di Gianni Graziosi
Nel passato, nei periodi di grande instabilità politica, in occasione di rivolte, di guerre, si assisteva alla sparizione delle monete metalliche con tutte le conseguenti difficoltà nel commercio. Il metallo prezioso, ma anche quello cosiddetto vile, veniva tesaurizzato in attesa di tempi migliori. Spesso rame, ferro, piombo, stagno erano requisiti per essere utilizzati nella produzione di armi o attrezzature per l’esercito.
Un esempio emblematico, tra i tanti che si potrebbero fare, può essere fatto ritornando al 14 luglio 1789 quando il popolo di Parigi prese la Bastiglia ed ebbe inizio la Rivoluzione francese che operò una svolta irreversibile nella storia decretando la fine dell’Ancien régime. Tra i numerosi problemi affrontati dalla rivoluzione c’era anche la mancanza di metallo: rapidamente le monete in circolazione iniziarono a non essere sufficienti sia a causa dell’esportazione, una specie di fuga di capitali, che della tesaurizzazione.
Scarica articolo completo Quando le campane servivano per coniar sonanti monete tratto da Panorama Numismatico nr.347 Febbraio 2019
di Gianni Graziosi
La rivoluzione francese segnò una profonda svolta nella storia europea, sia in ambito politico, sociale, istituzionale che in campo economico. A causa della carenza di metallo monetabile lo stato, per cercare di contrastare la disastrosa condizione finanziaria, il disordine e l’incertezza in cui si trovava la Francia, si vide costretto a emettere moneta cartacea di valore puramente fiduciario. In questo modo videro la luce gli assignats (novembre 1789) e i billletes de confiance, emessi da diverse autorità come Distretti, Casse Municipali, Casse Patriottiche, in un numero incredibile di pezzi. Si valuta che di soli assignats, di importi differenti, ne vennero stampati per un valore di circa 45 miliardi di franchi, una cifra smisurata per l’epoca. Si può facilmente calcolare che, se fosse stato possibile convertire l’intero valore in oro, sarebbero occorse oltre tredicimila tonnellate di fino; un louis d’or de 24 livres datato 1793 (Convention nationale) conteneva 7,0028 g di metallo prezioso. Il numero degli assignats aumenta notevolmente se si tiene anche conto della grande quantità di falsi stampati sia dai sostenitori della monarchia che dagli inglesi i quali, ovviamente, erano fortemente ostili alla rivoluzione. Il declino degli assegnati iniziò pochi mesi dopo la loro prima emissione a causa sia dell’incertezza sul valore che delle continue emissioni. Alla fine caduti nel discredito generale, con il loro valore duemila volte inferiore a quello iniziale, erano diventati solamente carta straccia da mandare al macero.
Scarica l’articolo completo in formato PDF – MÈDAILLES DE CONFIANCE – tratto da Panorama Numismatico nr.339 – Maggio 2018