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Sicilia: Mytistraton (334-339 a.C.)

Data: 5 Aprile 2013In: Corpus Nummorum Antiquae Italiae, Monete AnticheNessun commento
Litra, INEDITO coll. Privata, 0,68g; D:Testa femminile a destra con sottile benda, collana e orecchino; bordo con puntini; R:Testa di Atena a destra, con elmo corinzio; a sinistra, spiga di grano

Litra, INEDITO coll. Privata, 0,68g; D:Testa femminile a destra con sottile benda, collana e orecchino; bordo con puntini; R:Testa di Atena a destra, con elmo corinzio; a sinistra, spiga di grano

di Alberto Campana

UBICAZIONE E CENNI STORICI

Mytistraton con ogni probabilità era ubicata nella località Castellaccio, una scoscesa altura nei pressi dell’attuale comune di Marianopoli, di notevole importanza strategica in quanto situata tra la valle del Belice e quella di Salito.

Non ci sono tramandate notizie storiche anteriori alla prima guerra punica, ma i dati numinastici suggeriscono che nel corso del IV secolo a.C. doveva essere una fortezza abitata da mercenari campani, forse mischiati con cittadini originari di Lipari e di Himera.

Nel 261 a.C. i Romani, che avevano iniziato la campagna militare per liberare dai Cartaginesi la costa settentrionale e giungere fino a Panormos, cinsero di assedio la fortezza Mytistraton. Per ben sette mesi tentarono di espugnarla o quanto meno di sorpassarla, ma inutilmente e dovettero desistere, dopo aver perso numerosi soldati.

(altro…)

Sicilia: Eryx (490-ca. 200 a.C.) – Parte I

Data: 2 Aprile 2013In: Corpus Nummorum Antiquae Italiae, Monete AnticheNessun commento
Denario con dettaglio del tempio di Venere

Denario di Considio Noniano, 57 a.C. con dettaglio del tempio di Venere di Eryx.

di Alberto Campana

UBICAZIONE E CENNI STORICI

L’antica Eryx si trovava sul colle ora occupato da Erice (fino al 1934 denominato Monte San Giuliano) che domina con i suoi 751 metri sul livello del mare la pianura costiera sulla quale si è sviluppata Trapani, dalla quale dista 15 hm.

All’inizio fu probabilmente occupata da genti indigene dello stesso orizzonte culturale dei Sicani. Successivamente la comunità sicana dovette arricchirsi di elementi orientali e poi di Greci, forse commercianti provenienti dall’Asia Minore, dando origine agli Elimi, che abitavano anche a Segesta ed a Entella.

Secondo la leggenda greca, l’antico centro elimo sarebbe stato fondato da Eryx, figlio di Afrodite e del re locale Butes. Proprio in onore della madre egli avrebbe fondato il celebre santuario, che sorgeva sull’estrema punta sud-est del colle. All’arrivo di Eracle con i vuoi di Gerione, Eryx lo avrebbe sfidato a una gara di pugilato, restando ucciso nello scontro.

Nel corso del VI secolo a.C. gli Elimini dovettero fronteggiare più volte i Cartaginesi, che miravano a creare nei loro territori una vera e propria eparchia punica. Furono sconfitti tra il 570 e il 550 a.C. dal generale punico Malchus. Intorno al 510 a.C. lo spartano Dorieo fece una spedizione in Sicilia e, sulla base dell’oracolo di Delfi, che aveva affermato che il territorio di Eryx apparteneva agli Eracledi in quanto conquistato da Eracle, vi fondò una colonia, chiamandola Heraclea. Ma la colonia ebbe vita breve e fu distrutta dai Cartaginesi, alleati con i Segestani.

Forse in seguito ai tentativi dei greci di penetrare nell’area elima, già durante le prime fasi dell’occupazione punica fu eretta l’imponente cinta di mura, parte della quale è ancora oggi visibile.

Dal V secolo a.C. fino alla prima guerra punica Eryx e il suo porto di Drepanon (attuale Trapani) come pure l’alleata Segesta, rimasero soggetti al dominio cartaginese, salvo una breve parentesi, nel 398 a.C., quando Eryx fu conquistata da Dionisio I, per essere poi recuperata dai Cartaginesi guidati da Imilcone.

Nel 260 a.C. i Cartaginesi rasero al suolo la città, tranne il tempio, e ne trasferirono gli abitanti a Drepanon, che fu allora fondata come città e divenne una delle loro più importanti basi navali.

Nel 248 a.C. i Romani, con un colpo di mano riuscirono a impadronirsi di Eryx, ma quattro anni dopo Amilcare Barca, provenendo da Panormus, riconquistò la città tranne la cittadella del tempio, che rimase in mano romana. Nonostante gli aspri combattimenti sulla sommità del monte, la situazione rimase immodificata fino alla fine della prima guerra punica. Nel 241 a.C. tutta la Sicilia occidentale, e quindi anche Eryx, fu assegnata ai Romani.

Da allora e per tutto il periodo repubblicano il santuario di Venere Ericina fu uno dei più venerati, anche in base alla comune asserita origine  troiana che avrebbe legato Romani ed Elimi. Il senato romano addirittura impose a 17 città siciliane di versare un’offerta di corono d’oro al santuario e creò una guarda speciale di 200 schiavi armati, chiamati Venerii. Tuttavia, già in età augustea il santuario era assai decaduto, per essere poi parzialmente restaurato sotto Tiberio e Claudio .

Segue: articolo completo in formato PDF, suddiviso in Prima Parte & Seconda Parte, tratto da Panorama Numismatico nr.119/maggio 1998. A seguire le altri parti dell’articolo.

Sicilia: Erbessos (344-336 a.c.)

Data: 31 Gennaio 2013In: Corpus Nummorum Antiquae Italiae, Monete AnticheNessun commento

Litra di Erbessosdi A. Campana

UBICAZIONE E CENNI STORICI

L’antica città di Erbessos (o Herbessos) era situata con ogni probabilità sull’odierna Montagna dì Marzo, che s’innalza nella zona centrale della Sicilia, a circa 10 km a NO da Piazza Armerina ed a circa 11 km a NE da Barrafranca, in provincia di Enna. Il monte è costeggiato ad oriente dal fiume Braemi e sulla sommità si estende un pianoro per circa 15 ettari dove sono stati rinvenuti reperti che risalgono a tempi che vanno dalla preistoria fino alla fine del periodo romano.

La prima notizia storica risale al tempo di Dionisio I. Nel 395 a.C., dopo il ritiro del generale cartaginese Imilcone dalla lotta contro Siracusa e completato l’annientamento degli elementi calcidesi, Dionisio procedette alla sottomissione di tutto il territorio dei Siculi, parte con trattati di alleanza e parte con la forza delle armi. Fra le città sicule attratte in alleanza si annovera Erbessos.

La seconda notizia è tratta da Polibio, in relazione all’assedio di Agrigentum durante la prima guerra punica. Vi è accennato che ad Erbessos gli alleati raccoglievano le vettovaglie e le macchine da guerra e da codesta città prendevano i viveri per trasportarli nei luoghi dove l’esercito combatteva.

L’ultima testimonianza storica infine è di Tito Livio. Nel corso della seconda guerra punica egli registrò una ritirata di truppe romane da Leontinoi ad Erbessos nel corso di una sola notte.

In epoca romana era una città dì scarsa importanza.

Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 116 – Febbraio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.

Sicilia: Entella (440-36 a.c.) – parte II

Data: 19 Gennaio 2013In: Corpus Nummorum Antiquae Italiae, Monete AnticheNessun commento

quadrans Entelladi A. Campana

VI PERIODO: ca. 36 a.c.

Entella coniò monete anche in piena epoca romana. Il figlio secondogenito di Pompeo Magno, Sesto Pompeo, che era incluso nelle liste dei proscritti dopo la costituzione del triumvirato tra Ottaviano, M. Antonio e Lepido (autunno del 43 a.C.), era riuscito ad occupare la Sicilia. Dopo un iniziale accordo con il governatore cesariano dell’Isola, A. Pompeo Bitinico, lo mise a morte, divenendo così il vero signore della Sicilia. Nel contempo avviò un’ intensa attività di pirateria e di blocco delle forniture di grano, causando gravi disagi alla stessa popolazione romana. La difficile situazione dell’annona degenerò in vere e propri e sommosse popolari della plebe romana nel 40 a.C. esasperata dal costante aumento di prezzo delle derrate alimentari. Ottaviano e M. Antonio furono quindi costretti a concludere nella primavera del 39 a.C. a Miseno un accordo con Sesto Pompeo. Dopo una fallita spedizione in Sicilia nel 38 a.C. le truppe dei triumvirati riuscirono a sbarcare in Sicilia nel 37 a.C. In particolare il prefetto di M.Antonio, L. Sempronio Atratino, occupò ufficialmente Lilybaion e risalì lungo la valle del Belice, espugnando anche Entella, mentre le truppe di Ottaviano si concentrarono sul fronte peloritano. Con la definitiva sconfitta di Sesto Pompeo nella battaglia navale a Nauloco (3 settembre 36 a.C.) la Sicilia era rientrata nelle mani dei triumviri.

Segue: articolo completo in formato pdf (10 pagine) da Panorama Numismatico nr. 116 – Febbraio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.

Vedi anche Sicilia: Entella (440-36 a.c.) – parte I

Sicilia: Entella (440-36 a.c.) – parte I

Data: 16 Gennaio 2013In: Corpus Nummorum Antiquae Italiae, Monete AnticheNessun commento

litra di Entelladi A. Campana

UBICAZIONE E CENNI STORICI

Entella era un antico centro elimo, situato sulla sommità della Rocca di Entella, a pochi km dall’attuale comune di Contessa Entellina, una scoscesa cima rocciosa incombente sulla valle del Belice sinistro. Attualmente la località attende ancora una sistematica campagna archeologica.

L’antica tradizione la diceva fondata da Aceste, mitico eroe collegato alla saga di Troia.

Nulla si conosce sulla storia della città fino agli ultimi anni del V secolo a.C.; quando Entella appare collegata agli eventi riguardanti i mercenari Campani.

Questi ultimi sono citati per la prima volta nel 415 a.C., quando circa 800 Campani prestarono servizio presso i Calcidesi di Naxos e di Katane, alleati degli Ateniesi durante la loro disastrosa avventura siciliana. Nel 413 a.C., rimasti senza ingaggio dopo la sconfitta di questi ultimi ad opera dei Siracusani, passarono ai Cartaginesi. Furono impiegati dapprima, nel 410 a.C., come presidio posto a difesa di Segesta dagli attacchi dei Selinuntini e successivamente, nel 409 a.C., per l’assedio di Selinus e di Himera.

Segue: articolo completo in formato PDF (16 pagine) da Panorama Numismatico nr. 115 – Gennaio 1998. Articolo richiesto da un ns. lettore.

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