di Mariella Cambi Mariani
Per i Romani, Giove era il capo supremo degli dèi, i quali, più che virtù taumaturgiche, avevano personalità di carattere umano. Ne derivavano gli inconvenienti di una famiglia numerosa costretta alla coabitazione, con liti sempre aperte che il patriarca, anzichè sedare, spesso fomentava.
Il nome ha radici indoeuropee e significa risplendere al pari del corrispondente greco Zeus. Gli si attribuiva la spartizione dell’universo: a Plutone avrebbe assegnato il regno infernale e a Nettuno il mare, lasciando per sè la terraferma, più il cielo e l’aria.
Il Giove latino, o IVPPITER, fu comune a tutti i popoli italici e il primo epiteto che ricevette fu LVCETIVS, “apportatore di luce”. Al suo culto era preposto un sacerdote particolare, detto Flamen Diatis, che gli sacrificava una pecora bianca il giorno delle Idi, che cadevano il 13 o il 15 del mese. A quelle di ottobre, o Ferie lovis, si celebravano i ludi capitolini, perché il suo tempio principale era sul Campidoglio, accanto a quelli di Giunone e Minerva, e là i comandanti vittoriosi salivano a rendere grazie offrendo le spoglie del nemico ucciso. Il Grande tempio era stato eretto nel 509 a.c.; prima di allora Giove era adorato semplicemente sulle are sacrificali sotto il simbolo di una pietra, con il nome di luppiter Lapis.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.54/giugno 1992 – richiesto da un ns. lettore.
ATTI DEL CONVEGNO DI STUDI SU LE MONETE COMMEMORATIVE DELL’UNITA’D’ITALIA
La più antica rappresentazione dell’Italia è sicuramente quella che fu scelta dai socii italici sulla loro moneta. I socii si erano ribellati al potere centrale di Roma dopo aver tentato più volte di ottenere gli stessi privilegi dei Romani derivati dalla concessione della cittadinanza. Inascoltati, avevano dichiarato guerra a Roma nel 91 a.C. ed avevano stabilito il quartiere generale delle operazioni nelle aree interne del Sannio, tra Corfinium, Pietrabbondante e Boviano.
VIENE RICOSTRUITA UNA BELLA ED AFFASCINANTE PAGINA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
La spedizione dei Mille è forse l’episodio più noto del Risorgimento grazie anche alla sua ampia celebrazione in racconti e romanzi della letteratura italiana.
Nel 1860, un corpo di volontari, protetto dalla monarchia sabauda, al comando di Giuseppe Garibaldi, conquistò la Sicilia permettendo così l’annessione di questo territorio al nascente Regno d’Italia. La realizzazione di tale impresa venne finanziata in gran parte con i capitali e gli armamenti raccolti dal Fondo per il milione di fucili, una sottoscrizione lanciata dallo stesso Garibaldi alla fine del 1859.
di Giuseppe Carucci
COME VENIVA CONIATA LA MONETA NEL MEDIOEVO? CHI GESTIVA I GRANDI PROVENTI DELLE ZECCHE? ECCO COSA AVVENIVA NEL REGNO DI FRANCIA.
Un cronachista fiammingo ci informa che nel X secolo il conte di Fiandra Baldovino III (fig. 1) stabilì in un editto le regole per gli scambi commerciali per chi non possedesse denaro: per due galline bisognava dare un gallo, una pecora per due agnelli, una mucca per due vitelli, un vitello per due pecore e così via.
L’economia era basata sullo scambio in natura, si comprava e si vendeva poco ma comunque si commerciava anche in assenza di moneta sonante.
Tuttavia la moneta era pur sempre necessaria anche nei periodi più cupi della stagnazione economica medioevale.
di Giuseppe Carucci
Avere l’hobby del collezionare qualcosa è molto bello poiché riempie la vita, ti porta a fare ricerche, studi, ti entusiasma quando riesci a trovare un pezzo che ti mancava. Attenzione però, bisogna tenere a freno sia la tasca che, soprattutto, qualche momento negativo a livello emozionale.