Il numero di ottobre 1928 della Numismatic Circular di Londra riporta una corrispondenza da Roma firmata P. W. Vi si segnala il rinvenimento in Italia di importanti ripostigli.
Il primo, indicato come il più importante tesoro ritrovato in Italia nel corso del secolo, sarebbe stato da poco ritrovato nei pressi della via Claudia, vicino Roma. Un contadino ritrovò un gran numero di brillanti monete d’oro in perfetto stato di conservazione, praticamente fior di conio. La maggior parte di queste monete era costituita da ducati papali con grandi rarità ma non mancavano anche ducati, rarissimi e perfino inediti, di Genova, Firenze, Mantova, Milano, Savoia ed altri ancora. Napoli era poi rappresentata da numerose nuove varietà del più grande interesse anche sotto il profilo artistico.
Questo favoloso ripostiglio fu acquistato, come si legge nella corrispondenza, da un well known connoiseur.
Subito dopo viene riferito di un altro importante ripostiglio, trovato in una vigna vicino alle mura della Città eterna, questa volta nientemeno che aurei romani in altissimo stato di conservazione con i nomi di Traiano, Adriano, Matidia e Plotina. Non mancavano anche gli esemplari inediti. Il ripostiglio fu subito disperso non rimanendo che la leggendaria traccia nelle chiacchiare dei numismatici.
A fronte di questi due tesori, fa quasi sorridere la terza segnalazione, sempre da Roma: alcune centinaia di sesterzi (l’autore li chiama first brass) di Gordiano III con pochi esempi di Alessandro Severo. In questo caso le monete furono esaminate direttamente dall’autore dell’articolo che vi aveva notato un buon numero di rari rovesci.
Una delle più rare monete d’oro inglesi è il cosiddetto doppio leopardo o doppio fiorino del valore di 6 scellini. Ebbene questa moneta coniata oltremanica era basata sul fiorino d’oro battuto a Firenze. L’emissione del doppio fiorino fu ordinata il 14 dicembre 1343 e stabilita per legge il 27 gennaio 1344 ma la sua coniazione cessò prestissimo, nel luglio 1344, e già il 20 agosto successivo ne fu previsto il ritiro.
In quel periodo l’Inghilterra non conosceva ancora la moneta d’oro ed utilizzava soprattutto i fiorini di Firenze ed emissioni francesi sullo standard del fiorino. Tuttavia la nuova moneta ebbe uno scarsissimo successo: si ritiene che abbiano influito le alte spese di signoraggio (cioè le trattenute sul valore del metallo portato alla zecca), il suo sopravvalutato valore rispetto alle monete d’argento ed infine il non perfetto allineamento nel sistema monetario inglese basato sul mark e sul pound. Al posto del doppio fiorino fu infatti battuto il noble che fu molto ben accolto e coniato per decenni.
Del doppio fiorino sono noti appena 3 esemplari. Due furono trovati nel 1857 nel fiume Tyne ed entrambi arrivarono, seppure in tempi diversi, al British Museum. Il terzo fu ritrovato da un cercatore col metal detector nel sud dell’Inghilterra e messo all’incanto il 29 giugno 2006 presso Spink di Londra. Proposto con una stima tra le 100 e le 150.000 sterline, fu venduto per ben 460.000 rappresentando il record per una moneta inglese.
Roma Numismatics ha presentato l’Asta VI che si terrà a Londra Domenica 29 Settembre. La vendita include ben 310 lotti di monete Italiane e 789 lotti di monete antiche.
Chi non potrà essere presente all’asta può fare pre-offerte online fino alle ore 8:00 GMT di Domenica 29 Settembre, sul sito della casa d’asta www.RomaNumismatics.com (è richiesta la registrazione sul sito).
di Gianni Graziosi
Tutti a Venezia sono a conoscenza del fatto che il campanile, che si erge isolato in un angolo di piazza San Marco, di fronte alla famosissima basilica, è una ricostruzione dell’originale. Il simbolo stesso della città, che i veneziani chiamano el paròn de casa, crollò la mattina di lunedì 14 luglio 1902, alle 9,55. La zona era sta precedentemente transennata a causa di evidenti segnali di cedimento e sofferenza della struttura che si erano manifestati già a partire dall’inizio dell’estate. Per fortuna non ci furono vittime; oltre al campanile venne distrutta anche la loggetta posta alla base. L’impatto emotivo sui veneziani fu fortissimo; le immagini d’epoca mostrano un enorme cumulo di macerie che ingombra piazza San Marco.
La sera stessa il Consiglio Comunale, riunito d’urgenza, deliberò la ricostruzione con l’impegno di riedificare il campanile secondo il voto, auspicato da un anonimo cittadino, “come era, dove era”. Ultimato lo sgombro delle macerie, il 25 aprile 1903 ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra alla presenza di numerose autorità fra cui S.A.R. il principe Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino. La ricostruzione durò parecchi anni, fra i momenti più significativi si possono ricordare: il completamento dei lavori di consolidamento del masso di fondazione (14.10.1905), l’inizio della “struttura fuori terra” (31.3.1906); la fusione delle campane (25.4.1909) andate distrutte nel crollo – di quelle originali si era salvata solamente la più grossa detta il Campanon – e la loro installazione (22.6.1910); il termine della cuspide piramidale (4.1.1912); la ricollocazione dell’angelo, quello originale opportunamente restaurato, sulla cuspide (5.2.1912). Il 25 aprile 1912, in occasione della festa di san Marco, venne effettuata la cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del riedificato campanile.
Allo scopo di commemorare il centenario della ricostruzione, l’Azienda Filatelica e Numismatica di San Marino ha emesso una moneta d’oro da 2 scudi (6,451 g, 21 mm, 1.600 esemplari la tiratura). Al dritto compare lo stemma della Repubblica di San Marino, al rovescio la raffigurazione del campanile con, in primo piano, alcuni particolari architettonici di Palazzo Ducale. (altro…)