In occasione della festa dei 150 anni della Marina Militare il Poligrafico dello stato ha coniato una medaglia celebrativa. Il 7 giugno 2011 a bordo della nave Vespucci si è svolta la conferenza stampa di presentazione della medaglia.
La medaglia celebrativa è stata coniata in bronzo e ha un diametro di 80 mm.
Al diritto campeggia lo stemma della Marina, ispirato alla tradizione araldica italiana. Ai lati dello scudo, in funzione di tenenti, la personificazione dell’Italia signora del mare, cinta dalla corona turrita sormontata da una stella raggiante e ornata della grande ancora; e un ufficiale nella divisa del 1861, richiamo alla stagione del risorgimento e dell’indipendenza. Sotto la mensola di sostegno, due delfini araldici nel classico aspetto chimerico e in basso quasi alegare i due estremi dela legenda che corre in giro con la scritta CENTOCINQUANTENARIO DELLA MARINA MILITARE, la fiamma navale caircata dalle date MDCCCLXI e MMXI.
Il 21 aprile 2011 in occasione del 2764° anno dalla fondazione della città di Roma, è stata realizzata la tradizionale medaglia celebrativa. La Scuola dell’Arte della Medaglia ha ideato il bozzetto e il modello, mentre la coniazione è stata effettuata dall’ Istituto Poligrafico e Zecca dello stato. Il comune di Roma che ha commissionato la medaglia ha scelto come tema il 150° anniversario dell’unità d’Italia
La medaglia è stata coniata in oro, argento e bronzo, ed ha un diametro di 50 mm. Al diritto un nastro tricolore, allegoria dell’identità nazionale, avvolge una quadriga, simbolo di Libertà e Unità, ispirata all’opera di Paolo Bartolini e Carlo Fontana del monumento del Vittoriano a Roma. Al rovescio come da tradizione, la medaglia riporta il luogo simbolo della municipalità romana, il palazzo senatorio in Campidoglio, e nel giro la leggenda “MMDCCLXIV AB URBE CONDITA”, sotto “XXI APRILE MMXI”.
Gli allievi artisti autori della medaglia sono per il diritto Aleksandra Stokic e per il rovescio antonio Vecchio.
Approfondimento sulle medaglie della Lavanda del 1849 e 1850.
Nel novembre del 1848, a seguito dell’assassinio del capo del governo pontificio Pellegrino Rossi, la situazione interna allo Stato pontificio precipitò e il Santo Padre fuggì da Roma riparando nel Regno delle Due Sicilie sotto la protezione dei Borbone, dapprima a Gaeta il 24 novembre del 1848 e successivamente a Portici il 4 Settembre 1849 rimanendovi fino al 4 aprile 1850 (come confermato nel rovescio della medaglia del 1850, rif. D’Auria 230). Durante questo soggiorno egli ebbe modo di visitare numerose località religiose e industriali delle Due Sicilie e fu un’occasione per i Borbone per dimostrare tutta la loro ospitalità e generosità all’illustre ospite. Si tratta di una pagina di storia molto importante per le due nazioni poiché in quel travagliato periodo i rispettivi sovrani dimostrarono attaccamento e lealtà reciproca, un vero e proprio gemellaggio testimoniato anche attraverso la medaglia qui di seguito illustrata dove il busto del Pontefice è affiancato a quello di Ferdinando II di Borbone.
Il Circolo Numismatico Bergamasco ha emesso una medaglia commemorativa per il 150° dell’Unità d’Italia, che riproduce al diritto l’effigie del primo sindaco di Bergamo, Giambattista Camozzi Vertova, che fu in carica dal 1860 al 1870, tra diciture con i colori a smalto dello stemma di Bergamo, e al rovescio i ritratti dei quattro principali artefici dell’Unità e sullo sfondo la bandiera italiana, colorata a smalti. Le medaglie sono state coniate, con diametro di 50 mm, in argento e in bronzo. Si tratta di un omaggio del Circolo Numismatico Bergamasco ai festeggiamenti per questa felice ricorrenza.
di Michelangelo Bonì
Nel 1859 Giuseppe Barone, valoroso incisore palermitano, pensò di omaggiare Ferdinando II di Borbone re del Regno delle Due Sicilie, con una superba medaglia. Nell’articolo che segue, parleremo ampiamente di tale coniazione vero fiore all’occhiello di tutta la medaglistica borbonica siciliana e, inoltre, analizzeremo l’attività artistica del suo illustre autore.
Tuttavia, prima di far questo, per un corretto inquadramento storico, sarà utile ed interessante raccontare gli ultimi mesi di vita (dal gennaio al maggio del 1859), dello stesso Ferdinando II, certamente, uno fra i più celebri e generosi sovrani che forse più di tutti promosse lo sviluppo della cultura e della tecnologia nel suo regno, portandolo a meritarsi l’appellativo di “terra dei primati”.