di Alberto Castellotti
LE MONETE ITALIANE CONIATE CON L’ORO DELL’ERITREA E QUELLE SVIZZERE CONIATE CON L’ORO DI GONDO.
Come ben sanno i decimalisti che racccogliendo, a guisa di industriose api, le monete del Regno d’Italia e le loro consorelle degli antichi stati si cimentano a memorizzarne i tipi e le date e a sciorinarle come sono soliti fare i tifosi di calcio con le formazioni delle squadre, fra le tante, se non troppe, emissioni dell’ultimo re Vittorio Emanuele III (certamente più attivo e attento alla numismatica che non agli affari di stato) vi è un gruppo di “marenghi” da 20 lire d’oro con data 1902, che presentano al diritto, sotto il mento del re, il contrassegno di una piccola ancora. L’immagine di questo attrezzo, di fondamentale importanza per la navigazione, ci avverte che si tratta di esemplari battuti impiegando l’oro estratto dalle miniere della colonia d’oltremare Eritrea, etimologia riferita al Mar Rosso (dal greco erytraios, “rosso”), mare che la lambisce.
Negli ultimi anni la monetazione della Repubblica italiana è stata l’oggetto di molti nuovi libri di riferimento. Un tempo c’erano solo cataloghi e prezziari ad aiutare nella classificazione i collezionisti di questo settore. Attualmente invece ai tradizionali cataloghi annuali si sono affiancate opere che non elencano prezzi e tirature ma piuttosto approfondiscono l’aspetto culturale che nella numismatica deve essere sempre quello più determinante.
È proprio il caso di questo nuovo libro di Ascanio Vattolo che elenca tutta la produzione dell’Italia repubblicana sia quella destinata alla circolazione sia quella per i collezionisti.
di Andrea Lucchi
LA STORIA DELLA MINUSCOLA MONETA DA 2 E 1/2 CENTESIMOS EMESSA NEL 1904 DALLA REPUBBLICA PANAMENSE.
Sembra che non esista sicurezza, fra gli storici e gli studiosi di numismatica, nello stabilire quale sia la moneta più piccola mai coniata al mondo. Il primato parrebbe appartenere a minuscole emissioni di Stati del subcontinente indiano databili tra il XVI e il XVIII secolo, ma non esiste una vera certezza sul punto.
È invece certo che la moneta di dimensioni più ridotte ad essere coniata dalla zecca degli Stati Uniti è stata il famoso “Panama Pill” o “Panama Pearl”, ovvero il taglio da 2 e ½ centesimos in argento emesso dalla Repubblica di Panama nel 1904. La storia di questa emissione, molto famosa e ricercata dai collezionisti di tutto il mondo, è particolare e strettamente collegata con la conquista dell’indipendenza dalla Colombia della minuscola nazione centroamericana e con l’apertura del Canale di Panama.
PAGINE DI STORIA DEL MESSICO ATTRAVERSO LE EMISSIONI MONETARIE.
Il Messico vanta un primato che pensiamo nessun paese potrà mai eguagliare, quello di aver giustiziato due imperatori a 43 anni di distanza l’uno dall’altro, il primo nel 1824, il secondo nel 1867.
Il caso certo più noto di imperatore messo a morte è quello dello zar Nicola II di Russia ucciso insieme a tutta la sua famiglia a Ekaterinburg il 16 luglio del 1918 dai bolscevichi. Altri non ce ne vengono alla mente. Dei due imperatori messicani fucilati, il più noto è certamente il secondo, Massimiliano d’Asburgo, fratello minore dell’imperatore Francesco Giuseppe, cui il Carducci dedicò una famosa ode, mentre Augustin de Iturbide viene citato al più in qualche riga, se non semplicemente in una nota a piè di pagina, sui manuali liceali di storia. Può capitare così che qualcuno si imbatta in una moneta messicana con una testa nuda di profilo circondata dalla scritta “AUGUSTINUS DEI PROVIDENTIA”, senza sapere chi sia il personaggio effigiato. Sebbene abbia regnato per due anni soltanto, questo sovrano emise una serie completa di monete in rame, argento e oro la cui quantità non è nota, ma probabilmente ammonta in tutto a qualche milione di pezzi.
L’INDAGINE SU UNA VARIANTE DELLA MONETA DA 4 SOLDI RISALENTE AL 1868 SI ARRICCHISCE DI UN NUOVO ESEMPLARE. L’IPOTESI CHE SI TRATTI DI UNA MONETA PRODOTTA IN ZECCA VIENE ORA RAFFORZATA.
di Davide Fabrizi
Nell’asta Varesi “Vicenza Numismatica” del 29 settembre 2012, al lotto n. 323, è stata messa all’incanto una moneta da 4 soldi coniata nel 1868, nel XXII anno di pontificato di Pio IX (fig. 1).
La descrizione della moneta (4 Soldi 1868 A. XXII, Roma. CNI e Pag. mancante come variante Cu g 18,75 • Variante con due stelle per parte ai lati della data e mancante del segno di zecca al rovescio. Esemplare corredato di perizia fotografica di Orlando. Colpi sul taglio) mette in risalto la variante inedita per via della presenza di due stelle ai lati della data, anziché una sola, e della mancanza del segno di zecca. Ci ricolleghiamo all’esemplare sopra illustrato per segnalare come una moneta con le stesse caratteristiche fosse già in fase di studio da parte nostra; questo passaggio in asta pubblica, il primo in assoluto a nostra conoscenza, porta a tre il numero totale di esemplari censiti e tende a rafforzare la
nostra opinione che si tratti di una moneta prodotta in zecca. Vogliamo sottolineare che nel seguente studio vengono proposte delle ipotesi le quali, seppur basate su dati oggettivi, non pretendono di avere valore definitivo, anzi aprono nuovi scenari e ipotesi riguardanti l’esistenza e la circolazione di questa moneta. Auspichiamo infatti, a completamento della presente pubblicazione, l’intervento di qualche esperto del settore che possa fornire notizie o dati aggiuntivi riguardanti la sua coniazione e circolazione.
Durante il pontificato di Pio IX si decise di adeguare la circolazione monetaria dello Stato Pontificio, ormai ridotto alle sole province romane, a quella con sistema metrico decimale adottata dalla lega monetaria tra Francia, Belgio e Italia già dal 23 dicembre 1865. Con editto del 18 giugno 1866, a firma del segretario di Stato, cardinale Antonelli, vennero istituite le nuove monete e le condizioni di cambio delle vecchie, che man mano sarebbero state ritirate dalla circolazione applicando le tariffe di cambio secondo la seguente tabella. (altro…)