È uscito il numero di dicembre (a. XXXI, n. 301) di Panorama Numismatico.
La copertina è dedicata al testo che illustra i risultati dell’approfondita ricerca archivistica sulle emissioni della zecca di Bologna nel XIX secolo, portata avanti da Giovanni B. Vigna in collaborazione con Michele Chimienti e Guglielmo Cassanelli, giunta ora al terzo contributo incentrato sulla Monetazione di Sede Vacante 1829. Il ruolo della zecca di Bologna e i suoi rapporti con quella romana.
Gianni Graziosi dedica la rubrica Curiosità numismatiche ai Cari centesimi, ossia alla decisione presa dalla Commissione europea per gli Affari economici e monetari circa il destino dei centesimi, definiti «un costo per la collettività».
In queste righe dobbiamo formulare un doppio augurio: alla rivista che ci ospita che, con questo numero, spegne “300 candeline”, e non sono poche, in un momento in cui la crisi attanaglia anche la stampa periodica, numismatica e non solo. E un augurio va formulato al Bollettino del Circolo Numismatico Partenopeo, che ha appena visto la luce.
Ci sono delle coincidenze fortuite che vanno rimarcate: esattamente 25 anni orsono cessavano le pubblicazioni del «Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano», fondato nel 1913. Quindi, esattamente a un secolo di distanza, la città di Napoli può celebrare il ritorno sia di un nuovo Circolo Numismatico che di uno strumento di diffusione, che si inserisce nella grande tradizione della numismatica partenopea. Non è questo il luogo ma non si può non riconoscere il ruolo avuto da studiosi come Memmo Cagiati, Carlo Prota, Nicola Borrelli, Giovanni Bovi, per citarne solo alcuni, nel panorama della scienza delle monete. Questo Bollettino nasce quale strumento visibile del nuovo Circolo Numismatico Partenopeo, che sta ricevendo, meritatamente, molte adesioni; ed è stato presentato nella cornice del Convegno Numismatico che si è tenuto a Napoli, precisamente nell’Hotel Terme di Agnano, dal 26 al 28 settembre, presenziato da numerosi operatori commerciali di rilievo, a cui ha fatto da cornice un congruo numero di visitatori e di appassionati. Non possiamo non complimentarci con i promotori del neo-nato Circolo e con la redazione del nuovo Bollettino; un particolare riconoscimento è da attribuire a Francesco Di Rauso, vero “motore mobile” delle iniziative.
È uscito il numero di novembre (a. XXXI, n. 300) di Panorama Numismatico.
La copertina celebra una importante ricorrenza: il numero 300 della rivista.
Troverete all’interno, per la monetazione antica:
- Giovanni Santelli, Naxos: inediti brogli finanziari del V secolo a.C.: la riproduzione di monete conobbe già dall’antichità brogli e contraffazioni. Per difendere le proprie coniazioni, le autorità vi apponevano una contromarca.
- Alberto Campana, Una semisconosciuta emissione bronzea di Siracusa, studio di un esemplare inedito di moneta comparso di recente sul mercato, da ricondursi al IV secolo a.C.
- Pieluigi Debernardi, Studio dei conii di RRC 46/1 e 60/1c, un approfondimento riguardo il tesoretto di Orzivecchi pubblicato nel testo di Michael Crawford, Roman Repubblican Coinage.
- Roberto Diegi, I tetradrammi siriani dei Severi, Settimio Severo, Caracalla, Geta, monete forse ripetitive ma certo di grande fascino.
Gianni Graziosi affronta un tema affascinante: Divagazioni su ladri, falsificatori e tosatori di monete i quali, in passato, rischiavano pene dure e severe, dal bando alla fustigazione fino, nei casi più gravi, alla pena di morte.
È uscito il numero di ottobre (a. XXXI, n. 299) di Panorama Numismatico.
La copertina è dedicata a un approfondito articolo di Tiziano Francesco Caronni sulla Parpagliola milanese della PROVIDENTIA 1581-1657, le sue imitazioni e falsificazioni, uno studio che analizza “le analogie nei dettagli dei conii e dei simboli” – secondo le parole dello stesso autore – nelle emissioni milanesi con la raffigurazione della Provvidenza, dall’epoca di Filippo II a quella di Filippo IV.
Troverete poi:
- Gianni Graziosi, L’incredibile undici: la coppa del mondo di calcio è il pretesto per un excursus numismatico sulle emissioni di monete endecagonali, ossia a 11 lati, e su tutto ciò che riguarda il numero 11.
Per la monetazione antica, Maria Teresa Rondinella illustra i ritrovamenti di monete antiche sull’altura del Pizzo di Ciminna, lungo il fiume San Leonardo, in provincia di Palermo, riferibili a zecche puniche o siculo-puniche, siceliote, corinzie e locali. Lo studio è corredato da una ricca bibliografia.
È uscito il numero di settembre (a. XXXI, n. 298) di Panorama Numismatico, dedicato al Convegno Numismatico Partenopeo che si terrà a Napoli dal 26 al 28 settembre.
L’articolo di copertina, a firma di Francesco Di Rauso, intitolato Un coronato inedito di Ferdinando I d’Aragona. E sulla classificazione dei primi coronati della zecca di Napoli, è dedicato alle monete con la rappresentazione dell’incoronazione del sovrano coniate nella città partenopea tra 1459 e 1472.
Alla numismatica meridionale sono dedicati anche:
- Ortona, storia e monete, di Realino Santone: la cittadina adriatica ebbe licenza di battere moneta nel corso del XV secolo. Dei conii a noi noti fa parte il rarissimo denaro di Renato I d’Angiò.
- Pietro Magliocca firma due articoli, Le quadrupe e le doppie d’oro di Carlo V per i tumulti napoletani del 1547, un approfondito esame delle vicende storiche e delle monete coniate a Napoli in seguito agli avvenimenti di quell’anno cruciale, e Un inedito carlino napoletano di Filippo II re di Spagna (1556-1598), sulla moneta che porta inciso il motto “Fidei defensor”, dal quale si originarono numerose varianti.
- Fabrizio Arpaia tratta della Misteriosa iconografia di un rarissimo mezzo carlino napoletano di Filippo III di Spagna e di come le monete, straordinari mezzi di propaganda politica, abbiano veicolato anche immagini che traggono origine da complesse vicende storiche.
- Il tarì dimezzato nella zecca di Napoli. Osservazioni su un tarì con il nominale di un carlino, di Mauro Persico, va alla ricerca di esemplari appartenenti a questa tipologia “inattesa”.
- Varianti inedite nella medaglia napoletana del 1853, a firma anch’esso di Francesco Di Rauso, rintracciando affinità tra alcune prestigiose medaglie borboniche dedicate all’Incoronazione mariana, attribuisce a Scipione Catenacci un esemplare rimasto finora inedito.