di Antonio Campana
I . SERIE CON SCENA DEL GIURAMENTO (CIRCA 225 A.C.)
Parte prima
Le monete d’oro di Roma del periodo repubblicano non ebbero parte stabile nel sistema monetario, almeno fino al I secolo a.C. Infatti l’economia di Roma era saldamente basata sul denarius d’argento e le emissioni in oro ebbero carattere saltuario, legate generalmente a particolari ed eccezionali circostanze storiche.
Lo scopo del presente articolo è di fornire un’aggiornata analisi numismatica della prima emissione in oro al nome di Roma.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.123/ottobre 1998 richiesto da un ns, lettore.
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AUREO & Calicó ha presentato la sua asta IMAGINES IMPERATORVM che si terrà l’8 Febbraio a Barcellona (Plaça de l’Àngel 2). Il catalogo é disponibile sul sito:www.aureo.com, dove è possibile fare direttamente offerte. Oppure è possibile partecipare all’asta in sala tramite questo link: www.the-saleroom.com.
Da molti anni l’Akademie des Wissenschaften austriaca sta portando avanti un ambizioso progetto volto a pubblicare un corpus della monetazione imperiale romana chiamato Moneta Imperii Romani (MIR). L’uscita di questi volumi di diversi autori ed in lingua tedesca, è molto saltuaria e non ordinata cronologicamente. Ricordiamo, per esempio, l’uscita del volume su Aureliano (il MIR 47) uscito nel 1993 a cura di Robert Göbl e quello di Michael Alram su Massimino il Trace (il MIR 27) del 1989. Se non andiamo errati l’ultimo uscito dovrebbe essere stato quello di Robert Göbl del 1999 su Valeriano I, Gallieno, Regaliano, Macriano e Quieto (MIR 36, 43, 44).
Flavius Theodosius Iunior (Teodosio II)
Flavius Constantius (Costanzo III)
Flavius Claudius Constantinus (Costantino III)
Iohannes Primicerius (Giovanni I)
Teodosio II, nato nel 401, era figlio di Arcadio e di Aelia Eudoxia e alla morte del padre divenne imperatore d’Oriente. Essendo poco più di un bambino fu affidato alla tutela di Antioco, importante eunuco di corte, mentre la reggenza dell’Impero d’Oriente venne assunta da Antemio, un sofista di fede pagana.
Questo interessante libro ripercorre la storia del Cristianesimo a partire dalla sua definitiva accettazione come religione di stato sotto Costantino attraverso l’immagine di Cristo e del simbolo cristiano per eccellenza, il monogramma chi-ro, sulle monete. Questo percorso inizia appunto abbastanza timidamente sotto l’imperatore Costantino il quale, dopo secoli di feroci persecuzioni da parte di alcuni suoi predecessori, tra cui vi è da annoverare anche Diocleziano, spianò definitivamente la strada al riconoscimento di quella religione. Memore di quanto era accaduto nella battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio nel 312, quando disse di aver avuto il sostegno dal Dio cristiano, Costantino non solo riconobbe la liceità del Cristianesimo ma cominciò a favorirlo anche se lo considerava un mezzo per regnare utilizzando i Cristiani al servizio dell’Impero. Tuttavia accanto alla nuova religione ora tollerata persistevano i culti tradizionali tanto che Costantino continuò ad essere il pontefice massimo della religione pagana ed accettando a sua volta che rimanessero i culti tradizionali nelle città e nell’esercito. Anche nelle monete non ci fu un passaggio repentino dai simboli pagani a quelli cristiani. Fu solo verso il 320 che, delineandosi ormai la lotta con Licinio, il quale aveva ripreso le persecuzioni contro i Cristiani, al contrario Costantino improntò la sua azione politica alla ricerca di più larghi consensi cristiani tanto che nella battaglia di Crisopoli sugli stendardi della sua cavalleria comparve ancora, come a Ponte Milvio, il signum dei Cristiani in un cerchio dorato. Da quella vittoria in poi fu un crescendo lento, molto lento, ma inarrestabile di simboli cristiani per poi arrivare all’immagine di Cristo seguita anche da quella della Vergine e poi dai Santi.