VARIANTI, TIRATURE, CONII E RARITÀ DI SCUDI E MEZZI SCUDI CONIATI SOTTO IL PONTIFICATO DI PIO VII A ROMA
Questo breve studio intende mettere un poco d’ordine nella classificazione degli scudi e dei mezzi scudi d’argento coniati a Roma a nome di papa Pio VII e datati dal 1800 al 1815 pur con molti intervalli e sfasamenti rispetto alla loro effettiva coniazione.
Sull’argomento, in letteratura c’è molta confusione perché ogni opera ha seguito propri criteri di selezione e descrizione del materiale ma, sostanzialmente, tutti hanno copiato dal CNI, senza però fare attenzione ai conii o alle varianti più o meno significative. Muntoni distingue soltanto i vari millesimi e non fa alcun cenno alle diversità nei particolari come la forma delle nubi al rovescio o la dimensione delle lettere. Pagani, invece, presta più attenzione ai particolari ma la scarsità di illustrazioni rende poco utile il suo lavoro. Anche i suoi gradi di rarità non sembrano molto attendibili, almeno alla luce delle apparizioni in vendite pubbliche negli ultimi vent’anni, così come del resto quelli di D’Incerti.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.316 – Aprile 2016
È sicuramente azzeccato il sottotitolo di questo libro: molte piastre papali sono autentici gioielli numismatici e capolavori d’arte. La piastra, infatti, con le sue grandi dimensioni (arriva anche a 44 mm di diametro), consentiva all’artista di esaltare al massimo le proprie doti e, contemporaneamente, a chi la osservava, permetteva di apprezzarle. Del resto, è come se dovessimo ammirare in un museo un quadro di grandi dimensioni oppure una miniatura. È ovvio che il quadro attiri subito l’attenzione!
Anche se la prima piastra fu coniata da Sisto V (1585-1590), gli autori fanno partire il loro catalogo dagli scudi e relative frazioni fatti coniare da Clemente VII assediato in Castel Sant’Angelo durante il sacco di Roma nel 1527. Il titolo dell’opera, si legge infatti nella presentazione, potrebbe trarre in inganno, poiché vengono menzionate solo le piastre e gli scudi, mentre invece vengono esaminati anche i loro diretti frazionali, ovvero le mezze piastre ed i mezzi scudi. La scelta del titolo, quindi, è più “letteraria” che “scientifica”, in quanto il testo ripercorre la storia dei massimali d’argento dello Stato della Chiesa, i quali, con la loro bellezza, propagandavano in maniera diretta ed inequivocabile il messaggio dei Pontefici e della Santa Romana Chiesa.
Piastre e scudi papali: gioielli numismatici e capolavori d’arte. È questo il titolo della novità editoriale di Alberto D’Andrea, Christian Andreani, Alessio Novelli uscita a dicembre 2013: piastre, scudi, mezze piastre e mezzi scudi dal sacco di Roma all’invasione di Napoleone (1523-1799).
Le zecche trattate sono quelle di Ancona, Avignone, Bologna, Carpentras, Ferrara, Montalto e Roma.
L’indice: Introduzione La piastra e lo scudo nel sistema monetario papale, i Papi e le loro monete, Clemente VII (1523-1534), Paolo III (1534-1549), Giulio III (1550-1555), Marcello II (1555), Paolo IV (1555-1559), Pio IV (1559-1565), Pio V (1566-1572), Gregorio XIII (1572-1585) Sisto V (1585-1590) Urbano VII (1590), Gregorio XIV (1590-1591), Innocenzo IX (1591), Clemente VIII (1592-1605), Leone XI (1605), Paolo V (1605-1621), Gregorio XV (1621-1623), Urbano VIII (1623-1644), Innocenzo X (1644-1655), Sede Vacante 1655, Alessando VII (1655-1667), Sede Vacante 1667, Clemens IX (1667-1669), Sede Vacante 1669, Clemente X (1670-1676) Sede Vacante 1676 Innocenzo XI (1676-1689), Sede Vacante 1689, Alessando VIII (1689-1691), Innocenzo XII (1691-1700), Sede Vacante 1700, Clemente XI (1700-1721) Sede Vacante 1724 Innocenzo XIII (1721-1724) Sede Vacante 1724 Benedetto XIII (1724-1730), Clemente XII (1730-1740), Sede Vacante 1740, Benedetto XIV (1740-1758), Sede Vacante 1758, Clemente XIII (1758-1769), Sede Vacante 1769, Clemente XIV (1769-1774), Sede Vacante 1774, Pio VI (1775-1799), Appendice Bibliografia, Indice delle illustrazioni
Edizioni D’Andrea, Gennaio 2014, copertina cartonata con sovraccoperta, pp. 208 interamente a colori con descrizioni, cenni storici, rarità e valutazioni di mercato delle monete. In lingua italiana. E’ disponibile anche la versione in inglese: The papal piastra and scudo: numismatic jewelry and artistic masterpieces.
Come si può agevolmente constatare sia dai documenti che dalla notevole quantità di monete pervenuteci, gli anni intorno alla metà del Cinquecento nelle zecche italiane, specie del nord, furono caratterizzati da una attività assai intensa.
Nelle città emiliane, oltre ad una eccessiva quantità di moneta di bassa lega, furono emessi in abbondanza anche scudi d’oro deI sole e bianchi in argento.
Partendo da Parma per arrivare a Bologna, passando per Reggio Emilia, Modena, Mirandola e Ferrara, quale più quale meno, tutte le zecche furono interessate dal fenomeno, ma un particolare campo d’indagine è dato dalle tre zecche estensi, cioè Ferrara, la sede della corte ducale, Modena e Reggio Emilia, le quali durante il governo di Ercole II, dal 1534 aI 1559, conobbero un periodo di straordinaria attività.
Nell’ambito di queste periodo, il presente breve lavoro intende studiare i due citati tipi monetari, ovvero lo scudo d’oro del sole ed il bianco, battuti a Modena a nome del duca Ercole Il.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.105 / 1997, articolo richiesto da un ns. lettore.
Uno degli aspetti più curiosi di questa tipoìogia monetaria è la presenza di innumerevoli varietà iconografiche, più o meno importanti, osservando le quali ho formulato alcune considerazioni, che con l’ausilio di quanto già pubblicato e di alcuni documenti d’archivio, mi accingo a esporre.
Articolo completo in formato pdf richiesto da un ns. lettore: Alcune considerazioni sugli scudi da dieci paoli battuti nella zecca di Bologna durante il Governo provvisorio (R. Bruni) da Panorama Numismatico nr.97/maggio 1996