di Realino Santone
I GIGLIATI DI RE ROBERTO CON SIMBOLI
UN ESEMPLARE INEDITO
Il gigliato (o carlino o, in seguito, robertino), è una moneta in argento che venne introdotta sotto re Carlo II d’Angiò (1285-1309), dal valore di dieci grana e peso di 4 grammi.
Con re Roberto d’Angiò (1309-1343), figlio di Carlo II, queste monete ebbero un notevole successo in Italia e nel Mediterraneo anche grazie agli scambi commerciali e venivano tosate e imitate da altre zecche. Per ovviare al problema, nella zecca di Napoli si decise di apporre dei simboli sul dritto della moneta “a garanzia del giusto peso”.
Sono noti i simboli: ghianda, giglio, mano che porge fiore, sperone, sperone e N, sperone/sperone, globetto, tre cerchietti in verticale, cerchietto a sinistra.
L’interessante esemplare qui riportato, che presenta al dritto un cerchietto sul lato destro di fronte al leone, non mi risulta censito sui principali testi consultati.
L’immagine è tratta dall’asta n. 7 di Numismatica Picena, che si ringrazia.
di Roberto Costanzo
DUE MONETE NAPOLETANE DA MEZZO DUCATO CHE PRESENTANO VARIANTI NELLE LEGENDE.
La recente asta Nomisma (asta 12 e-live) ha offerto due pezzi napoletani da mezzo ducato di Filippo II (1554-1598), entrambi coniati nel 1575 ma differenti l’uno dell’altro.
Il primo (lotto 2458) reca al dritto la data scritta in maniera “retrograda”, preceduta dalla nota sigla “vp” (vp è leggibile, invece, da sinistra a destra). Inoltre, al rovescio, lo scudo ha la foggia “a mandorla” o “a cuore”, propria – dato interessante – dei rarissimi pezzi da mezzo ducato 1573 (PR 16) e 1571 (PR 23). (altro…)
Dal 4 al 6 settembre 2015 presso l’Hotel Terminus, Piazza Garibaldi, 91 80142 Napoli, vedi mappa.
Programma
venerdì 4 settembre
dalle ore 10,30 alle 18,00
sabato 5 settembre
dalle ore 9,30 alle 18,00
Conferenza scientifica monetazione antica e, in occasione del bicentenario del congresso di Vienna del 1815, la numismatica dei napoleonidi, il congresso di Vienna e la restaurazione.
domenica 6 settembre
dalle ore 9,30 alle 13,00
In queste righe dobbiamo formulare un doppio augurio: alla rivista che ci ospita che, con questo numero, spegne “300 candeline”, e non sono poche, in un momento in cui la crisi attanaglia anche la stampa periodica, numismatica e non solo. E un augurio va formulato al Bollettino del Circolo Numismatico Partenopeo, che ha appena visto la luce.
Ci sono delle coincidenze fortuite che vanno rimarcate: esattamente 25 anni orsono cessavano le pubblicazioni del «Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano», fondato nel 1913. Quindi, esattamente a un secolo di distanza, la città di Napoli può celebrare il ritorno sia di un nuovo Circolo Numismatico che di uno strumento di diffusione, che si inserisce nella grande tradizione della numismatica partenopea. Non è questo il luogo ma non si può non riconoscere il ruolo avuto da studiosi come Memmo Cagiati, Carlo Prota, Nicola Borrelli, Giovanni Bovi, per citarne solo alcuni, nel panorama della scienza delle monete. Questo Bollettino nasce quale strumento visibile del nuovo Circolo Numismatico Partenopeo, che sta ricevendo, meritatamente, molte adesioni; ed è stato presentato nella cornice del Convegno Numismatico che si è tenuto a Napoli, precisamente nell’Hotel Terme di Agnano, dal 26 al 28 settembre, presenziato da numerosi operatori commerciali di rilievo, a cui ha fatto da cornice un congruo numero di visitatori e di appassionati. Non possiamo non complimentarci con i promotori del neo-nato Circolo e con la redazione del nuovo Bollettino; un particolare riconoscimento è da attribuire a Francesco Di Rauso, vero “motore mobile” delle iniziative.
di Francesco Di Rauso
CONIATI TRA 1459 E 1472, ALCUNI CORONATI DELL’INCORONAZIONE ED UNZIONE PORTANO SIGLE SIA SUL DRITTO CHE SUL ROVESCIO, PARTICOLARITÀ MAI NOTATA IN PRECEDENZA
Coronatus quia legitime certavit, “Incoronato perchè combatté legittimamente”. Questa la frase protagonista del dritto dei primi coronati battuti a Napoli durante il lungo regno di Ferdinando I d’Aragona (1458-1494), un messaggio dal profondo significato politico che rafforzò, come vedremo di seguito, l’immagine del giovane sovrano passato alla storia come uomo dall’indole spietata e vendicativa, principe indiscusso del ‘400 napoletano, amante delle arti, stratega militare, figlio illegittimo e prediletto del re Alfonso V d’Aragona (I per Napoli).
L’inizio del suo lungo regno fu contrassegnato da una serie di difficoltà politiche e militari: appena salito al trono subì un grave affronto dal pontefice Callisto III il quale non lo riconobbe re di Napoli; dovette inoltre fronteggiare una serie di attacchi da parte di Giovanni d’Angiò (duca titolare di Calabria), pretendente al trono di Napoli e figlio di Renato d’Angiò, ex sovrano di Napoli detronizzato da Alfonso d’Aragona nel 1442. Alcuni nobili del regno, senza scrupoli, ritennero molto più conveniente allearsi con l’angioino, le ostilità sfociarono in una cruenta guerra che vide da un lato il re di Napoli in difesa dei propri diritti e dall’altro il figlio di un re deposto deciso a riprendersi ciò che venne tolto al padre.
Segue: l’articolo di copertina del numero di settembre (a. XXXI, n. 298) di Panorama Numismatico, dedicato al Convegno Numismatico Partenopeo che si terrà a Napoli dal 26 al 28 settembre é disponibile qui in formato pdf.