di Pasquale Attaniese
Qualche tempo fa sono sta to informato da un amico agricoltore che, nella zona del Metapontino, nel corso di lavori agricoli, aveva rinvenuto una strana moneta, che presenta un foro praticato in antico verso la parte superiore del tondello ed in modo che il tipo del diritto risulti perfettamente in asse col foro stesso.Da questo ho dedotto che il pezzo in questione poteva essere adoperato come pendente per un laccio, una collana, o altro.
Non è stato possibile conoscere con esattezza il contesto del rinvenimento, in quanto il fondo agricolo, interessato da un consistente insediamento antico, è stato sottoposto a profonda aratura e completamente dissestato. Tuttavia, con le dovute cautele, data l’abbondanza e la qualità del materiale frammentato superstite in zona, suppongo si tratti di un grosso edificio pubblico cultuale. Non è prudente, però, dire di più per l’obiettività che deve sempre contraddistinguere gli studi sulle vestigia del passato.
Ho avuto facilmente la disponibilità del pezzo, di cui qui di seguito traccio una scheda e la relativa descrizione. Metallo: piombo, con bella patina ben distribuita, di colore grigio chiaro con zone tendenti al giallino.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.133/settembre 1999 – articolo richiesto da un ns. lettore.
Vedi anche sullo stesso argomento: Un tipo di raffigurazione inedito nella misteriosa monetazione incusa dell’antica Kaulonia nel Bruttium
di Alberto Campana
Era stata appena pubblicata la mia monografia su Herakleia Minoa (rif. Herakleia Minoa nr.130/maggio 1999) quando ho preso visione di un interessante articolo di Lazzarini sullo stesso argomento ( L. Lazzarini , Eraclea Minoa (Sicilia). La monetazione bronzea agatocleana, Annotazioni Numismatiche, n. 33, Marzo 1999, Edizioni ennerre, Milano, p. 756 761).
Il bronzo “testa di Eracle/Faretra”, che costituisce l’emissione n. l nella mia monografia, viene dal Lazzarini senz’altro attribuito all’omonima zecca lucana sostenendo che è più volte rinvenuto in tombe di quella città (Fig. 1). In realtà la questione resta ancora aperta in quanto se è vero che alcune varianti simili, con l’etnico abbreviato H o HP, hanno circolato solo nella città lucana, il bronzo summenzionato, molto raro e con etnico completo senza la consonante aspirata, sembra essere stato rinvenuto in Sicilia. Ovviamente è possibile dirimere la questione solo con ulteriori conferme provenienti da sicuri dati di scavo archeologico.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr,135/novembre 1999, articolo richiesto da un ns.lettore.
Questo decadramma stato battuto a circa un milione e 900 mila euro (2.3 milioni di franchi svizzeri ) all’asta di Numismatica Ars Classica a Zurigo lo scorso 17 ottobre. Il decadramma agrigentino di Akragas è una moneta di 42,42 grammi in argento, datata 409-406 avanti Cristo. Il decadramma, che faceva parte della collezione del petroliere americano Nelson Bunker Hunt, raffigura al dritto una quadriga con sopra un’aquila con un serpente tra gli artigli e sotto un granchio e al rovescio due aquile che afferrano una lepre. Sarebbero solo 12 gli esemplari noti in tutto il mondo di questa splendida moneta di cui sei si trovano in musei.
di Maria Teresa Rondinella
TUTTE LE TEORIE SUL DEMARETEION, DECADRAMMO SIRACUSANO DI V SECOLO a.C., DALLA STORIA CONTROVERSA. UNA NUOVA IPOTESI SULLA DATAZIONE E SUL MOTIVO DELLA SUA EMISSIONE.
Pur essendo una colonia dorica la polis di Siracusa batte su piede euboico-attico, lo statere è il tetradrammo e la sua tipologia è una quadriga al dritto mentre sul rovescio compare la testa della ninfa Arethusa (fig. 1). La tipologia del dritto fu ispirata dai tipi utilizzati in alcune città della Grecia del nord, in particolare ad Olinto e il suo significato non sembrerebbe essere strettamente politico, legato alla tirannide, piuttosto celebrativo. Ed infatti non scomparirà neppure dopo la caduta dei tiranni.
Nella storia della monetazione siracusana si ricorda un’emissione straordinaria del valore di dieci dracme (poco più di g 43), il Demareteion, una moneta piuttosto rara tra le pochissime citate dalle fonti storiche antiche1. Il tipo del dritto è un auriga che guida una quadriga verso destra, con il kèntron (bastone) nella mano sinistra e le redini nella destra. Una Nike in volo verso destra incorona i cavalli. In esergo un leone corre verso destra. Al rovescio è raffigurata una testa femminile volta a destra, con i capelli raccolti e una corona di foglie d’ulivo sulla testa (fig. 2). Intorno quattro delfini nuotano in senso orario mentre la leggenda Σ Υ Ρ Α Κ Ο Σ Ι Ο Ν (syrakosion) è in senso antiorario.
Era opinione comune, confermata anche dagli studi di E. Boehringer (Die Münzen von Syrakus, Berlin 1929) che il più antico decadrammo di Siracusa risalisse al 480 a.C. e fosse la moneta che lo storico Diodoro Siculo (XI 26, 3) ci dice battuta da Demarete, moglie di Gelone, il quale fu tiranno di Siracusa dal 485 al 478 a.C. La donna avrebbe utilizzando i donativi che i Cartaginesi le diedero poiché, dopo la sconfitta subita nella battaglia di Himera, ella intervenne a loro favore:
[…] I Cartaginesi, avendo ottenuto inaspettatamente la loro liberazione, non solo accettarono queste condizioni, ma promisero di dare anche una corona d’oro a Demarete, la moglie di Gelone. Poiché Demarete in base alla loro richiesta aveva dato il massimo aiuto per la conclusione della pace; e quando ebbe ricevuto da loro la corona d’oro da cento talenti, ella coniò una moneta che da lei fu chiamata Demareteion. Questa valeva dieci dracme ateniesi […].
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.277 – ottobre 2012
Il Silphium, ricercatissima pianta le cui proprietà officinali e gastronomiche erano molto note presso gli antichi, non è stata più ritrovata dai tempi di Nerone e si pensa possa essere scomparsa. Essa viene rappresentata con i suoi fiori ed i suoi frutti in numerosissime monete della Cirenaica, unica località dove pare crescesse spontanea, fonte quindi di grande ricchezza per gli abitanti del luogo. Il succo che se ne estraeva veniva paragonato al valore dell ‘oro e dell’argento e veniva conservato nell’erario statale romano. In questo lavoro è stata fatta anche un’ampia sintesi della storia della Cirenaica e delle altre città più grave; importanti dell’epoca ed in particolare di Kyrene, la cui nascita viene attribuita ad un piccolo nucleo di navigatori greci partiti dall’ isola di Santorini.
Malgrado le numerose vicissitudini storiche attribuite a questa regione, dai Re Battiadi (640-450 a.C), a varie Repubbliche (450-322), ai Tolomei (322-66 a.C) ed ai Romani (dal 66 a.c. in poi), il silphium appariva nel retro di tutte le forme monetarie, mentre al diritto troneggiava quasi sempre il busto di Zeus-Ammone, il dio venerato da quelle parti.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.183/marzo 2004, articolo richiesto da un ns. lettore.