di Gianni Graziosi
Tra le monete della Gran Bretagna, i multipli in oro da 5 ghinee sono particolarmente popolari e ricercati dal mercato numismatico. In mezzo agli esemplari di monete di alto livello che saranno proposti all’incanto il 14 novembre 2019 all’hotel Métropole a Monaco, in avenue de la Madone 4, da MDC Monnaies de collection sarl, il lotto 768 è particolarmente interessante e intrigante. Si tratta della rarissima moneta d’oro da 5 ghinee di Giorgio II di Gran Bretagna (1727-1760) datata 1746, il pezzo è inoltre impreziosito da un’altissima conservazione certificata PCGS MS 62.
LE IMMAGINI DEI DUE ASTRONAUTI RUSSI COMPARVERO IN PIù OCCASIONI SU MONETE RUSSE E NON SOLO
Avevo tredici anni quando si avverò uno dei sogni dell’uomo: il volo nello spazio cosmico. Il 12 aprile 1961, dal cosmodromo di Bajkonur nel Kazakistan, la navicella spaziale Vostok (Oriente) portò nello spazio il primo cosmonauta della storia, il tenente dell’Unione Sovietica Juri Alekseevic Gagarin.
Gagarin nacque nel 1934 da padre falegname e madre contadina, terzogenito di quattro figli. Passò la fanciullezza nel villaggio natale di Klushino, occupato peraltro nel settembre 1941 dall’esercito tedesco. Finita la guerra e dopo aver terminato la scuola professionale e conseguito nel 1954 il diploma di fonditore, Gagarin si iscrisse all’aeroclub di Saratov e, l’anno seguente, compì il suo primo volo a bordo di uno Jak-18, aereo monomotore da addestramento.
Scarica articolo completo LE MONETE DI GAGARIN E TERESHKOVA anteprima da Panorama Numismatico nr.340 di Giugno 2018.
di Maurizio Carsetti
È QUELLO CHE I CONFEDERATE STATES OF AMERICA, I SUDISTI DELLA GUERRA CIVILE AMERICANA, CONIARONO, IN SOLI QUATTRO ESEMPLARI, PER POI RENDERSI CONTO CHE TROPPI ERANO I PROBLEMI PER POTER GARANTIRE UNA PRODUZIONE ADEGUATA ALLA CIRCOLAZIONE. MA L’ONORE, ALMENO QUELLO, ERA SALVO… ANCHE IL VECCHIO SUD AVEVA AVUTO LA SUA MONETA.
A non essere salvi, oggi, sono i portafogli dei collezionisti, che se volessero togliersi lo sfizio di mettere una di queste quattro monete in collezione, dovrebbero prepararsi a sborsare oltre 800.000 dollari: tale è stato il realizzo dell’ultima apparizione in asta di un mezzo dollaro Confederato, nel gennaio 2015. Con questa cifra, però, non si entrerebbe in possesso di una semplice moneta, poiché, come scriveva il collezionista L.L. Wilson nel 1915, questo tondello d’argento rappresenta L’unica testimonianza numismatica di una nazione di nove milioni di abitanti, che ha mantenuto un’esistenza precaria per lo spazio di quasi quattro anni e mezzo. Ben poche monete, oggi, possono classificarsi di pari interesse di questo mezzo dollaro, con il suo autorevole dritto degli Stati Uniti, e lo stemma degli Stati Confederati al rovescio. Una tale combinazione, unica nelle emissioni ufficiali di due grandi potenze nemiche, probabilmente non ha un altro parallelo nella storia.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.319 – luglio e agosto 2016
di Giuseppe Carucci
NELLA UNIONE SOVIETICA GIÀ COSTITUITA FURONO EMESSE MONETE D’ORO CHE SAPEVANO ANCORA DI ANCIENT RÉGIME E CHE, ANACRONISTICAMENTE, VENNERO RICONIATE A PARTIRE DAL 1975.
Con tutti gli zar di Russia furono coniate monete d’oro destinate alla normale circolazione. Esse ebbero il nome di cervonetz, rubli e rusi, anche se questi ultimi rimasero a livello di prove e progetti con data 1895.
Sembrò che l’era delle monete auree destinate alla regolare circolazione potesse rivivere anche dopo la caduta della monarchia russa, ma non fu così. Ad ogni modo, nel 1923, ad Unione Sovietica già costituita, oltre alla nuove monete d’argento da 10, 15, 20, 50 copechi e rublo, si decise di coniare una moneta d’oro con il nome di “cervonetz”, corrispondente a 10 rubli. Si era in un periodo storico di grandi cambiamenti, molti basati su utopie ideologiche ugualmente grandi. Tutto ciò che sapeva di vecchio regime veniva guardato con sospetto e, quando si dovette decidere che nome dare alle nuove banconote sovietiche, si optò per il termine di cervonetz, nome di alcune monete d’oro dei primi imperatori del Settecento, corrispondente allora al ducato, quindi del peso di 3,50 grammi circa.
LA VOLONTÀ DEGLI ZAR RUSSI DI AVERE UNO SBOCCO SUL MAR BALTICO PORTÒ A LUNGHE GUERRE SIN DAI TEMPI DI PIETRO IL GRANDE. IN QUESTA REGIONE VENNERO CONIATE MONETE PER POTER COMMERCIARE CON LA POPOLAZIONE LOCALE.
San Pietroburgo è sul mar Baltico. Più a sud, tra la Lituania e la Polonia, c’è un’enclave russa con capitale Kaliningrado, corrispondente alla regione della Prussia orientale. Questa regione divenne russa a seguito della Seconda guerra mondiale e la città si chiamava allora Königsberg, luogo natale del celebre filosofo Immanuel Kant.
Molte furono le guerre combattute dalla Russia, sin dai tempi di Pietro il Grande, per uno sbocco sul mar Baltico, per una finestra sull’Occidente. La finestra divenne stabile quando Pietro decise di far costruire, sulla foce del fiume Neva, la nuova capitale dell’Impero, San Pietroburgo.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 303 – febbraio 2015 (numero esaurito).