di A. Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Carsioli (o Carseoli) era situata sulla Via Valeria, a circa 3 km dall’attuale centro di Carsoli. Fu città degli Equi e divenne colonia di diritto latino tra il 302 ed il 298 a.C.. Le antiche fonti storiche riportano notizie molto frammentarie: durante la seconda guerra punica rifiutò uomini e denaro a Roma e fu punita nel 204 a.C.. Durante la guerra sociale rimase invece fedele a Roma e fu distrutta dai Marsi. Ricostruita. divenne municipium: vi soggiornò Ovidio. che ricorda la frigida Carseoltis.
Attualmente rimangono modesti resti di antiche costruzioni. Nel 1950 a Carsoli fu rinvenuto un deposito votivo, contenente numerose monete romane e di varie zecche italiche. risalenti al III secolo a.C. fino ai primi anni della seconda guerra punica.
MONETAZIONE
Segue articolo completo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.73 del marzo 1994, articolo richiesto da un ns. lettore.

Al diritto: DIVO TRAIANO PARTH AVG PATRI. Il rovescio è anepigrafe e ci mostra la fenice su un basamento o su un ramo di alloro. Cohen, 658 e 659; R.I.C., II, 27 e 28. Questi aurei, del peso di circa 7,30 grammi, sono stati coniati a Roma da Adriano nel 118.
di Roberto Diegi
Dall’Impero di Roma al Regno delle Due Sicilie
SIMBOLO DI RESURREZIONE, DI RINNOVAMENTO E D’IMMORTALITA’, L’IMMAGINE DELLA FENICE SI TROVA SULLE MONETE ROMANE E, CON MAGGIOR FREQUENZA, SU QUELLE DI COSTANTE E COSTANZO II. I BORBONE, 400 ANNI DOPO, LA RIPRESERO IN PIU’ OCCASIONI.
Il Quaderno di studi n. VII/2012, edito dalla nuova Associazione Culturale Italia Numismatica, è dedicato alla memoria di Andrea Morello e di quest’ultimo riporta un interessante articolo – già pubblicato sulla rivista Monete Antiche, n. 40/2008 – concernente l’iconografia paleocristiana sulle monete romane tardo antiche. In particolare questo articolo si sofferma sulla raffigurazione della fenice che si trova prevalentemente su alcuni piccoli bronzi emessi da Costante e Costanzo II, figli di Costantino, attorno alla metà del IV secolo d.C.
Questo articolo, peraltro, come dicevo, molto interessante, ha richiamato la mia attenzione perchè la raffigurazione della fenice non si ferma all’epoca romana ma viene ripresa con grande evidenza molti secoli più avanti, dai Borbone di Napoli e del Regno delle Due Sicilie. Ma cos’era la “fenice”?
Scarica tutto l’articolo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.288 / Ottobre 2013
Roma Numismatics ha presentato l’Asta VI che si terrà a Londra Domenica 29 Settembre. La vendita include ben 310 lotti di monete Italiane e 789 lotti di monete antiche.
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UBICAZIONE E CENNI STORICI
Reate fu una delle più antiche e principali città dei Sabini. Era situata su un’altura calcarea, che rappresenta attualmente la parte più elevata (circa 400 m.s.m.) e centrale della moderna Rieti (intorno alla Piazza Vittorio Emanuele e al Teatro Comunale), nell’angolo SE di una fertile conca attraversata dal fiume Velino.
Non abbiamo notizie storiche della città prima della conquista romana. Nel 290 a.C. il console Manio Curio Dentato assoggettò tutta la Sabina. A quel tempo vicino a Reate si estendeva un lago, il lago Velino, circondato da terre paludose. Il conquistatore dei Sabini, Curio Dentato, procedette subito alla bonifica della conca reatina, con l’apertura della cava curiana, che scaricava le acque del Velino nel fiume Nera. Il terreno così bonificato divenne fertilissimo e fu causa di gravi e secolari dispute tra la città e la vicina Interamna (Terni).
Nel 268 a.C i Sabini ricevettero la cittadinanza senza suffragio.
Nel 205 a.C. Reate assieme agli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione, durante le ultime fasi della seconda guerra punica.
Come le altre città sabine, Reate fu mantenuta al grado di prefettura sino al 27 a.C., poi municipio ascritto alla tribù Quirina. Ha dato i natali all’erudito Marco Terenzio Varrone e della città era originaria la famiglia dell’imperatore Vespasiano.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.73 del marzo 1994, articolo richiesto da un ns. lettore.
E’ stata ritrovata in Israele questa rara moneta coniata nel 35 a.C. circa che raffigura Cleopatra da un lato e Marco Antonio dall’altro. La moneta é stata rinvenuta durante degli scavi in corso da quasi trent’anni presso Bethsaida, una città fondata molti secoli prima di Cristo, vicino alle alture del Golan.
Ne parla Matthew Hansen in questo articolo pubblicato sulla rivista online Omaha.com:
It looked like any other 2,000-year-old coin on the day they dug it up.
Covered in two millennia’s worth of rock and soil. Shrouded in mystery from a time so long ago that the Romans hadn’t yet fully built their empire.
In other words, really, really dirty. So dirty that the person — most likely a college student — digging last summer at the Israeli site of a longtime University of Nebraska at Omaha archaeological dig couldn’t see the famous faces on the coin. So dirty that the digger never realized she was, in fact, holding a tiny, priceless nugget of ancient civilization in the palm of her hand.
“We weren’t amazed at all until we cleaned the coin and looked at it,” says Rami Arav, the University of Nebraska at Omaha professor who has led the Bethsaida Excavations Project in Israel for the past 27 years. “I looked at the face and then I knew — I was looking at a face from the history books.”“We weren’t amazed at all until we cleaned the coin and looked at it,” says Rami Arav, the University of Nebraska at Omaha professor who has led the Bethsaida Excavations Project in Israel for the past 27 years. “I looked at the face and then I knew — I was looking at a face from the history books.”
Leggi l’articolo originale completo su Omaha.com