di Roberto Diegi
Perché un mio articolo sui Valentiniani? L’occasione mi è stata fornita, del tutto involontariamente, da un signore che si chiama appunto Valentiniano. Parlerò, dunque, di quella dinastia (il termine è improprio ma rende l’idea) di imperatori del IV secolo d.C. che, nel bene e nel male, hanno lasciato una traccia importante nella storia.
Valentiniano I era nato nel 321 in Pannonia e aveva servito militarmente sia sotto Giuliano – che peraltro lo aveva esiliato a Tebe, in Egitto, a causa della sua fede cristiana – che Gioviano. Alla morte di quest’ultimo gli alti ufficiali dell’esercito proclamarono imperatore Valentiniano che aveva dimostrato in più occasioni di avere attitudine al comando. La proclamazione del nuovo imperatore avvenne a Nicea nel febbraio del 364.
Quando esaminiamo una moneta, rigirandola tra le dita, ingrandire i particolari attraverso la lente, con l’ammirazione e lo stupore che ha sempre accompagnato la contemplazione delle finzioni d’arte e delle testimonianze del passato, vorremmo alla fine conoscerne tutte le notizie possibili: l’epoca, la città, l’autore della coniazione.
Articolo richiesto da un nostro lettore, scarica articolo completo Cronologia e politica monetaria alla luce dei di valore delle monete etrusche e romane tratto da Panorama Numismatico nr.49/gennaio 1992
Richiesta Articoli ArretratiSono recentemente apparsi sul mercato numismatico alcuni bronzi dell’Impero Romano, che ritengo meritino qualche commento. Procedendo per ordine cronologico, il primo appartiene ad una rara emissione a nome dell’imperatore Vespasiano. Segue
Articolo richiesto da un nostro lettore, uscito su Panorama Numismatico nr.109/giugno 1997: scarica Appunti di numismatica romana in formato PDF.
Richiesta Articoli ArretratiIn questo volume si pubblicano le 523 monete recuperate nello scavo della Regio VIII, insula 7, 1-15 di Pompei, nell’ambito delle indagini archeologiche condotte tra il 2005 e il 2009, in seno al Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia dell’University of Cincinnati (OH-USA).
Studiare la moneta a Pompei significa certo analizzare e percepire l’incidenza che questo strumento ha avuto nelle attività economiche e sociali del mondo antico, indagarne i movimenti, l’uso che ne è stato fatto, i contesti che l’hanno restituita; ma significa anche provare ad avvicinare e percepire una storia culturale, quella di un Mediterraneo che nel passato comunicava, nonostante guerre e divisioni, molto meglio rispetto a quanto siamo in grado di fare oggi, in cui transitavano uomini e merci, idee e monete, appunto: Pompei è infatti caratterizzata, nell’arco di tutta la sua vita, dall’eterogenea e disinvolta presenza di moneta “mediterranea”. Studiare la moneta utilizzata nella cittadina vesuviana significa dunque tentare di recuperare e comprendere meglio quel ruolo di “oggetto sociale” che la moneta ha rivestito nel mondo antico e che, anche se con notevoli differenze, tuttora riveste.
Monete imperiali greche della zecca di Alessandria d’Egitto
Per chi colleziona o studia le monete romane alessandrine un riferimento fondamentale è quello del Dattari, il catalogo della monumentale raccolta formata da Giovanni Dattari tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Di origini livornesi, gestì un fiorente commercio di antichità ad Alessandria d’Egitto e gli passarono tra le mani anche dei ripostigli che, numerosi, venivano alla luce negli scavi. Come noto, la circolazione monetaria nell’Egitto romano era molto particolare poiché era limitata alle sole monete coniate nella zecca di Alessandria. Le stesse monete coniate in Roma, denari e bronzi, non erano ammesse. L’oro invece sembra vi potesse circolare visto che la zecca di Alessandria non lo batteva.