di Lorenzo Bellesia
LE PIASTRE DI CLEMENTE X CELEBRANTI IL GIUBILEO DEL 1675 SONO TRA LE PIÙ COMUNI DELL’INTERA SERIE PONTIFICIA. NE PRESENTIAMO UN PRIMO TENTATIVO DI STUDIO DEI CONII
Il 23 dicembre 1674, «ultima domenica de l’Avvento, andò sua Santità doppo pranzo, seguito da alcuni cardinali, molti prelati, e altra nobiltà romana dal Quirinale al Vaticano, per fare nel giorno seguente, vigilia del Santo Natale, la memorabile, e sacra cerimonia de l’aprire la Porta Santa.
Lunedì matina a l’alba, 24 di decembre, giorno de la vigilia del Santo Natale 1674 si ritrovarono per ordine di Sua Beatitudine serrate tutte le Porte de le sudette Basiliche… Giunse il Pontefice dentro il portico della medesima Basilica [Vaticana], ove erano alzati molti palchi vagamente ornati, e in particolare quello à l’incontro de la Porta Santa, preparato per la Maestà de la Regina di Svetia; un altro per la Serenissima Duchessa di Modana; e uno per le Prencipesse Nipoti di Nostro Signore…
Scarica l’articolo LE PIASTRE DEL GIUBILEO 1675 in formato PDF, Panorama Numismatico nr.314 di febbraio 2016,
di Lorenzo Bellesia
LA ZECCA DI MESSERANO SI È CONTRADDISTINTA PER LA PRODUZIONE DI MONETE FALSE E CONTRAFFATTE. ECCO UN’ALTRA SUA PROBABILE EMISSIONE.
Nel 1867 Camillo Brambilla pubblicò, tra le altre, una piccola monetina anonima (fig. 1) così descritta:
D/ (dal basso a sinistra) … ALIS · TEGIT – Busto drappeggiato a destra
R/ SI · ROSTRO · FERIT · – Aquila coronata stante di fronte con le ali aperte e la testa rivolta a sinistra
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.313 – Gennaio 2016
Presentiamo qui un quarto racconto dalla raccolta di Lorenzo Bellesia: “Comedies, histories & tragedies – Racconti di numismatica e di varia umanità – III”. Si tratta di una raccolta di racconti su collezionisti, commercianti e numismatici ma non solo, personaggi di tutti i generi per una lettura diversa dal solito. Il volume di 133 pagine é edito da Nomisma ed é disponibile sullo shop online di Nomisma al costo di 20 euro.
Una recensione del libro è disponibile in questa pagina.
GINO, LA MONETA E LA MALA FEMMINA
Quando gli proposero di andare al convegno di Monaco, Gino subito rispose di no. Non aveva mai passato le frontiere italiane col suo banchetto di monete e di andare fino in Germania proprio non ne aveva nessuna voglia. Eppure i colleghi insistevano ammiccando: “Dai che andiamo in quei localini… dai che ci divertiamo…”
Gino aveva sentito spesso parlare di questi passatempi nelle sere che precedevano i convegni all’estero, specialmente in Germania ed in Austria, ma lui era un po’ riluttante, non certo per problemi morali, piuttosto perché era decisamente taccagno.
Negli ultimi tempi i saggi di numismatica stanno vivendo un periodo di relativa abbondanza. Questo fatto, probabilmente, evidenzia un rinnovato interesse per la storia, la cultura, le tradizioni del nostro “bel paese” e tutto ciò è sicuramente un avvenimento particolarmente piacevole. Il nome di Lorenzo Bellesia è indubbiamente noto a chi si occupa, a qualsiasi titolo, di numismatica; l’autore, per l’ennesima volta, ha prodotto un saggio interessante: una seria ed approfondita ricerca numismatica sulle monete coniate nella zecca di Sabbioneta. La città, fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna, che ne fu anche primo duca, venne realizzata nell’arco di circa 35 anni, dal 1556 al 1591, secondo i criteri del migliore Rinascimento e in base ai principi della Città ideale.
Nel numero di marzo scorso [ndr nr.183 – marzo 2004] avevo pubblicato una curiosa matrice per produrre monete false da 20 kreuzer con una colata di una povera lega a base, probabilmente, di stagno. Raccogliendo nuova bibliografia sull’argomento ed altre piccole notizie se ne può dedurre che questo pratico sistema di produzione a fusione fu molto in voga tra la fine del Settecento fino al Novecento infestando la circolazione monetale di tutta la penisola.
La fusione infatti era assai più semplice della coniazione e, bontà del metallo a parte, costava molto meno. L’economista Ferdinando Galiani nel suo Della moneta proponeva, per risparmiare sui costi della zecca, di ritornare all’antico modo della fusione. Qui sarebbe ogni vantaggio. Due punzoni d’acciaio stamperieno il dritto e’l rovescio d’una moneta in due madri, e quasi petrelle di rame, ove due uomini, senz’altra spesa che calo, rinettatura e carvone, ogni gran somma il giorno ne getterieno, tutte eguali di peso e di corpo, e perciò più atte a scoprire o forbicia o falsità. La fusione garantiva quindi bassi costi di produzione ma poteva essere usata anche dai falsari.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.189 – ottobre 2004
Vedi anche Ancora sulle monete false ottenute per fusione (articolo online) tratto da Panorama Numismatico nr. 225/gennaio 2008