di Lorenzo Bellesia
Nell’Archivio di Stato di Modena molti anni fa trovai il documento che presento in questo articolo. E’ un trattato, molto breve, sulla coniazione delle monete e sulla fusione dei metalli ma sembra essere stato composto, almeno così sembra, da un appassionato alchimista.
L’alchimia era una dottrina tra la magia e la religione che aveva lo scopo di affinare e mutare i metalli vili in nobili. L’oro era quindi l’elemento da trovare perchè considerato il primo dei corpi elementari.
Le legislazioni cercarono spesso di combattere l’alchimia perchè la sua pratica poteva sconfinare nell’illegalità. Se, infatti, era ben difficile trasformare i metalli vili in oro, era tuttavia possibile, come dimostra ampiamente il trattato che qui si presenta, indorare o falsificare le monete. E’ noto – scriveva Ferdinando Galiani – quanto si siano gli uomini travagliati per imitar l’oro e moltiplicarlo; ed è nella luce del nostro secolo divenuta così ridicola e vilipesa questa misteriosa scienza, che “alchimia” si dice, quanto forse fu in altri tempi venerata e culta. Egli fa anche una considerazione d’ordine morale: tanto poco resiste al tempo ed alla verità un inganno misterioso, che promette utilità sproporzionate agli ordini della natura. Quello però, che a me è paruto sempre strano, è il conoscere che questa scienza di disprezza, non per lo fine ch’ella si propone, il quale anche agli stessi disprezzatori sembra grande ed eccellente, ma perchè si sa non poter ella giungere a conseguirlo.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 206/aprile 2006
di Gianni Graziosi
Lo scaffale numismatico si arricchisce di un nuovo interessante volume: una monografia sulla zecca di Rimini, cittadina sulla costa romagnola nota per la sua attività balneare: il primo stabilimento fu inaugurato, nel 1843, sotto il governo pontificio.
Il lavoro di Bellesia si occupa delle coniazioni che si protrassero nella città dal XIII secolo al XV. La prima moneta di Rimini fu illustrata dallo storico vignolese Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) in De moneta, sive jure condendi nummos. Dissertatio. In seguito si occuparono di questa zecca il numismatico Vincenzo Bellini e il conte Francesco Gaetano Battaglini, quest’ultimo scrisse una memoria storica, sulla città e le monete riminesi, nella quale sono riportati numerosi documenti antichi. Il lavoro, nel 1789, venne pubblicato dal bolognese Guido Antonio Zanetti (1741-1791) il quale aggiunse, a piè di pagina, proprie note ed osservazioni numismatiche; sempre nello stesso anno, nel quinto tomo della sua Nuova raccolta delle monete e zecche d’Italia, ne pubblicò una specie di estratto limitato alle monete (Delle monete riminesi). Successivamente la zecca di Rimini venne trattata in modo organico soltanto con la pubblicazione del X volume del Corpus Nummorum Italicorum (CNI), Emilia Romagna parte seconda, che si occupa di Bologna, Ferrara e di tutte le zecche romagnole.
di Gianni Graziosi
La produzione di Lorenzo Bellesia si arricchisce di una nuova monografia sulle monete dei Gonzaga emesse nelle zecche di Pomponesco e Bozzolo e, per l’ennesima volta, ne scaturisce una seria e approfondita ricerca numismatica. Il lavoro, come chiaramente indicato nel titolo, si occupa delle coniazioni di due piccole zecche dei rami cadetti dei Gonzaga. A Pomponesco l’attività durò un decennio, dal 1583 al 1593, mentre a Bozzolo le coniazioni presumibilmente iniziarono a partire dal 1593 e si protrassero fino al 1670. La maggior parte delle emissioni sono di difficile reperibilità e si possono giudicare rarissime.
La prima ricerca sulle zecche di Pomponesco e Bozzolo venne pubblicata, nel 1782, a Bologna dall’editore Guido Antonio Zanetti, nel volume Delle zecche e monete di tutti i principi di casa Gonzaga che fuori di Mantova signoreggiarono del frate, storico dell’arte, letterato e numismatico, Ireneo Affò (1741-1797). Successivamente altre opere si sono occupate dell’argomento, come il Corpus Nummorum Italicorum (CNI) con il volume IV, sulle zecche minori della Lombardia, pubblicato nel 1913; la monografia, edita a Mantova nel 1967, di Guido Guidetti dedicata alle zecche di Bozzolo, Pomponesco e San Martino dall’Argine; fino ad arrivare alla grande opera in otto volumi, nata per iniziativa della Banca Agricola Mantovana, sulle Monete e medaglie di Mantova e dei Gonzaga dal XII al XIX secolo: il VI volume della serie si occupa anche di queste due piccole officine.
Il numero 300 di Panorama Numismatico verrà distribuito gratuitamente venerdì 21 novembre alla fiera di Verona, Veronafil, presso lo stand di Nomisma. Si tratta di un numero speciale con 72 pagine e un inserto speciale “Dove Comprare”. Di seguito riportiamo il doppio editoriale del fondatore della rivista Franco Grigoli e dell’attuale direttore Lorenzo Bellesia.
Trecento!
Trecento numeri!
Uno dopo l’altro, diritti diritti, dal 1984 ad oggi. Mese dopo mese. Anno dopo anno, la rivista Panorama Numismatico ha raggiunto i trecento numeri.
Chi ci avrebbe scommesso?
E’ appena uscito il nuovo volume di Lorenzo Bellesia: Le monete di Rimini.
Rimini ha avuto una zecca in piena età medievale (dalla metà del Duecento alla metà del Trecento) e successivamente in età Malatestiana agli inizi del Quattrocento.
Il libro ricostruisce la storia delle poche monete battute proponendo nuove ed interessanti attribuzioni rispetto alla scarsa letteratura in materia. In particolare, è stata proposta una nuova datazione della moneta riminese più abbondante e famosa, l’agontano d’argento.
128 pp, 40 euro (per i possessori di Nomisma Card 35 euro), il libro è disponibile sullo shop online di Nomisma.