di Pasquale Attianese
IL FIUME CALABRESE ESARO NELLE FONTI ANTICHE E SULLE MONETE
Quale dei due Esaro ha avuto il nome per primo?
Nell’attuale Calabria (antico Bruttium dei Romani, Βρεττανία per i Greci), il nome Aisaros [Αίσαρος], Esaro, è attribuito a due fiumi e ad un piccolo lago artificiale. Il lago ed un fiume sono ubicati in provincia di Cosenza, nella Calabria settentrionale, l’altro corso d’acqua scorre nella provincia di Crotone. Il piccolo bacino lacustre, nel comune di Roggiano Gravina, ha origine dal fiume Esaro come immissario ed emissario, è stato realizzato sbarrando con una diga in cemento armato e calcestruzzo, dopo avere incanalate le acque del fiume omonimo. Ancor oggi questa diga, per varie ragioni, non è stata completata e così l’opera si classifica tra le tante incompiute calabresi. Lo scopo della realizzazione sarebbe stato quello di un bacino idrico per la pianura di Sibari e per produrre energia elettrica. Il fiume, attraversando numerosi comuni della provincia di Cosenza (Malvito, Roggiano Gravina, Santa Caterina Albanese, San Lorenzo del Vallo e Spezzano Albanese), ha origine dai monti Petricelle (m 1758 s.l.m.) e La Caccia (m 1744 s.l.m.). In pratica, è il principale tributario del fiume Cosciale ed è altresì il più importante subaffluente del Crati. È caratterizzato da una portata annua di quasi 9 m.³/s., è lungo 47 km, con un bacino idrografico di 543 km². La foce è nel mare Jonio.
PUGLIA NUMISMATICA, VETRINE E ITINERARI DEL PORTALE NUMISMATICO DELLO STATO
Taranto, Museo Archeologico Nazionale, 7 giugno 2013
Latiano (BR), 8 giugno 2013
In occasione della pubblicazione del primo volume in versione cartacea della collana “Notiziario del Portale Numismatico dello Stato”, la Direzione Generale per le Antichità del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, d’intesa con la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia e in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., del comune di Latiano (BR), del comune di Mesagne (BR) e della Fondazione Casa Museo Ribezzi Petrosillo di Latiano promuove la manifestazione “Puglia Numismatica. Vetrine e itinerari del Portale Numismatico dello Stato”, dedicato alla tutela, alla fruizione e alla valorizzazione della numismatica archeologica in Puglia, il cui programma fornito in allegato si articolerà in due momenti e in due luoghi diversi:
Il primo Incontro si svolgerà il 7 giugno 2013 alle 17 presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Per l’occasione saranno presentati il primo volume del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato in versione cartacea e le Vetrine Virtuali dei tesoretti monetali pugliesi conservati nel Museo e fruibili sul Portale. Interverranno, tra gli altri, Luigi la Rocca, soprintendente per i beni archeologici della Puglia , Antonietta Dell’Aglio, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Renata Cantilena, ordinario di Numismatico presso l’Università di Salerno e Aldo Siciliano, presidente dell’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia.
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Aspetti dell’iconografia monetale dell’antica Polis tirrenica.
CHI È LA FIGURA FEMMINILE CHE COMPARE NEI ROVESCI DELLE BELLISSIME MONETE DI TERINA? È FORSE NIKE? OPPURE LA SIRENA LIGEA?
di Francesco Cristiano
Da poco più di un secolo un ristretto numero di studiosi si occupa delle monete di Terina alla ricerca di spiegazioni convincenti che schiariscano la nebbia che avvolge gli splendidi coni della città tirrenica ritenuti, al pari di quelli di Siracusa, creazioni del miglior periodo dell’arte classica. La ricerca pone attenzione su molteplici aspetti, dalla nascita (cronologia) alla interpretazione dei tipi, dalla circolazione all’impatto artistico dell’unico elemento diretto, reale e certo che abbiamo della città di Terina: le sue monete.
La coniazione non è molto ampia. Il corpo degli stateri realizzato da Regling nel 1906 enumera circa 500 monete. Si tratta di una serie monetale di grande varietà ed immaginazione per la scelta stilistica dei suoi tipi. Terina, infatti, come poche altre zecche greche fecero, produsse, in un breve arco di tempo (da poco dopo la metà del V fino alla prima metà del IV secolo a.C.), una ricchezza notevole all’interno della variazione artistica dei suoi stessi temi, dimostrando non solo la sua indipendenza e la sua fiorente ricchezza economica, ma soprattutto il forte significato e la grande dedizione spirituale verso il proprio simbolo. (altro…)
VI PERIODO: ca. 36 a.c.
Entella coniò monete anche in piena epoca romana. Il figlio secondogenito di Pompeo Magno, Sesto Pompeo, che era incluso nelle liste dei proscritti dopo la costituzione del triumvirato tra Ottaviano, M. Antonio e Lepido (autunno del 43 a.C.), era riuscito ad occupare la Sicilia. Dopo un iniziale accordo con il governatore cesariano dell’Isola, A. Pompeo Bitinico, lo mise a morte, divenendo così il vero signore della Sicilia. Nel contempo avviò un’ intensa attività di pirateria e di blocco delle forniture di grano, causando gravi disagi alla stessa popolazione romana. La difficile situazione dell’annona degenerò in vere e propri e sommosse popolari della plebe romana nel 40 a.C. esasperata dal costante aumento di prezzo delle derrate alimentari. Ottaviano e M. Antonio furono quindi costretti a concludere nella primavera del 39 a.C. a Miseno un accordo con Sesto Pompeo. Dopo una fallita spedizione in Sicilia nel 38 a.C. le truppe dei triumvirati riuscirono a sbarcare in Sicilia nel 37 a.C. In particolare il prefetto di M.Antonio, L. Sempronio Atratino, occupò ufficialmente Lilybaion e risalì lungo la valle del Belice, espugnando anche Entella, mentre le truppe di Ottaviano si concentrarono sul fronte peloritano. Con la definitiva sconfitta di Sesto Pompeo nella battaglia navale a Nauloco (3 settembre 36 a.C.) la Sicilia era rientrata nelle mani dei triumviri.
Segue: articolo completo in formato pdf (10 pagine) da Panorama Numismatico nr. 116 – Febbraio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.
Vedi anche Sicilia: Entella (440-36 a.c.) – parte I
di Pasquale Attaniese
Qualche tempo fa sono sta to informato da un amico agricoltore che, nella zona del Metapontino, nel corso di lavori agricoli, aveva rinvenuto una strana moneta, che presenta un foro praticato in antico verso la parte superiore del tondello ed in modo che il tipo del diritto risulti perfettamente in asse col foro stesso.Da questo ho dedotto che il pezzo in questione poteva essere adoperato come pendente per un laccio, una collana, o altro.
Non è stato possibile conoscere con esattezza il contesto del rinvenimento, in quanto il fondo agricolo, interessato da un consistente insediamento antico, è stato sottoposto a profonda aratura e completamente dissestato. Tuttavia, con le dovute cautele, data l’abbondanza e la qualità del materiale frammentato superstite in zona, suppongo si tratti di un grosso edificio pubblico cultuale. Non è prudente, però, dire di più per l’obiettività che deve sempre contraddistinguere gli studi sulle vestigia del passato.
Ho avuto facilmente la disponibilità del pezzo, di cui qui di seguito traccio una scheda e la relativa descrizione. Metallo: piombo, con bella patina ben distribuita, di colore grigio chiaro con zone tendenti al giallino.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.133/settembre 1999 – articolo richiesto da un ns. lettore.
Vedi anche sullo stesso argomento: Un tipo di raffigurazione inedito nella misteriosa monetazione incusa dell’antica Kaulonia nel Bruttium