A guardare le sei pagine di bibliografia riportata alla fine di questo volume non si può che rimanere sorpresi dall’interesse suscitato nel tempo e dalla qualità dei contributi dedicati alla zecca di Salerno. Di essa se ne sono occupati molti autori. Qui citeremo le monografie di Bellizia, uscita nel 1992, di Cagiati del 1925 e di Cappelli del 1972 ma vi sono altri autori che l’hanno trattata in opere più generali.
Tanto interesse è dovuto sicuramente al periodo di attività di questa zecca dell’Italia meridionale che si colloca nell’Alto Medioevo, epoca particolarmente studiata perché di passaggio dall’antichità all’età moderna nonché collocata geograficamente tra l’Oriente bizantino e l’Occidente carolingio prima e feudale poi. Nonostante una simile abbondanza, il giovane autore di questa monografia ha tentato di costruire un manuale della monetazione salernitana come mezzo di divulgazione.
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