di Elio Concetti
DOPO SECOLI DI DOMINAZIONE TURCA LA GRECIA RIACQUISTO’ L’INDIPENDENZA NEL 1827 GRAZIE SOPRATTUTTO ALL’OPERA DEL CONTE GIOVANNI ANTONIO DI CAPODISTRIA. IL SUO NOME COMPARE INFATTI NELLE PRIME MONETE GRECHE DELL’ETA’ CONTEMPORANEA.
Nelle aste del 2, 3 e 4 novembre 2005 indette dalla ditta Busso Peus Nachf.Francoforte sul Meno sono stati esitati alcuni esemplari della monetazione greca in epoca moderna: un 10 lepta fatto coniare a Egina nel 1828 da Giovanni di Capodistria in conservazione BB è stato aggiudicato a 875 euro, mentre un 2 lepta del 1832, coniato a Monaco di Baviera, è stato venduto a 500 euro; un lepton del 1832, SPL battuto nella stessa zecca, valutato 150 euro è stato aggiudicato a 675. Dunque queste monete sono da considerare documenti storici di valore ed importanti esemplari numismatici della Grecia risorta dal dominio ottomano nei primi decenni dell’Ottocento. Le monete di Giovanni di Capodistria coniate per pochi anni in Grecia per la loro rarità acquistano un elevato valore numismatico e commerciale. Meno importanza viene data alle monete dello stesso tipo realizzate a Monaco di Baviera durante il regno di Ottone di Wittelsbach, figlio del re Luigi I di Baviera, posto sul trono greco a seguito della convenzione di Londra del 1832, egli però raggiunse la Grecia solo nel 1833. Sulla scia delle suddette aste pubbliche in cui si sono posti in evidenza alcuni esemplari della tipologia citata, si può affermare che tale monetazione ha in Italia pochissimi collezionisti, quindi si ritiene opportuno far conoscere, attraverso un ragguardevole esemplare, alcuni dati della monetazione in questione. Si tratta di una moneta da 20 lepta, in rame, del diametro di mm 35 e del peso di grammi 30. Nel contorno riporta piccoli cerchi in incuso. Le diciture sono in lingua greca. Nel diritto si nota una fenice col capo rivolto verso l’alto da dove escono raggi di luce.
Nella rubrica “Scaffale” del n. 85 (Aprile 1997) di CRONACA NUMISMATICA è apparsa la recensione di un articolo sulle presunte prove di Napoleone II, da noi prodotto e che è stato pubblicato sul n. 104 (anche su questo sito) della rivista PANORAMA NUMISMATICO. Il recensore, che ringraziamo per la sua attenzione al nostro lavoro, fa una analisi critica interessante e, come ogni recensione che si rispetti, anche la sua fornisce dati complementari, nuove notizie sull’argomento. suggerisce considerazioni e indica alcuni elementi per diverse valutazioni. Però, in questi casi c’è sempre un però, il recensore non ci trova consenzienti su tutto e ribadiamo che le suddette “prove” potevano essere prodotte solo nei periodi in cui Napoleone I era esautorato militarmente e politicamente.
Quindi crediamo di non aver esposto tesi improbabili e neppure di aver commesso errori sui tempi in cui i fatti che abbiamo riferito sarebbero potuti avvenire. E poiché ogni produzione di zecca statale doveva esser preceduta da disposizioni ufficiali, abbiamo indicato anche i momenti favorevoli in cui queste potevano essere state emanate, pertanto abbiamo inserito le nostre supposizioni in un quadro politico incerto, di debolezza sociale e militare della Francia in preda allo smarrimento dovuto ad una drammatica transizione in cui Napoleone non aveva più alcun potere. Nel 1814, dopo la disgraziata campagna di Russia, l’imperatore firma l’atto di abdicazione a favore del figlio, ma il documento viene respinto dagli alleati vincitori.
Segue: articolo completo in formato PDF da Panorama Numismatico nr.110/luglio 1997, articolo richiesto da un nostro lettore.
DUE RARISSIMI 100 PERPERA DI NICOLA I DEL MONTENEGRO CONIATI NEL 1910.
L’asta Nomisma n. 44 del 29 e 30 ottobre 2011 ha presentato, ai lotti 299 (fig. 1) e 300 (fig. 2), due pezzi d’oro di grande valore e rarità, vale a dire il 100 perpera, ambedue coniati a nome di Nicola I e con uguale millesimo, l’anno 1910. Le monete sono somiglianti ma non uguali; certo, in una il viso del sovrano è rivolto a destra e nell’altra a sinistra, in una sotto il collo del sovrano c’è un ramoscello d’ulivo mentre nell’altra compare la data 1860-1910 ma, a ben vedere, la differenza sostanziale risiede nelle leggende che stabiliscono il titolo del sovrano e la forma istituzionale dello stato. Ma perché nello stesso anno sorse la necessità di coniare lo stesso nominale in due varianti?