di Alberto Campana
Ubicazione e cenni storici
Kalakte fu fondata nel 446 a.C. da coloni corinzi al seguito di Ducezio su una altura dei Nebrodi settentrionali in prossimità del mare Tirreno, nel territorio della moderna Caronia, in provincia di Messina, La sua estta ubicazione non è ancora identificata con sicurezza. […]
Monetazione
La monetazione di Kalakte è costituita da 6 emissioni in bronzo, che dovrebbero corrispondere a quattro nominali e sono state analizzate in uno studio di Katia Mannino, le cui conclusioni appaiono condivisibili.
L’emissione più pesante [vedi foto] presenta notevoli motivi di interesse, anche ai fini di una più esatta collocazione cronologica delle monete kalaktine. [segue].
Scarica articolo completo Sicilia-Kalakte tratto da Corpus Nummorum Antiquae Italiae, di A.Campana, Panorama Numismatico nr. 122/settembre 1998. Articolo richiesto da un nostro lettore.
di Roberto Diegi
I TETRADRAMMI FATTI CONIARE DA SETTIMIO SEVERO E DAI SUOI DISCENDENTI NELLE REGIONI SIRIANE, SONO MONETE CERTAMENTE RIPETITIVE MA DI GRANDE FASCINO.
Ho sempre ammirato – e ne ho anche scritto – la bellezza, specie nei ritratti, della monetazione bronzea delle zecche di Roma o di Lugdunum, ma non posso – non ci riesco – tacere della monetazione provinciale, che definirei per comodità “siriana”, che ci ha proposto nel tempo una serie monetale ricca di splendidi ritratti, spesso inconsueti: alludo ai numerosi tetradrammi coniati in Syria e regioni limitrofe, inizialmente in ancora buon argento, poi sempre più poveri di metallo pregiato, fino a ridursi a monete di bronzo o rame argentate superficialmente. Queste zecche di Syria e dintorni hanno coniato tetradrammi sin dai tempi di Augusto, indubbiamente stupendi per alto contenuto di fino, per rappresentazioni dei rovesci e per stile, ma abbastanza “banali’, perché in fin del conti il ritratto del sovrano di turno era rappresentato con le fattezze ben note, utilizzate dalle zecche centrali.
Ma con Settimio Severo e i suoi figli le cose sono cambiate e le zecche in questione hanno iniziato a coniare tetradrammi con una loro precisa personalità, anche se indubbiamente ripetitivi per il fatto che al rovescio è sempre proposta la tipologia dell’aquila ad ali aperte. Da qui un certo disinteresse dei collezionisti nei confronti di questa monetazione al quale disinteresse ha, a mio avviso, contribuito anche il fatto che le legende sono in lingua greca, oltretutto abbreviate. Ma, come sempre, una brevissima digressione storica si impone.
di Romolo Calciati
Nella Sicilia occidentale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., si assiste alla coniazione di una serie di emissioni in bronzo aventi in comune la raffigurazione al diritto della testa di Eracle nella leontè. Queste emissioni interessano le zecche di Selinunte, Thermai, Solunto e Cefalù, oltre a quella di Akragas, sotto forma di contromarche. Vengono pertanto coinvolte alcune città situate nell’area di influenza sia cartaginese che greca. Il prototipo siciliano di questo soggetto lo ritroviamo nelle emissioni di tetradrammi di Kamarina a partire dal 425 a.C. E’ probabile che, sulla decisione di realizzare questi bronzi con la testa di Eracle, abbia influito non poco la diffusione dei tetradrammi camarinesi, alcuni dei quali firmati da Exakestidas e certamente presenti anche nell’area punica. Tutte queste emissioni bronzee hanno in comune il dato ponderale, in quanto si tratta, con pochissime eccezioni, di monete di peso oscillante tra g. 1 e 3. Che sia stata soltanto Kamarina, sul finire del V secolo a.C., a proporre il ritratto eracleo sull’argento, è un dato che non consente deduzioni di sorta.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.