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L’ordine di Stalin

Data: 22 Ottobre 2012In: Decorazioni ed Ordini, Medaglie e decorazioniNessun commento

Rublo d’argento 1913

(Fig. 1) Ingrandimento del rublo d’argento coniato in occasione dei 300 anni della dinastia Romanov, come evidenziato nel rovescio della moneta dalle date 1613-1913. Al diritto in primo piano il regnante al momento della coniazione, Nicola II, che fu anche l’ultimo della dinastia, e dietro di lui il capostipite, Mikhail Fiodorovic Romanov, che divenne zar nel 1613.

di Giuseppe Carucci

NEL 1949 NELL’URSS ANCORA PROVATA DALLA RICOSTRUZIONE POST BELLICA E DALLA DITTATURA, SI PENSO’ DI ISTITUIRE L’ORDINE DI STALIN. MA DOPO NON SE NE FECE NULLA E IL GRANDE E FEROCE DITTATORE NON FU EFFIGIATO NE’ SU MONETE, NE’ SU BANCONOTE NE’ SU ONORIFICENZE.

Si può affermare, a ragion veduta, che l’Ottocento non finì con l’ultimo anno del secolo ma quasi due decenni dopo. Fu la Prima Guerra mondiale a segnarne la fine reale. Questa guerra determinò un’ecatombe morale, politica ed istituzionale. Scomparvero monarchie storiche che avevano segnato tutto il secolo precedente e non solo. Si dissolse l’impero austro-ungarico e scomparvero gli Asburgo. La monarchia prussiana che appena cinquant’anni prima aveva riunificato tutti gli stati tedeschi dopo la guerra vittoriosa contro la Francia di Napoleone III, crollò sotto il peso della sconfitta. La dinastia russa dei Romanov che aveva celebrato nel 1913 il suo terzo centenario (fig. 1) fu anch’essa spazzata via sia dalla guerra sia dal vento rivoluzionario che di essa fu conseguenza. Non si ebbero più né kaiser né zar, finirono le autocrazie, dalle ceneri austro-ungariche sorsero nuovi stati nazionali quali la Cecoslovacchia e la Yugoslavia unitaria che raggruppava Croazia, Serbia e Slovenia.

Austria, Germania e Russia divennero repubbliche. In Austria e Germania nacquero stati gravati da pesanti riparazioni di guerra nei confronti delle nazioni vincitrici a cui si aggiunsero perdite territoriali. L’economia distrutta produsse inflazione galoppante, l’arroganza dei vincitori, l’umiliante occupazione della regione carbonifera della Saar da parte della Francia, tutto ciò rese debole ed instabile la Repubblica di Weimar che era sorta sulle ceneri dell’impero del kaiser e portò la società tedesca alla deriva catastrofica del nazzismo che prometteva di riscattare l’orgoglio nazionale lavando le offese subite in nuovo sangue.

L’Italia d’altra parte, seppure nazione vincitrice, vide una monarchia che aveva assistito impaurita alla ecatombe di re ed imperatori e che pensò di aver individuato nel movimento fascista il giusto puntello che avrebbe garantito ancora lunga vita a casa Savoia.

Segue: articolo completo in formato PDF da Panorama Numismatico nr.223/novembre 2007

Il 10 rubli d’oro del 1894

Data: 26 Settembre 2011In: Monete EstereNessun commento
10 rubli d’oro del 1894

Fig. 1. Grande medaglia in argento coniata in occasione dell’incoronazione a Mosca. Opus Vazhenin. Al diritto teste accollate di Alessandro III e Maria Fiodorovna.

GRAZIE A NOTIZIE DI PRIMA MANO OTTENUTE A SAN PIETROBURGO VENGONO RIVISTE LA TIRATURE E LA RARITA’ DI UNA FAMOSA MONETA RUSSA DI FINE OTTOCENTO

Due sono i parametri che determinano il valore di una moneta: la qualità, intesa come grado di conservazione, e la tiratura. Quest’ultima però non è un valore assoluto poiché ci sono casi di monete coniate in numero relativamente alto di pezzi ma di rara apparizione e difficile reperimento sul mercato numismatico.

Di converso ci sono monete a bassa tiratura ma che compaiono spesso nelle aste numismatiche come ad esempio il 5 lire coniato da Vittorio Emanuele III nel 1911 in occasione del cinquantenario dell’unità d’Italia.

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Dove porta la passione

Data: 26 Agosto 2011In: Varie Numismatica, Varie NumismaticaNessun commento

50 copechi 1924

Fig. 1. Unione Sovietica. 50 copechi 1924.

di Giuseppe Carucci

Avere l’hobby del collezionare qualcosa è molto bello poiché riempie la vita, ti porta a fare ricerche, studi, ti entusiasma quando riesci a trovare un pezzo che ti mancava. Attenzione però, bisogna tenere a freno sia la tasca che, soprattutto, qualche momento negativo a livello emozionale.

(altro…)

Lo Zar Infante Pietro II

Data: 15 Aprile 2010In: Monete EstereNessun commento

di Giuseppe Carucci – da Panorama Numismatico nr.247/Gennaio 2010

SONO OTTO I NOMINALI BATTUTI DURANTE IL BREVE REGNO DI PIETRO II. VI SONO MOLTE VARIANTI ED ALCUNE CURIOSE IPOTESI SUI SUOI RITRATTI NELLE MONETE.

L’erede di Pietro I, lo zarevic Aleksej (fig. 1), giustiziato nel 1718 per alto tradimento, lasciò un figlio di nome Pietro avuto dal matrimonio con Sofia Carlotta Brunswick-Wolfenbuttel.

Aleksej assegnò al figlioletto Pietro due “educatori” i quali, quasi sempre ubriachi, davano da bere al piccolo del vino per addormentarlo e avere più tempo per dedicarsi alla loro occupazione principale che era appunto quella del bere.

(altro…)

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