Il 2013 è stato un anno particolare per gli amanti dell’opera lirica, sono stati infatti commemorati sia il centesimo anniversario della prima rappresentazione di Aida all’Arena romana di Verona che il duecentesimo anniversario della nascita di Verdi.
Giuseppe Fortunato Francesco Verdi (1813-1901) è stato un compositore italiano, tra i più celebrati di tutti i tempi, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico mondiale. Ne musicò 28, tra i suoi capolavori Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), La Traviata (1953), ma il più noto e il più rappresentato, anche per la sua spettacolarità è, probabilmente, Aida (1871).
di Giuseppe Carucci
Le due rivoluzioni del 1917, quella borghese del febbraio e quella proletaria dell’ottobre, spazzarono via definitivamente il plurisecolare ordinamento monarchico assolutista e con esso tutte le sue monete. Non è chiaro quali fossero le intenzioni originarie del nuovo governo dei Soviet circa una eventuale nuova monetazione. Com’era purtoppo naturale aspettarsi, il cambio di regime non fu incruento: si era ancora in guerra e l’armistizio che il governo firmerà in seguito con la Germania sarà molto pesante, comportando perdite territoriali; mentre la Finlandia otterrà la Lenin la restituzione della piena indipendenza. Ben presto scoppiò anche una guerra civile, che durò anni e fu molto sanguinosa e crudele da ambo le parti. Da un lato i Belogvardeizy (guardie bianche), che si battevano per la restaurazione monarchica ma soprattutto per la ricostituzione del grande latifondo; dall’altra i Krasnoarmeizy (soldati rossi), decisi a difendere fino alla morte la vittoria dei Soviet. La guerra civile si protrasse per anni e in una certa fase sembrò che dovesse terminare con la vittoria dei bianchi sui rosse, grazie anche all’aiuto delle potenze occidentali. Dalla Siberia premevano le armate del generale Kolciak, dal sud gli eserciti dei generali bianchi Denikin, Kornilov e Wrangler, e così il regime sovietico si trovò a controllare solo una parte del paese. La rivoluzione finì comunque con la vittoria dei Bolscevichi, che riacquistarono il controllo dell’intero territorio. (altro…)
Le grandi monete sembrano non risentire affatto della crisi, anzi! Mai come in questi ultimi mesi sul mercato internazionale si sono succeduti realizzi record per monete rare ed importanti. Non è affatto una novità che a registrare dei top price siano state delle monete russe. Infatti, nell’asta che Sincona ha tenuto tra il 9 e il 12 ottobre scorso a Zurigo, è stata proposta una collezione di monete russe di particolare importanza. Da questa vendita abbiamo selezionato alcuni realizzi sensazionali.
Lotto 14. Rublo datato 1704 dello zar Pietro I il Grande (1672-1725). Se ne conoscono non più di 2 o 3 esemplari. Stimato 150.000 franchi svizzeri, è stato venduto a 750.000 franchi svizzeri.

(Fig. 1) Ingrandimento del rublo d’argento coniato in occasione dei 300 anni della dinastia Romanov, come evidenziato nel rovescio della moneta dalle date 1613-1913. Al diritto in primo piano il regnante al momento della coniazione, Nicola II, che fu anche l’ultimo della dinastia, e dietro di lui il capostipite, Mikhail Fiodorovic Romanov, che divenne zar nel 1613.
di Giuseppe Carucci
NEL 1949 NELL’URSS ANCORA PROVATA DALLA RICOSTRUZIONE POST BELLICA E DALLA DITTATURA, SI PENSO’ DI ISTITUIRE L’ORDINE DI STALIN. MA DOPO NON SE NE FECE NULLA E IL GRANDE E FEROCE DITTATORE NON FU EFFIGIATO NE’ SU MONETE, NE’ SU BANCONOTE NE’ SU ONORIFICENZE.
Austria, Germania e Russia divennero repubbliche. In Austria e Germania nacquero stati gravati da pesanti riparazioni di guerra nei confronti delle nazioni vincitrici a cui si aggiunsero perdite territoriali. L’economia distrutta produsse inflazione galoppante, l’arroganza dei vincitori, l’umiliante occupazione della regione carbonifera della Saar da parte della Francia, tutto ciò rese debole ed instabile la Repubblica di Weimar che era sorta sulle ceneri dell’impero del kaiser e portò la società tedesca alla deriva catastrofica del nazzismo che prometteva di riscattare l’orgoglio nazionale lavando le offese subite in nuovo sangue.
L’Italia d’altra parte, seppure nazione vincitrice, vide una monarchia che aveva assistito impaurita alla ecatombe di re ed imperatori e che pensò di aver individuato nel movimento fascista il giusto puntello che avrebbe garantito ancora lunga vita a casa Savoia.
Segue: articolo completo in formato PDF da Panorama Numismatico nr.223/novembre 2007