di Francesco di Rauso
Giovanni Battista di Vico è oramai noto a tutti i cultori e collezionisti di medaglie italiane per la sua imponente presenza al dritto della medaglia. Il suo vero nome non fu Giovanni Battista Vico ma Giovanni Battista di Vico.
Qui di seguito, alcune ricerche d’archivio di Camillo Miniero Riccio (Napoli 1813-1882), storico archivista autore della scoperta del vero nome e della data di nascita e di morte del di Vico: Giovanni Battista di Vico, autore della Scienza Nuova nacque in Napoli il giorno 23 di giugno 1668 da Antonio di Vico e da Candida Masullo, ed il giorno dappoi fu battezzato nella chiesa parrocchiale di S. Gennaro all’Olmo dal curato D. Giuseppe Andrea Campanile […] al fol. 756 del libro 8 de’ battezzati si conserva nella parrocchia di S. Gennaro dell’Olmo si legge: A dì 24 di giugno milleseicentosessant’otto 1668 […] Gio. Battista fig.° d’Antonio di Vico e di Candida Masullo coniugi…
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.289 / Novembre 2013
di Lucio Esposito
GIOACCHINO MURAT TENTO’ DI INTRODURRE L’UNITA’ MONETARIA ANCHE NEL REGNO DI NAPOLI, CONFORMANDOLO SUL MODELLO FRANCESE. MA LA POPOLAZIONE ACCETTO’ MALVOLENTIERI IL CAMBIAMENTO.
Cenni storici
Nel 1808 Gioacchino Murat fu nominato re di Napoli da Napoleone I, a seguito della nomina di Giuseppe Bonaparte al trono di Spagna, che di fatto aveva reso vacante il regno sottratto ai Borbone. Il nuovo re fu entusiasticamente accolto dai napoletani che ne apprezzarono il temperamento sanguigno e coraggioso, l’indole goliardica, la bella presenza fisica ma, soprattutto, i tentativi di porre rimedio all’indigenza e alla miseria dei suoi sudditi.
L’ex giacobino rivoluzionò il regno introducendo nel 1809 il Codice Napoleone, il Codice di Commercio Francese e nel 1812 il Codice Penale. Riorganizzò l’esercito delle Due Sicilie conformandolo al modello francese, dando così ottime possibilità di carriera ai nobili che volessero intraprendere la vita militare. Finanziò opere pubbliche di rilievo come ad esempio, a Napoli, la costruzione del ponte della Sanità, di via Posillipo e gli scavi di Ercolano; si fece altresì notare per la sua volontà di abolire il feudalesimo, di eliminare il brigantaggio e di introdurre importanti sgravi fiscali. Tuttavia non riuscì ad accontentare tutte le classi sociali; i più scontenti furono i commercianti, ai quali il blocco navale imposto dagli inglesi rovinava gli affari. Inoltre, le nuove istituzioni sociali introdotte dal Codice Civile Napoleonico, come l’adozione e il divorzio, causarono l’inimicizia degli ambienti clericali.
In politica estera, non riuscì a riconquistare la Sicilia, laddove Ferdinando IV si era rifugiato sotto la protezione inglese, dovendo accontentarsi della conquista di Capri, sottratta agli inglesi per merito delle truppe francesi del generale Lamarque e di alcuni napoletani guidati dal principe Pignatelli Strangoli (3-4 ottobre 1808). Successivamente, a capo di un contingente di soldati del regno di Napoli, partecipò al fianco di Napoleone alla campagna di Russia e alla battaglia di Lipsia (1813). Dopo questa sconfitta cercò di salvare il trono facendo una pace separata con l’Austria. L’anno seguente, durante i cento giorni, fu di nuovo a fianco dell’imperatore, combattendo la guerra austro-napoletana per difendere il proprio regno, venendo tuttavia sconfitto nella battaglia di Tolentino (2 maggio 1815); il successivo trattato di Casalanza (20 maggio 1815), firmato presso Capua, sancì definitivamente la sua abdicazione e il ritorno di re Ferdinando sul trono.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.280.