La raccolta di Ossolaro
Trattasi di circa 3500 denari romani repubblicani trovati in un campo da alcuni contadini nel 1876
di Germano Fenti
Il sacerdote prof. Pizzi Francesco membro della Regia Commissione Consultiva, conservatrice dei monumenti d’arte di Cremona, nel 1876 in occasione delle nozze del gentilgiovane Fortunato Turina con la nobile donna Carolina Cavalcabò dei marchesi di Viadana, pubblicava un catalogo di monete delle collezioni riunite delle due famiglie. Fra queste vi erano duecentododici monete acquistate dal Turina e appartenenti ad un tesoretto trovato ad Ossolaro nel 1876 composta da circa 3500 denari romani repubblicani.
La storia del ritrovamento di questo tesoretto andato per la maggior parte disperso, “ma pure non isfuggito alla scienza” in quanto si poterono classificare circa un migliaio di esemplari e permettere che il R. Ministero della Pubblica Istruzione potesse pubblicare gli elenchi su “Notizie degli scavi” (cfr. “Notizie degli scavi di antichità comunicate alla R. Accademia dei Lincei, per ordine di S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione”, Roma, ottobre 1876 – marzo 1877).
“In primavera il villano con l’erpice ruppe e trascinò per i solchi i frantumi di quelli che copriva il (vase) con non poche monete”. Egli non si accorse di nulla nonostante avesse rotto due volte le lame contro un ostacolo. “Ivi germogliò il grano” e durante la stagione la donna che visitava la sua porzione di campo chiamato “Coa del Bosco” ritornava contenta di aver trovato alcune monete.
Il campo in questione dista un chilometro da Ossolaro seguendo la strada comunale verso ponente; vi si giunge per una viuzza campestre a sinistra dopo la cascina Nova (allora degli Jacini) del cui podere fa parte, sorpassato il ponte sulla Martorella.
Scarica l’articolo sul Tesoretto di Ossolaro tratto da Panorama Numismatico nr.1/gennaio 1984
FU SIMBOLO DI ALCUNE CITTÀ DELLA MAGNA GRECIA, RAPPRESENTÒ IL DIO APIS PER GLI EGIZIANI E FU UNA FIGURA PREDILETTA DALL’IMPERATORE AUGUSTO. PER QUESTO L’IMMAGINE DEL TORO VENNE UTILIZZATA MOLTE VOLTE SULLE MONETE ANTICHE.
Dal mondo greco all’impero di Roma
Tutti i numismatici avranno avuto modo di notare come la figura di un toro compaia frequentemente sulle monete antiche, dalle splendide coniazioni del Mondo greco e della Magna Grecia in particolare, a quelle meno frequenti ma non meno belle dell’Impero Romano.
Questa cosa non dovrebbe stupire più di tanto se si pensa alla funzione importantissima della moneta per la diffusione di messaggi comprensibili a tutti. Il toro, per antonomasia, rappresentava, e rappresenta ancora oggi, la forza fisica: questa raffigurazione dava indubbiamente un messaggio immediato e facilmente comprensibile: la nostra città, o il nostro Regno, è il più forte e va temuto.
Così come si teme il toro.
Sulla base di queste considerazioni mi è venuta l’idea di mettere a confronto alcune – solo alcune – delle monete che, nel corso dei secoli e nell’antichità, hanno riportato, quasi sempre al rovescio, l’immagine del toro, simbolo di potenza e di virilità. Naturalmente ho dovuto fare una scelta, per me molto dolorosa, tra le molte immagini che ho visionato, selezionando quelle che meglio si prestavano alla riproduzione a stampa.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.313 – Gennaio 2016
Numismatica Ars Classica ha presentato i propri appuntamenti di autunno (aste 86, 87 e 88) che si terranno a Zurigo, all’hotel Baur au Lac, l’8 ottobre 2015. Saranno battuti circa 700 lotti in tre sessioni con una stima totale di circa 6 milioni di franchi svizzeri. Le prime due aste consistono nella vendita di due prestigiose collezioni di monete romane, mentre l’asta n. 88 offrirà una importante selezione di monete greche, romane e bizantine. (altro…)
di Roberto Diegi
RASSEGNA DI UNA DELLE IMMAGINI PIU DIFFUSE SULLA MONETAZIONE ANTICA, DALL’EPOCA ROMANA A QUELLA BIZANTINA.
La raffigurazione della Vittoria alata, in genere per solennizzare una vittoria ottenuta sul nemico di turno, è tra le immagini più utilizzate sui rovesci di molte monete imperiali romane. Spesso a ragione ma qualche volta a torto.
Vittoria (latino: Victoria), nella mitologia romana è infatti la dea personificante la vittoria in battaglia e si identificava o, meglio, si associava con Bellona, la dea della guerra. Ovvio, quindi, che dopo una vittoria militare si celebrasse la stessa con la raffigurazione su monete della Vittoria. Identificata con la greca Nike (chi non ha in mente la Nike di Samotracia?), la Vittoria era raffigurata come una giovane donna alata. A Roma aveva un tempio sul Palatino.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.301 – Dicembre 2014
di Corrado Marino
Splendide tetra e decadracme a firma di Cimone ed Eveneto
Sono tra i pezzi più belli di tutta la monetazione classica. La ninfa aretusa, bighe e quadrighe di stile finissimo. Il ricordo della vittoria nella battaglia navale di Cuma contro la flotta etrusca. La difficoltà delle rappresentazioni frontali.
La città di Siracusa, fondata dai corinzi intorno alla seconda metà dell’VIII secolo a.C., offre agli appassionati di numismatica alcuni degli esempi più belli e famosi della monetazione antica, raggiungendo il suo apice con i maestri Cimone ed Eveneto che hanno impresso il loro nome sulle splendide tetradracme e decadracme coniate intorno al 400 a.C.
Dei primi due secoli di vita della città sappiamo poco, ma già nel 485 a.C. Siracusa era diventata, sotto il tiranno Gelone, uno dei centri più importanti del Mediterraneo, grazie alla vittoria contro Cartagine nella battaglia di Imera del 480 a.C. Con Gerone, fratello e successore di Gelone, raggiunse il massimo della potenza, grazie al successo nella grande battaglia navale presso Cuma del 474 a.C. contro la flotta etrusca, che le garantì la supremazia sul basso Tirreno. Nei decenni successivi combatté contro Atene, schierandosi al fianco di Sparta, e quindi contro Cartagine, alleandosi con i romani, per finire poi sottomessa all’Urbe insieme a tutta la Sicilia, divenuta provincia romana intorno al 250 a.C.
Segue: articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.302 – Gennaio 2015 (numero esaurito).