di Roberto Diegi
RASSEGNA DI UNA DELLE IMMAGINI PIU DIFFUSE SULLA MONETAZIONE ANTICA, DALL’EPOCA ROMANA A QUELLA BIZANTINA.
La raffigurazione della Vittoria alata, in genere per solennizzare una vittoria ottenuta sul nemico di turno, è tra le immagini più utilizzate sui rovesci di molte monete imperiali romane. Spesso a ragione ma qualche volta a torto.
Vittoria (latino: Victoria), nella mitologia romana è infatti la dea personificante la vittoria in battaglia e si identificava o, meglio, si associava con Bellona, la dea della guerra. Ovvio, quindi, che dopo una vittoria militare si celebrasse la stessa con la raffigurazione su monete della Vittoria. Identificata con la greca Nike (chi non ha in mente la Nike di Samotracia?), la Vittoria era raffigurata come una giovane donna alata. A Roma aveva un tempio sul Palatino.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.301 – Dicembre 2014
di Roberto Diegi
RASSEGNA DI UNA DELLE IMMAGINI PIU DIFFUSE SULLA MONETAZIONE ANTICA, DALL’EPOCA ROMANA A QUELLA BIZANTINA.
Claudio II fu molto impegnato sul fronte militare a fronteggiare le pericolose invasioni di barbari alle frontiere nord-orientali. Prima gli Alamanni, che dovettero subire pesanti sconfitte, nel 268, poi i Goti, molto probabilmente assieme ad altre tribù sempre di stirpe germanica, che invasero l’Impero in un numero impressionante: si narra di oltre 320.000 armati che avrebbero invaso la Provincia Danubiana, per via di terra e, mediante migliaia di navi, fornite dagli Eruli, attraverso il Mar Nero e da qui nell’Egeo, contro le ricche città che si affacciavano su queste sponde. Ma i Goti e i loro alleati cercarono inutilmente di conquistare le ben munite città romane sul territorio danubiano e quelle sulle coste della Grecia e dell’Asia Minore. Le legioni romane guidate dall’imperatore in persona, con l’aiuto determinante del valido generale e futuro imperatore Aureliano, comandante della cavalleria dalmata, inflissero devastanti perdite ai Goti, praticamente annientando quella marea di armati e respingendo così il tentativo di invasione via terra. La battaglia decisiva avvenne nei pressi di Marcianopolis, in Tracia: era l’anno 269.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.302 – Gennaio 2015 (numero esaurito).
GLI APPROFONDIMENTI MULTIMEDIALI NELLE SALE ESPOSITIVE DEL MEDAGLIERE DI PALAZZO MASSIMO
Bollettino di Numismatica: Collezione De Sanctis Mangelli di monete romane provinciali Roma, 15 maggio 2015
Si è tenuta venerdì 15 maggio scorso, presso la sala conferenze di Palazzo Massimo alle Terme, la presentazione di due importanti eventi: l’uscita del nuovo numero del «Bollettino di Numismatica» interamente dedicato alla collezione De Sanctis Mangelli di monete provinciali romane e l’illustrazione del nuovo percorso espositivo multimediale “Le monete raccontano…”
Gran parte dell’evento di presentazione è stata dedicata all’importante lavoro di catalogazione intrapreso da Dario Calomino, il quale si è fatto carico della pubblicazione nella sua interezza della collezione De Sanctis Mangelli composta di 3000 monete romane provinciali e acquisita dallo Stato Italiano nel 1930.
L’Asta 15 di ACR è online e presenta una selezione di 904 lotti di monete greche, romane, bizantine, medievali e moderne.
Le offerte effettuate direttamente presso la sede di Artcoins, via email, via fax e online potranno essere effettuate sul sito ACR sino alle ore 08:00 del 27 Aprile 2015 per i lotti 1-330, sino alle ore 12:00 del 27 Aprile 2015 per i lotti 331-904. Le offerte tramite i portali Bid Inside, Sixbid e Numisbids potranno essere effettuate sino alle ore 08:00 del 27 Aprile 2015.
L’asta avrà luogo presso “The Charles Hotel“, in Sophienstraße 28, 80333 Monaco di Baviera, Germania, il 27 Aprile 2015 con il seguente orario:
Lunedì 27 Aprile 2015
10:00 – 13:30 hrs CET (Lotti 1 – 330)
14:30 – 19:30 hrs CET (Lotti 331 – 904)
ESPOSIZIONE
25-26 Aprile 2015 dalle ore 10:30 alle ore 19:00
presso The Charles Hotel, mappa
Live Bidding
L’Asta 15 LIVE é disponibile su bidinside.com, occorre essere registrati per participare. Gli utenti Bid Inside devono solo fare login e attenders per l’approvazione da parte di ACR Auctions.
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Sito web ACR Auctions
La fisionomia del primo imperatore cristiano attraverso le sue monete
I RITRATTI DI COSTANTINO SONO MOLTO DIVERSI TRA LORO E ALCUNI DIFFERISCONO NOTEVOLMENTE DALLA DESCRIZIONE DELL’IMPERATORE CHE FECERO I SUOI CONTEMPORANEI.
Costantino era figlio di Costanzo Cloro e della sua compagna Elena. Si conosce pochissimo della sua gioventù: perfino la sua data di nascita è incerta. Aveva una statura imponente, in grado di terrorizzare i suoi coetanei, ed era detto Trachala per il suo largo collo. Costantino venne nominato Cesare dall’Augusto di Occidente, Massimiano, di cui sposò la figliastra Teodora. Venne poi affidato all’Augusto d’Oriente, Diocleziano, e fu quindi educato a Nicomedia presso la corte dell’imperatore, sotto il quale iniziò la carriera militare.
Il primo maggio del 305, Diocleziano abdicò a favore del proprio Cesare Galerio e lo stesso fece Massimiano, in Occidente, a favore di Costanzo. Galerio nominò proprio Cesare il nipote Massimino Daia, mentre Costanzo scelse come proprio successore Flavio Severo. Fu in questo frangente che Costantino raggiunse il padre in Britannia e condusse con lui alcune campagne militari nell’isola. Circa un anno dopo, nel luglio del 306, Costanzo Cloro morì nei pressi dell’attuale York e l’esercito proclamò Costantino nuovo Augusto d’occidente, mettendo così a repentaglio il meccanismo della tetrarchia, ideato da Diocleziano proprio per porre termine all’uso ormai consolidato degli eserciti di proclamare di propria iniziativa gli imperatori.
La proclamazione di Costantino ad Augusto era quindi avvenuta secondo un principio dinastico, invece del sistema di successione per cooptazione che aveva cercato di instaurare Diocleziano. La crisi del sistema tetrarchico portò ad una lunga serie di guerre civili. Si ebbero inizialmente quattro augusti (Galerio e Massimino Daia in Oriente, Licinio in Illirico e Costantino nelle province galliche e ispaniche, mentre Massenzio, il figlio dell’antico collega di Diocleziano, Massimiano, restava come usurpatore a Roma, in Italia e in Africa.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.304 – Marzo 2015