di Giorgio Martinelli
Sul n. 7-8 della rivista “La Numismatica”, l’eminente studioso Remo Cappelli ha avanzato seri dubbi sulla autenticità della moneta da 100 Lire Oro 1940 anno XVlII, venduta all’asta n. 472 del 1 Maggio 1984 dalla Finarte di Milano.
Le motivazioni addotte dal Dott. Cappelli mi sembrano non sempre giustificate. L’autore infatti incentra la sua trattazione sulla ricerca da lui effettuata per stabilire se la moneta sia o non sia stata coniata dalla Zecca Italiana.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.6/novembre 1984, articolo richiesto da un ns. lettore.
DOPO LA BRECCIA DI PORTA PIA E L’INSEDIAMENTO DEI SAVOIA, ROMA CONOBBE UN DIFFUSO RINNOVAMENTO, SIA URBANISTICO CHE CULTURALE. MA IL PAPA PROSEGUI’ LA CONIAZIONE DELLE PROPRIE MEDAGLIE ANNUALI.
La mattina del 20 settembre 1870, dopo circa un’ora di combattimenti attorno le porte San Giovanni, San Pancrazio e Pia, le truppe del Regno d’Italia entrarono in Roma attraverso un varco aperto nelle mura presso quest’ultima porta e il pontefice Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) ordinò che le bandiere bianche, segno di resa, sventolassero sulle mura Castel Sant’Angelo, sui tetti del palazzo del Quirinale e sulla sommità della Basilica di San Pietro.
Nelle prime ore del pomeriggio della medesima giornata i capi di stato maggiore degli eserciti contendenti, Raffaele Cadorna (1815-1897) e Hermann Kanzler (1822-1888), sottoscrissero la capitolazione dello Stato pontificio.
Il primo articolo del trattato di resa stabiliva che La città di Roma tranne la parte che è limitata al sud dai bastioni Santo Spirito, e che comprende il monte Vaticano e Castel Sant’Angelo costituenti la città Leonina, il suo armamento completo, bandiere, armi magazzini da polvere, tutti gli oggetti di aspettazione governativa saranno consegnati alle truppe di S.M. il Re d’Italia.
Il plebiscito del 2 ottobre sancì il risultato dell’azione militare; su 167.548 aventi diritto a esprimere il proprio voto, 133.681 scelsero l’annessione di Roma all’Italia, mentre solo 1.507 votarono contro.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.287 / Settembre 2013
LA NOTEVOLE PRODUZIONE DI MONETE AUREE DA 20 LIRE E L’ISTITUZIONE DELL’UNIONE MONETARIA LATINA.
Circola voce che, con questo millesimo, i tondelli aurei da lire 20 siano stati battuti anche successivamente al 1882 e addirittura durante il regno di V.E.III. Per vero, non è solo una voce che circola ma tale affermazione è riportata, tanto per fare un esempio, anche dal Catalogo Gigante 2012 in nota. Più precisamente, la nota citata così recita: 1882. Le monete di questo tipo con questa data sono state coniate per almeno vent’anni, quindi anche sotto V.E.III. A sostegno di questa affermazione, tuttavia, non viene riportata la fonte. Cosicché, salvo che qualcuno sia al corrente di detta circostanza (fondandola però su dati controllabili e non soltanto sulla “tradizione orale”), tale asserzione allo stato sembrerebbe indimostrata. Da un testo del 1866 (appartenente ad una collana giuridica intitolata Il Filangeri, noto filosofo e giurista del Settecento), emerge un documento, in francese, della Convenzione stipulata a Parigi il 23 dicembre 1865, istitutiva dell’Unione Monetaria Latina e che, come è noto, riuniva fin dal principio il Belgio, la Francia, l’Italia e la Svizzera all’interno di un unico sistema monetario regolato da norme comuni. Ebbene, l’articolo 10 della suddetta Convenzione che, è opportuno precisare, venne ratificata dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 21.7.1866 nr. 3087, divenendo pertanto legge dello Stato, nell’articolo 10 così stabilisce:
La Convenzione istitutiva dell’Unione subì nel tempo rinnovi e revisioni. In particolare, sempre a Parigi, si stipulò, il 5 novembre 1878, un ulteriore accordo correttivo (nel quale compare anche la Grecia, che era entrata nell’U.M.L. fin dal 26 settembre 1868), che venne ratificato dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 1.8.1879 nr. 5061.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.275 / Luglio-Agosto 2012
ALCUNE PRECISAZIONI SU CINQUE MONETE DEL RE NUMISMATICO
Potrà apparire strano ma a quasi settant’anni dalla fine della monarchia in Italia e nonostante le decine di pubblicazioni e studi riguardo la monetazione del re numismatico, l’ultima delle quali è la pregevole opera di Domenico Luppino, Prove, progetti e rarità numismatiche della monetazione italiana (Eupremio Montenegro Editore), qualcosa sfugge o viene dimenticato, così da rendere necessario un richiamo o un’integrazione ai lavori svolti.
Citando, per motivi di comodità e cronologia, l’ultimo studio pubblicato, all’elenco mancano cinque monete che vado a descrivere di seguito, due delle quali sono già citate nell’ormai storica opera di Vico D’Incerti, Le monete discutibili del regno di Vittorio Emanuele III, pubblicato dalla Rivista Italiana di Numismatica (Milano 1956).
La mostra numismatica “Le monete dei Savoia. Dal nido savoiardo al regno d’Italia” che si è svolta, dal 17 marzo al 10 aprile 2011 presso il Salone d’Onore del Palazzo della Prefettura in Novara, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha offerto, mediante l’esposizione di 379 monete coniate dall’XI al XX secolo, una preziosa occasione per meglio conoscere gli avvenimenti della dinasta dei Savoia. La storia della nostra penisola è infatti strettamente collegata a quella di questa famiglia, una fra le più antiche d’Europa, quasi mille anni. L’unità nazionale nasce, il 17 marzo 1861, sotto l’egida della monarchia sabauda. L’importante iniziativa culturale è stata realizzata grazie alla collaborazione fra la Prefettura di Novara, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Provincia e il Comune di Novara, la Circoscrizione Centro di Novara, l’Associazione Culturale Phalantos, la delegazione F.A.I. di Novara ed anche grazie alla collaborazione e ai contributi di altri enti, associazioni, ma anche di privati cittadini. Questa lodevole iniziativa, oltre a mostrare che attraverso le monete si possono studiare aspetti culturali, storici, sociali ed economici di una nazione, ha anche il merito di aver dato alla stampa un interessante catalogo di ben 168 pagine con quattro contributi, scritti da diversi autori, e le immagini delle monete in esposizione.