di Roberto Reynaudo
Per oltre mille anni il Sycee (lingotto d’argento) fu uno dei mezzi di pagamento più diffusi nella storia cinese. Era utilizzato per i pagamenti importanti mentre le monete di rame (cash) servivano per le piccole spese. I Sycees erano “i soldi dei ricchi” e la maggior parte dei poveri non ne vide alcuno in tutta la vita. Essi non uscivano da una zecca ma erano fusi da argentieri e destinati al commercio locale. Il loro valore era certificato da saggiatori che controllavano la purezza del metallo e il peso calcolato in tael. Un tael pesava circa 37 grammi. (altro…)
Sono da capogiro e veramente impressionanti i contingenti previsti per le emissioni cinesi in oro, con data 2012, della serie Panda, una tra le monete bullion più amate e collezionate. Per i pezzi da un ventesimo (20 Yuan) e un decimo (50 Yuan) di oncia sono previsti 800.000 esemplari, 600.000 invece per il quarto (100 Yuan), la mezza (200 Yuan) e l’oncia (500 Yuan), mentre il pezzo da 5 once (2.000 Yuan) sarà emesso in 5.000 esemplari. Per arrivare infine alla moneta top da 10.000 Yuan che, sebbene pesi un chilogrammo (32,15 once, diametro 90 mm), sarà battuta in 500 esemplari. Per questo motivo la zecca della Repubblica popolare cinese conierà oltre 37 tonnellate d’oro, circa la metà servirà solamente per la produzione del pezzo da un’oncia. Insomma le monete d’oro, anche i pesi massimi, continuano ad essere particolarmente richieste pure come bene rifugio, merito sicuramente del prezzo del biondo metallo che, ultimamente, ha raggiunto quotazioni decisamente alte.
Avevamo già parlato, l’anno scorso, di una preoccupante diffusione nelle vendite in aste on line, tipicamente eBay ma anche da altri siti meno conosciuti, di monete false vendute da cinesi. Il fenomeno si era concentrato su monete d’argento europee di largo modulo, tipicamente, per rimanere in ambito italiano, monete da 5 lire. Un nostro collaboratore aveva, ad esempio, pubblicato un esemplare del 5 lire 1821 di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. Il trucco era sempre il solito: prezzo di partenza molto allettante perché apparentemente il venditore (con location spesso in Cina od Hong Kong) sembrava non conoscere l’effettivo valore della moneta, moneta in condizioni buone ma non ottimali. Al ricevimento della moneta l’amara sorpresa: il bordo lasciava poche speranze sulla genuinità del pezzo. Inutili poi le proteste od il feedback negativo: il venditore non risultava più reperibile.