LA NOTEVOLE PRODUZIONE DI MONETE AUREE DA 20 LIRE E L’ISTITUZIONE DELL’UNIONE MONETARIA LATINA.
Circola voce che, con questo millesimo, i tondelli aurei da lire 20 siano stati battuti anche successivamente al 1882 e addirittura durante il regno di V.E.III. Per vero, non è solo una voce che circola ma tale affermazione è riportata, tanto per fare un esempio, anche dal Catalogo Gigante 2012 in nota. Più precisamente, la nota citata così recita: 1882. Le monete di questo tipo con questa data sono state coniate per almeno vent’anni, quindi anche sotto V.E.III. A sostegno di questa affermazione, tuttavia, non viene riportata la fonte. Cosicché, salvo che qualcuno sia al corrente di detta circostanza (fondandola però su dati controllabili e non soltanto sulla “tradizione orale”), tale asserzione allo stato sembrerebbe indimostrata. Da un testo del 1866 (appartenente ad una collana giuridica intitolata Il Filangeri, noto filosofo e giurista del Settecento), emerge un documento, in francese, della Convenzione stipulata a Parigi il 23 dicembre 1865, istitutiva dell’Unione Monetaria Latina e che, come è noto, riuniva fin dal principio il Belgio, la Francia, l’Italia e la Svizzera all’interno di un unico sistema monetario regolato da norme comuni. Ebbene, l’articolo 10 della suddetta Convenzione che, è opportuno precisare, venne ratificata dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 21.7.1866 nr. 3087, divenendo pertanto legge dello Stato, nell’articolo 10 così stabilisce:
La Convenzione istitutiva dell’Unione subì nel tempo rinnovi e revisioni. In particolare, sempre a Parigi, si stipulò, il 5 novembre 1878, un ulteriore accordo correttivo (nel quale compare anche la Grecia, che era entrata nell’U.M.L. fin dal 26 settembre 1868), che venne ratificato dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 1.8.1879 nr. 5061.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.275 / Luglio-Agosto 2012
ALCUNE PRECISAZIONI SU CINQUE MONETE DEL RE NUMISMATICO
Potrà apparire strano ma a quasi settant’anni dalla fine della monarchia in Italia e nonostante le decine di pubblicazioni e studi riguardo la monetazione del re numismatico, l’ultima delle quali è la pregevole opera di Domenico Luppino, Prove, progetti e rarità numismatiche della monetazione italiana (Eupremio Montenegro Editore), qualcosa sfugge o viene dimenticato, così da rendere necessario un richiamo o un’integrazione ai lavori svolti.
Citando, per motivi di comodità e cronologia, l’ultimo studio pubblicato, all’elenco mancano cinque monete che vado a descrivere di seguito, due delle quali sono già citate nell’ormai storica opera di Vico D’Incerti, Le monete discutibili del regno di Vittorio Emanuele III, pubblicato dalla Rivista Italiana di Numismatica (Milano 1956).
ESCE IL PRIMO VOLUME DI PROVE PROGETTI E RARITA’ NUMISMATICHE DELLA MONETAZIONE ITALIANA, DEDICATO A CASA SAVOIA.
Nel mese di marzo 2012 è stato pubblicato da Eupremio Montenegro Editore, l’opera Prove e Progetti e rarità numismatiche della monetazione italiana (dal secolo V al 2002), dedicato alla monetazione di Casa Savoia.
Si tratta di un corposo volume di oltre 600 pagine con una ricca parte introduttiva, il quale che presenta un’accattivante copertina, opera di Giulia Chianese, che rappresenta una giovane Italia con, sullo sfondo, il tricolore con lo stemma Savoia e con la rappresentazione delle lire 5 del 1901.
Il libro si apre con una serie di ringraziamenti; particolarmente sentiti quelli rivolti al numismatico Alberto Varesi, che con grande signorilità, ha messo a disposizione il suo prezioso materiale fotografico. Un sentito ringraziamento è stato rivolto anche a staff e utenti del sito www.lamoneta.it. per la preziosa collaborazione. Segue una breve presentazione dell’opera a cura dell’editore, Eupremio Montenegro, che definisce l’opera un lavoro meticoloso, preciso e innovativo; non a caso, di ogni esemplare menzionato viene riportata la storia di tutte le apparizioni alle aste, i relativi prezzi di aggiudicazione, i riferimenti alle edizioni precedenti e l’inserimento di molte note chiarificatrici rispetto ad enigmi ed incognite fino ad oggi insoluti.
Un cenno particolare va fatto alla disposizione grafica che rende la ricerca facile e veloce grazie alla divisione delle monete in quelle coniate dalla Zecca e quelle emesse dalla ditta Johnson di Milano. I due stabilimenti hanno prodotto una serie infinita di prove e progetti, molte ancora a noi sconosciute, e una parte di queste sono per la prima volta catalogate grazie a un minuzioso lavoro.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.273 / maggio 2012
L’usanza di porre sulle monete l’indicazione della zecca emittente mediante un simbolo, una sigla o una lettera ha origini antichissime ed è generata, evidentemente, dalla necessità di responsabilizzare i monetari o i maestri di zecca della bontà del metallo coniato e dell’esattezza del peso prescritto.
Dalle monete di Alessandro Magno, da quelle romane imperiali del terzo secolo in poi, dalle bizantine alle medioevali e fino ai giorni nostri troviamo normalmente sulle monete, una lettera od un simbolo che distingue la zecca emittente.
La prossima Asta Bolaffi di numismatica si terrà a Torino il 1° dicembre. La più famosa casa d’asta italiana propone una nutrita collezione di monete e medaglie con oltre 1400 lotti in vendita. L’asta fa parte delle aste di autunno di Bolaffi, assieme a due aste di filatelia e manifesti.
Segnaliamo nell’asta numismatica nr.19 un‘ampia scelta di monete classiche con numerose presenze auree, alcune rare monete degli antichi Stati italiani e un’importante collezione degli ori di Vittorio Emanuele III, fra cui spicca la moneta di Prova del 100 lire Vetta d’Italia.
L’asta si svolgerà nella sala Bolaffi a Torino e sarà possibile partecipare anche via internet (asta live).