Domani, martedì 13 febbraio, nella sede del CCNM (via Terraggio 1, Milano) alle h. 20.45 Mario Ventrella parlerà de “Il ponte sul Danubio di Traiano: che sia un porto?”, e illustrerà diverse altre monete coniate sotto lo stesso imperatore. Il tema della conferenza può sembrare provocatorio; ma, se andate a guardare il sito “La Moneta”, settore Mondo Numismatico, area “Segnalazione mostre, convegni, ecc.” vedrete che si è sviluppata una discussione molto interessante, da cui risulta che l’ipotesi “porto” non è affatto assurda: vedi sito La Moneta.
Decimus Caelius Calvinus Balbinus,
poi Marcus Clodius Pupienus Maximus
Il Senato di Roma, che aveva pubblicamente appoggiato, contro Massimino, la rivolta dei due Gordiani, si rese conto che dopo la disfatta e la morte dei due imperatori in Africa, non avrebbe più potuto tornare indietro.
In occasione della elevazione al trono dei Gordiani era comunque già stata istituita una commissione di venti illustri personaggi con lo scopo di provvedere alla difesa dell’Italia. Dopo il disastroso risultato della campagna contro Capelliano e, di fatto, contro Massimino, furono nominati augusti, con pari dignità e poteri, due dei componenti la commissione: Balbino e Pupieno.
Entrambi appartenevano alla classe superiore; entrambi erano stati governatori di provincia, in Asia e Germania; entrambi avevano rivestito importanti cariche nella amministrazione ed erano stati consoli per due volte (nel 210 e nel 234 Pupieno, nel 210 e nel 213 Balbino). Pupieno, era stato anche prefetto della città di Roma, carica per la quale non aveva incontrato le simpatie dei cittadini a causa della sua eccessiva severità.
L’ANTICA FESTA NATA PER CHIEDERE LA PROTEZIONE DIVINA SUL POPOLO ROMANO E DIVENUTA OCCASIONE PER CELEBRARE L’IMPERATORE E LA SUA DINASTIA, FU RAPPRESENTATA SULLE MONETE DI DOMIZIANO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI.
di Gabriele Lepri
Un succinto riferimento di Svetonio e un breve accenno di Tacito costituiscono le uniche notizie presenti nelle fonti letterarie sulla celebrazione dei Ludi Saeculares di Domiziano. Ben tre ludi si erano susseguiti in soli centocinque anni: quelli di Augusto nel 17 a.C., di Claudio nel 47 a.C. e, infine, quelli di Domiziano celebrati nell’88 d.C. L’antica festa, che richiamava la protezione degli dei sul popolo romano all’inizio di una nuova generazione, era diventata un evento piuttosto comune dal momento in cui Augusto l’aveva riorganizzata, facendone un elemento di celebrazione dell’imperatore e della dinastia regnante.
Dei Ludi Saeculares di Domiziano possediamo una documentazione unica nel suo genere rappresentata da diverse tipologie iconografiche nelle quali sono rappresentate i momenti salienti della celebrazione e che in seguito cercherò di spiegare.
Un altro elemento importante per la comprensione delle varie tappe della cerimonia è rappresentata dai resoconti epigrafici incisi su una colonna di marmo collocata nei pressi del Tarentum, pertinenti ai ludi di Augusto e Settimio Severo, e dalla dettagliata descrizione dei tre giorni di festa riportata da Zosimo: questi importanti elementi suggeriscono che la riforma della cerimonia in età augustea costituì il modello seguito nelle linee generali delle celebrazioni successive.
Con i dati in nostro possesso si possono tracciare con buona approssimazione tempi e luoghi della cerimonia. Negli ultimi giorni di maggio i quindicemviri e l’imperatore erano impegnati nella distribuzione ai cittadini di materiale per fumigazioni e nella raccolta di offerte per cereali. I Ludi Saeculares veri e propri prendevano avvio la notte del 1 giugno, con il sacrificio di nove pecore e nove capre alle Moire, seguito nelle due notti successive da quello delle Ilizie con l’offerta di popanae, libum e pthoes e alla Terra Mater che gli veniva sacrificata una scrofa gravida. I sacrifici diurni erano rivolti a Giove Ottimo Massimo e Giunone Regina sul Campidoglio rispettivamente il 1 e il 2 giugno ai quali venivano sacrificati tori e vacche; gli altri sacrifici diurni erano rivolti ad Apollo e Diana sul Palatino il 3 giugno con l’offerta di popanae, libum e pthoes. Le tre notti, poco prima dell’alba, 110 matrone celebravano i sellisternia sul Campidoglio in onore di Giunone e Diana, mentre subito dopo la fine dei sacrifici notturni una scena sprovvista di posti a sedere era destinata ad accogliere delle rappresentazioni teatrali che proseguivano ininterrottamente per i tre giorni e le due notti successive. A questi spettacoli si aggiungevano il 1 giugno i ludi scenici in un teatro ligneo costruito per l’occasione sulle rive del Tevere. Il 2 giugno, dopo il sacrificio dei quindicemviri a Giunone, le 110 matrone celebravano una supplicatio alla dea, mentre il 3 giugno i sacrifici ad Apollo e Diana erano seguiti da una processione di 27 bambini e 27 bambine che procedevano dal Palatino al Campidoglio, cantando l’inno secolare. I ludi si concludevano il 3 giugno con giochi circensi, probabilmente tenuti nel Trigarium, mentre nei giorni successivi prendevano avvio i ludi honorarii, costituiti da rappresentazioni teatrali e seguiti da gare nel circo. (altro…)
di Roberto Diegi
Servius Sulpicius Galba
Marcus Salvius Otho
Aulus Vitellius
Titus Flavius Vespasianus
L’anno 69 d.C. è comunemente chiamato l’anno dei quattro imperatori, perché in dodici mesi Roma vide alternarsi sul trono, in dura contrapposizione tra loro, i quattro di cui sopra, finchè Vespasiano sconfisse l’ultimo dei pretendenti, Vitellio, dando origine alla dinastia Flavia.
Galba
Il primo imperatore fu Servius Sulpicius Galba, nato nell’anno 3 d.C., di rango patrizio: figlio di Gaio Sulpicio Galba e di Mummia Acaica fu tenuto in grande considerazione da Augusto, Tiberio, Caligola e Claudio. Il suo personale cursus honorum era di tutto rispetto: governatore della Aquitania, console (nel 33), comandante militare della Germania Superiore, proconsole in Africa (nel 45) ed infine governatore della Hispania Tarraconensis.
Un lettore di Panorama Numismatico mi ha gentilmente segnalato il possesso di una strana moneta, precisamente un sesterzio di Filippo l’Arabo che non riusciva a catalogare.
Ho potuto in seguito esaminarla direttamente, questa é descrizione:
D/IMP M IVL PHILIPPVS AVG – Busto laureato e paludato a destra;
R/ PRINCIPI IVVENTVTIS – L’Imperatore in abito militare, in piedi a sinistra, che tiene una bacchetta nella mano destra ed una lancia con la punta rivolta verso il basso nella sinistra, alle sue spalle due insegne militari.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.116/febbraio 1997