VII gruppo: 415 a.C.-413 a.C.
Durante la guerra contro Selinunte, a fianco di Segesta e delle truppe ateniesi, Eryx emise una litra in argento e una interessante serie di nominali in bronzo, tutte caratterizzate dall’esclusiva leggenda dell’etnico in elimo, mentre il cane ora assume la posizione stante.
Nella litra n.26 compare, quale simbolo accessorio sopra il cane, la ruota magica per gli incantesimi d’amore, quindi tipica di Afrodite. Al rovescio, la figura sacrificante riprende il tipo già utilizzato in precedenti serie di litre, ma lo stile appare più tardivo per la presenza della gamba sinistra flessa e del braccio sinistro ricadente lungo il fianco, come la divinità fluviale raffigurata sui didrammi selinuntini del 435-417 a.C.
Parallelamente alla litra d’argento, Eryx avviò la produzione anche di una serie bronzea composta da tretas (n.27), hexantes (n.28) o onkiai (n.29) con massiccia svalutazione della litra bronzea (come nell’onkia n.30 ), che precipuita da 60 g a circa 16 g probabilmente per fare fronte ai costi della guerra, che terminò con la sconfitta patita ad opera dei Sicusani nel 413 a.C.
L’uso dei globetti quali segni di valore, che non appare attestata nel IV secolo a.C., confermerebbe una datazione all’ultimo quindicennio del V secolo a.C.
Al diritto compare in tutta la serie una testa barbuta, non facilmente identificabile. Giustamente la Zodda intravvede alcune somiglianze con analoga testa che compare su un coevo bronzo dell’elima Entella.
Segue articolo completo (parte II) in formato PDF tratto da Panorama Numismatico n.121/luglio-agosto 1998 e tavole sinottiche in formato PDF di tutte le monete illustrate nell’articolo, tratte da Panorama Numismatico n.122/settembre 1998

Tetras, 330a.C.-260a.C. Coll. Privata g. 4,89. D:Toro stante a destra su doppia linea di esergo; R:Leone in atto di balzare a destra su linea di esergo ondulata
di Alberto Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Ietas (o Iaitas o Iaitai) è ubicato con sicurezza sul Monte Iato, 30 km a sud-ovest di Palermo, presso i moderni comuni di S. Giuseppe Iato e S. Cipitello. L’antico abitato indigeno, il cui nome è tramandato da Silio Italico, occupava il pianoro inclinato alla sommitò del monte, circa 400 m al di sopra dell’altopiano sottostante e 852 m sopra il livello del mare.
Si tratta di una posizione strategica eccezionale, dominando le principali strade di accesso all’estremità settentrionale della Sicilia occidentale. L’importanza del sito emerse in varie occasioni: nelle guerre tra Greci e Cartaginesi, all’epoca di Timoleonte e di Pirro e nel corso della prima guerra punica, quando gli Ietini espulsero la guarnigione cartaginese e passarono ai Romani.
Dopo la conquista romana, Ietas divenne città decumana e una delle 17 città preposte alla custiodia del venerato tempio di Ericina. Subì le sanzioni di Verre. La città, gravitante nell’area commerciale di Panormos, fu praticamente abbandonata nei primi decenni dell’età imperiale e conobbe una nuova occupazione solo nel IV secolo d.C. r nel medioevo, quando fece parte del terrictorio della chiesa di Monreale.
Nel 1246 fu teatro di una rivolta degli ultimi Arabi di Sicilia e venne distrutta da Federico II, che ne deportò la popolazione a Lucera. Da allora il sito rimase deserto.
A partire dal 1971 vi vennero condotti scavi archeologici a cura dell’Università di Zurigo, sotto la guida del prof. H.P. Isler, che hanno permesso di ricostruire più in dettaglio la storia della città.
Le prime tracce di vita finora scoperte risalgono all’età del Ferro (IC-VIII sec a.C.) e appartengono certamente alla popolazione indigena degli Elimi, che occupava anche le vicine Segesta ed Eryx. Come moltre altre città sicule, Ietas fu totalmente ricostruita nel corso del IV secolo a.C.. forse dopo le distruzioni provocate nella Sicilia occidentale dalle guerre tra Dionisio I e i Cartaginesi. Allo stesso periodo appartiene il complesso sistema di fortificazioni, in particolare nei lati con naturalmente difesi: infatti il pianoro era praticamente inaccessibile da tutti i lati, tranne che da est. Qui vi sono conservati i resti imponenti d i mura in opera quadrata, integrate in età medievale. Lo scavo archeologico si è concentrato finora su tre gruppi di edifici: il treatro (poco più grande di quello di Segesta), l’agorà e il tempio di Afrodite, con la vicina ricca casa a peristilio.
Segue articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico n.126/Gennaio 1999
NAC Aste 70, 71, 72 16 e 17 maggio 2013
Le aste della Numismatica Ars Classica 70, 71 e 72 di questa primavera avranno luogo all’Hotel Baur au Lac di Zurigo e saranno un altro evento da non perdere.
Asta 70
L’asta 70 è la prima di tre parti di una delle più importanti collezioni di monete repubblicane mai offerta in vendita pubblica; nella collezione la serie dei denarii è assolutamente spettacolare e la componente in oro è forse la più completa e importante ad apparire in asta pubblica negli ultimi cinquanta anni.
La collezione, composta di circa ottocento monete è stata assemblata nel corso di cinquanta anni acquistando presso le più importanti case d’asta del mondo. La collezione sarà dispersa in tre vendite. In questa prima parte saranno offerte circa duecento monete tra cui dieci aurei.

Litra, INEDITO coll. Privata, 0,68g; D:Testa femminile a destra con sottile benda, collana e orecchino; bordo con puntini; R:Testa di Atena a destra, con elmo corinzio; a sinistra, spiga di grano
di Alberto Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Mytistraton con ogni probabilità era ubicata nella località Castellaccio, una scoscesa altura nei pressi dell’attuale comune di Marianopoli, di notevole importanza strategica in quanto situata tra la valle del Belice e quella di Salito.
Non ci sono tramandate notizie storiche anteriori alla prima guerra punica, ma i dati numinastici suggeriscono che nel corso del IV secolo a.C. doveva essere una fortezza abitata da mercenari campani, forse mischiati con cittadini originari di Lipari e di Himera.
Nel 261 a.C. i Romani, che avevano iniziato la campagna militare per liberare dai Cartaginesi la costa settentrionale e giungere fino a Panormos, cinsero di assedio la fortezza Mytistraton. Per ben sette mesi tentarono di espugnarla o quanto meno di sorpassarla, ma inutilmente e dovettero desistere, dopo aver perso numerosi soldati.
A fine aprile, e più precisamente il giorno 30, la Numismatica Varesi terrà la sua 62a asta di monete e medaglie.
La location, dall’asta di novembre, è la splendida Villa Botta Adorno, a pochissima distanza dal centro di Pavia ed a soli 3 chilometri dal casello autostradale della Milano-Genova.
L’asta è presentata attraverso due distinti cataloghi.
Il primo, di formato grande, copertina bianca, contiene monete greche, romane, bizantine, italiane dal medioevo ai giorni nostri, estere, medaglie e lotti multipli. Interessante collezione di monete di Pavia in argento e mistura, da Carlo Magno a Francesco I Sforza, Diverse monte papali, un nustrito gruppo di aurei sabaudi del XIX secolo e, in finale di catalogo una raccolta composta poco meno di un centinaio di “marenghi” in oro con diverse significative rarità.