo completo in formato Pdf tratto da Panorama Numismatico n. 236/gennaio 2009
Attualmente le nanotecnologie sono uno dei più fecondi campi della ricerca scientifica e industriale; oggi molte aziende basano i loro affari su queste tecnologie innovative e molti prodotti, solo pochi anni fa, non erano neppure immaginabili. Quello che può essere considerato l’inizio della nanotecnologia è il discorso pronunciato il 29 dicembre del 1959, in occasione di un evento dell’American Physical Society, dal fisico americano Richard Feynman (premio nobel per la fisica nel 1965). Il testo, intitolato There is Plenty of Room at the Botton (C’è un sacco di spazio giù in fondo), illustrava la possibilità di scrivere l’intera Enciclopedia Britannica sulla capocchia di uno spillo usando strumenti o macchine di dimensioni atomiche.
Presentiamo in questo articolo le Aste 10 e 11 di Sincona AG: le due aste si svolgeranno a Zurigo dal 27 al 29 maggio e comprendono 3.520 lotti con una stima totale di circa 4,1 milioni di franchi svizzeri. L’evento si svolgerà presso l’Hotel Savoy Baur en Ville, post-Strasse 12.
Asta 10, 401 lotti di monete antiche. Nelle monete greche sono presenti un gran numero di monete d’oro ed emissioni in elettro (ad esempio i lotti 31, 33, 34, 35, 38, 39, 40, 113-179). Particolarmente degni di nota sono due decadracme di Siracusa (lotti 29, 30) e la title track, uno statere d’oro di Panticapeo (lotto 88). Una decina di lotti é dedicata al Regno Tolemaico (lotti 195-206). Tra gli aurei presenti menzioniamo una serie di aurei di Nerone (lotti 245-255), e altri aurei in ottima stato di conservazione (lotti 269, 270, 272, 273, 280). L’asta 10 è completata da una serie di denari insolitamente ben conservati i (lotti 275-306).
È proprio vero che l’inventiva dell’uomo non ha confini. Frequentando i convegni numismatici mi sono accorto di una nuova “follia” dilagante, collezionare pezzi da 2 euro colorati. Ma andiamo con ordine.
Le monete commemorative da 2 € sono state coniate la prima volta a partire dal 2004; ciascuno stato membro dell’area euro può emettere ogni anno una moneta celebrativa o commemorativa. Questo pezzo ha le stesse caratteristiche delle monete normali da 2 €, uguale il disegno sulla faccia comune, l’unico elemento di distinzione è il motivo celebrativo raffigurato sulla faccia nazionale.
Queste monete hanno corso legale nell’intera area dell’euro. Il disegno e l’emissione sono di competenza delle singole nazioni mentre il ruolo della Banca Centrale Europea, come per le normali monete in euro, consiste nell’approvare il volume massimo di pezzi che i singoli paesi hanno facoltà di emettere. Il regolamento UE n. 651/2012 (4 luglio 2012) del parlamento europeo, sull’emissione di monete in euro, ha stabilito che ogni anno ciascuno Stato membro la cui moneta è l’euro può emettere soltanto due monete commemorative, salvo qualora: a) le monete commemorative siano emesse congiuntamente da tutti gli Stati membri la cui moneta è l’euro, o b) una moneta commemorativa sia emessa nel caso in cui la carica di capo di Stato è provvisoriamente vacante od occupata ad interim (art. 4).
di Gianni Graziosi
La zecca di Perth, nel 2012, ha coniato due tipologie di monete da un dollaro in argento, di peso pari a un’oncia (31,1 g, 40,6 mm, 6.000 pezzi), con forma decisamente insolita, quella del continente australiano. Al rovescio di un tipo è raffigurato un kookaburra posato su uno steccato, la figura si distacca nettamente dallo sfondo colorato. Il kookaburra (genere Dacelo, famiglia Alcedinidae) è un tipico uccello dell’Australia e della Nuova Guinea che ha una caratteristica particolare, quella di emettere forti richiami striduli ed acuti molto simili a una risata umana. Esso fu anche scelto come una delle mascotte ufficiali, assieme all’echidna e all’ornitorinco, della XXVII olimpiade che si svolse nel 2.000 a Sydney. Sull’altro pezzo è invece raffigurato un emù (Dromaius novaehollandiae), un potente e grande uccello, inferiore solamente allo struzzo per dimensione, che è anche un forte corridore e se minacciato può raggiungere i 50 km all’ora. Le due monete rappresentano le prime coniazioni di una serie che sarà dedicata alla fauna selvaggia dell’Australia.