di Lorenzo Bellesia
Nel numero di marzo scorso [ndr nr.183 – marzo 2004] avevo pubblicato una curiosa matrice per produrre monete false da 20 kreuzer con una colata di una povera lega a base, probabilmente, di stagno. Raccogliendo nuova bibliografia sull’argomento ed altre piccole notizie se ne può dedurre che questo pratico sistema di produzione a fusione fu molto in voga tra la fine del Settecento fino al Novecento infestando la circolazione monetale di tutta la penisola.
La fusione infatti era assai più semplice della coniazione e, bontà del metallo a parte, costava molto meno. L’economista Ferdinando Galiani nel suo Della moneta proponeva, per risparmiare sui costi della zecca, di ritornare all’antico modo della fusione. Qui sarebbe ogni vantaggio. Due punzoni d’acciaio stamperieno il dritto e’l rovescio d’una moneta in due madri, e quasi petrelle di rame, ove due uomini, senz’altra spesa che calo, rinettatura e carvone, ogni gran somma il giorno ne getterieno, tutte eguali di peso e di corpo, e perciò più atte a scoprire o forbicia o falsità. La fusione garantiva quindi bassi costi di produzione ma poteva essere usata anche dai falsari.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.189 – ottobre 2004
Vedi anche Ancora sulle monete false ottenute per fusione (articolo online) tratto da Panorama Numismatico nr. 225/gennaio 2008