di Giampiero Bettinetti
L’IMMAGINE DEL LABIRINTO, DESCRITTO IN VARI MODI, SI TROVA DI FREQUENTE SULLE MONETE DI CNOSSO, INSIEME A FIGURE MITOLOGICHE LEGATE ALL’ISOLA MEDITERRANEA.
La mitologia è di casa a Creta perché Zeus, il padre degli dei, venne partorito segretamente da Rea in una grotta del monte Ida, la vetta più alta dell’isola, dove fu allevato dalla ninfa Adrastea che lo nutrì con il latte della capra Amaltea e il miele delle api. Una volta cresciuto, Zeus aiutò la madre Rea ad avvelenare Crono e a far uscire dal corpo del padre tutti i fratelli che ne erano stati ingoiati tra cui Demetra, Poseidone, Ade ed Era. Unitosi a loro e ai ciclopi, Zeus li condusse in una guerra contro i Titani da cui uscì vittorioso divenendo il principale dio dell’Olimpo.
Zeus scelse come legittima consorte la sorella Era, dea del matrimonio e della fedeltà coniugale, in contrasto con il marito famoso per le sue frequentissime avventure erotiche extraconiugali. Una delle sue conquiste fu quella di Europa, la giovane e bellissima principessa figlia del re Agenore che viveva in Fenicia. Quando Zeus la vide mentre raccoglieva fiori in un prato vicino al litorale, se ne innamorò all’istante e per farla sua si trasformò in un toro domestico, bianco e profumato di zafferano. Il toro si avvicinò alla fanciulla e si stese ai suoi piedi invitandola a montargli in groppa; Europa, attratta dal suo fascino, salì sul dorso del toro-dio che la portò con sé attraverso il Mediterraneo per approdare a Creta (fig. 1). Qui Zeus rivelò la sua vera identità e tentò di usarle violenza: all’inatteso rifiuto della giovane si trasformò in aquila riuscendo a sopraffarla in un boschetto di salici o, secondo altri, sotto un platano sempre verde. E così Creta fu anche la meta del viaggio romantico di Zeus metamorfico ed Europa, nonché il luogo in cui lei partorì Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Poi Europa andò sposa al re cretese Asterione, suo legittimo consorte mortale che, essendo sterile, adottò i tre fratelli.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.396 – Maggio 2015
di G. Fenti
Nell’aprile del 1887, un altro tesoretto venne alla luce (è il quarto trovato in pochi anni) nel cremonese, presso Farfengo nel comune di Grumello, in un campo di proprietà del marchese Stanga.
Lo riferiscono i signori ing. Finzi e il prof. Astegiano su Notizie degli scavi di antichità comunicate alla R. Accademia del Lincei per ordine di S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, maggio 1887, Roma.
Nell’aprile scorso si rinvenne un vaso di terra cotta contenente, secondo la cove corsa (evidentemente il vezzo di non avvisare gli incaricati di controllare gli oggetti antichi rinvenuti casualmente è molto vecchio), circa ottocento Denari d’argento. I siggr. Finzi e Astegiano ne videro solo cento ottanta, tutti molto ben conservati.
Le 180 monete visionate dai due ispettori appartenevano a 31 famiglie e precisamente a: Antonia (dai contorni dentellati), Antestia, Aquilia, Caesia, Calpurnia, Crepusia, Cupiennia, Fabia, Fonteia, Fouria, Herennia, Iulia, Licinia, Lucilia, Maenia, Mamilia, Manlia, Memmia, Minucia, Norbana, Papia, Pompeia, Porcia, Postumia (a contorni dentellati), Procilia, Sergia, Servilia, Terentia, Titia, Tituria, Vibia. Sulle notizie degli scavi . . ., non venne però specificato a quali monetari erano state attribuite.
La notizia quindi rimane fine a se stessa in quanto le monete sono andate disperse (non è chiaro se la parte visionata è rimasta in qualche museo) e gli elementi scientifici derivati da questo elenco monco sono praticamente nulli. Appare lampante la diversa preparazione dei commissari cui competeva la zona di Grumello, con il più volte citato sacerdote F. Pizzi.
Fra le gens elencate troviamo la Calpulnia e la Furia che annoverano fra i magistrati monetari molti loro discendenti.
Tra questi vogliamo citare (Lucius Furius) Purpureo che, secondo il Babelon, è magistrato monetario verso il 214 a.C. assieme a C. Decimius Flavus e A. Spurilius. Nel 200 a.C. è inviato dal console P. Sulpicius Galba in Etolia (Grecia centrale), quando suo padre è pretore nella Gallia Cisalpina.
Non si possono confondere i pezzi di questo monetario con quelli di suo padre. Qui il cognome Purpureo è abbreviato il PVR, così come le monete del padre sono monogrammate PVR oppure PVR.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.6/novembre 1984 (articolo richiesto da un ns. lettore).
di Roberto Diegi
INFLUENTI, FORTI E ABILI NELLA GESTIONE DEL POTERE, LE DONNE DELLA DINASTIA SEVERIANA DOVETTERO SPESSO COMPENSARE LE DEBOLEZZE DI ALCUNI IMPERATORI SALITI AL TRONO IN TROPPO GIOVANE ETÀ.
Come ben sanno gli appassionati di Numismatica, le “donne” degli imperatori, a Roma, hanno sempre avuto una decisiva importanza.
Il primo nome che mi viene in mente è quello di Livia Drusilla, moglie di Augusto e madre di Tiberio. All’età di sedici anni, nel 42 a.C., sposò un cugino, il patrizio Tiberio Claudio Nerone, il quale combatteva assieme a Claudiano nel partito dei congiurati anticesariani, comandato da Gaio Cassio Longino e da Marco Giunio Bruto, il quale era in lotta contro Ottaviano e Marco Antonio. Quando l’esercito dei congiurati fu sconfitto nella battaglia di Filippi (42 a.C.), Claudiano seguì l’esempio di Cassio e di Bruto e si suicidò, mentre il marito di Livia continuò a combattere contro Ottaviano, passando dalla parte di Marco e Lucio Antonio. Nel 40 a.C. la famiglia di Livia fu costretta ad abbandonare l’Italia peninsulare per evitare la proscrizione dichiarata da Ottaviano e raggiunse prima la Sicilia, che era sotto il controllo di Sesto Pompeo, e poi la Grecia.
Quando fu decretata una amnistia generale dei proscritti, Livia tornò a Roma, dove conobbe Ottaviano nel 39 a.C. All’epoca del loro incontro, Livia aveva già avuto dal marito il primo figlio, Tiberio, ed era incinta di Druso. Malgrado questo, il futuro primo imperatore decise di divorziare dalla moglie Scribonia, nello stesso giorno in cui dava alla luce la loro figlia Giulia e obbligò il marito di Livia a fare lo stesso. Druso, il secondogenito di Livia, nacque il 14 gennaio 38 a.C.: quest’ultima e Ottaviano si sposarono tre giorni dopo.
Sebbene sia stata tramandata la storia che Ottaviano si sia innamorato immediatamente non appena incontrò Livia e volle quindi fortemente sposarla, in realtà è plausibile che il loro rapido matrimonio fosse suggerito da convenienze politiche: a Ottaviano faceva infatti comodo il sostegno della gens patrizia dei Claudii; allo stesso tempo costoro, piuttosto compromessi, necessitavano del sostegno del promettente Ottaviano per sopravvivere politicamente. Malgrado il loro matrimonio fosse quindi probabilmente dovuto a considerazioni politiche, Livia e Ottaviano rimasero sposati per 51 anni; inoltre Livia venne tenuta in grande considerazione dal marito, che consigliava nelle sue decisioni politiche. Ella fu dunque sempre al fianco del marito, formando insieme il modello per le famiglie romane. Malgrado la loro ricchezza e il loro potere, pare che continuassero a vivere modestamente nella loro casa sul Palatino.
Già nel 35 a.C. Ottaviano aveva concesso a Livia l’onore di gestire le sue finanze personali, dedicandole anche una statua in pubblico.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 303 – febbraio 2015.
Ubicazione e cenni storici
Abakainon era un centro indigeno di remote origini, che antiche fonti storiche situavano vicino a Tyndaris (Tindari). Grazie anche al frequente rinvenimento sul posto di monete abacenine, il sito della città è ora sicuramente identificato e corrisponde alla frazione Casale, subito a settentrione dell’attuale comune di Tripi, su un altopiano che dai monti Nebrodi si estende verso il mare. Tale zona pianeggiante, delta appunto il Piano, era in realtà una sorta di fortezza naturale. facilmente difendibile, essendo compresa tra due valli laterali, del torrente Novara a est e del suo affluente Tellarita a ovest. e chiusa a sud dall’altissima acropoli del Castello e a nord dal Pizzo Cisterna.
Nell’area dell’antico abitato si conservano diversi resti di età greca e romana, fra cui un muraglione rettilineo, lungo quasi cento metri. Vi sono stati rinvenuti strati culturali del neolitico stentinelliano e tombe a forno dell’età del bronzo, che hanno permesso di accertare le origini assai antiche della città. Tuttavia l’esplorazione non risulta completa essendo stati eseguiti limitati interventi di scavo.
Articolo completo (corretto con pagina 10 mancante) tratto da Panorama Numismatico nr. 95/marzo 1996 e richiesto da un ns. lettore
di Roberto Diegi
I TETRADRAMMI FATTI CONIARE DA SETTIMIO SEVERO E DAI SUOI DISCENDENTI NELLE REGIONI SIRIANE, SONO MONETE CERTAMENTE RIPETITIVE MA DI GRANDE FASCINO.
Ho sempre ammirato – e ne ho anche scritto – la bellezza, specie nei ritratti, della monetazione bronzea delle zecche di Roma o di Lugdunum, ma non posso – non ci riesco – tacere della monetazione provinciale, che definirei per comodità “siriana”, che ci ha proposto nel tempo una serie monetale ricca di splendidi ritratti, spesso inconsueti: alludo ai numerosi tetradrammi coniati in Syria e regioni limitrofe, inizialmente in ancora buon argento, poi sempre più poveri di metallo pregiato, fino a ridursi a monete di bronzo o rame argentate superficialmente. Queste zecche di Syria e dintorni hanno coniato tetradrammi sin dai tempi di Augusto, indubbiamente stupendi per alto contenuto di fino, per rappresentazioni dei rovesci e per stile, ma abbastanza “banali’, perché in fin del conti il ritratto del sovrano di turno era rappresentato con le fattezze ben note, utilizzate dalle zecche centrali.
Ma con Settimio Severo e i suoi figli le cose sono cambiate e le zecche in questione hanno iniziato a coniare tetradrammi con una loro precisa personalità, anche se indubbiamente ripetitivi per il fatto che al rovescio è sempre proposta la tipologia dell’aquila ad ali aperte. Da qui un certo disinteresse dei collezionisti nei confronti di questa monetazione al quale disinteresse ha, a mio avviso, contribuito anche il fatto che le legende sono in lingua greca, oltretutto abbreviate. Ma, come sempre, una brevissima digressione storica si impone.