Enore Pezzetta nacque a Buja il 28 gennaio 1918. Di talento precoce, riuscì a completare gli studi nel 1941 ottenendo l’abilitazione all’insegnamento delle arti figurative a Venezia.
Dopo aver subito la deportazione in Polonia in un campo di lavoro, nel secondo dopoguerra, iniziò la sua carriera artistica dedicandosi in particolar modo alla scultura ottenendo lusinghieri risultati e ottimi apprezzamenti. Arrivò alla medaglia piuttosto tardi, nel 1976, con una produzione sul tema della rinascita dopo il terremoto che sconvolse il Friuli in quell’anno. Del resto egli non poteva non subire il fascino di questa forma d’arte in quella terra di Buja che ha dato i natali ad altri famosissimi medaglisti, come Pietro Giampaoli, che fu capo incisore della zecca italiana e amico di famiglia Pezzetta.
Aggiornamento 2009-2015
Nel 2009 Bernardino Mirra ha dato alle stampe il volume Bibliografia Numismatica Italiana, una enorme raccolta di tutto, o quasi, ciò che è stato pubblicato sull’argomento in circa un secolo e mezzo. Il libro è diventato subito uno strumento utilissimo e praticamente indispensabile per intraprendere qualsiasi studio. Infatti, anche in questi anni in cui si può trovare di tutto in rete, non si può certo dire che una bibliografia ben fatta sia un semplice elenco di titoli. Prima di tutto, una bibliografia è un aiuto, uno strumento, una guida per formare una solida base di partenza.
È ovvio che un lavoro del genere diventi presto non tanto obsoleto quanto piuttosto incompleto e quindi, meritoriamente, l’autore ha già compilato un aggiornamento che si va ad affiancare all’opera precedente.
The forum hoard of anglo-saxon coins
L’intero fascicolo di questo «Bollettino di Numismatica» è dedicato a un importante ripostiglio scoperto l’8 novembre 1883 nel corso degli scavi dell’Atrium Vestae nel Foro Romano, noto anche come Casa delle Vestali. Il ripostiglio era composto da 830 monete, più alcuni piccoli frammenti, quasi tutti penny d’argento inglesi del tardo IX secolo. Probabilmente la data di occultamento va dal 942 al 946, sotto il pontificato di Marino e il regno di Edmund in Inghilterra.
Il ripostiglio è da considerarsi di grande importanza per la numismatica inglese sia per le dimensioni sia per la composizione ed è ancor più significativo per il fatto che sia stato formato probabilmente nell’Inghilterra meridionale e poi trasportato e nascosto al centro della Roma medievale testimoniando appunto gli intensi rapporti tra i due lontani paesi. È anzi probabile che questo tesoro fosse destinato come offerta per il papato, un vero e proprio donativo da parte del re d’Inghilterra. Del resto è noto che diversi sovrani inglesi si recarono a Roma in pellegrinaggio e per incontrare il papa; proprio a Roma e in Italia, lungo la strada che conduceva alla città eterna, sono state trovate molte altre monete medievali inglesi.
XII. Principato di Monaco (1505-2015)
Domenico Luppino sta pazientemente portando avanti il suo grande (e complesso) progetto di pubblicare le prove, i progetti numismatici e i saggi monetari, insomma tutto quanto tecnicamente precede la moneta destinata alla circolazione. L’autore ha poi voluto inserire in questa analisi anche le monete di grande rarità ritenute forse più vicine alle prove e ai progetti che alle monete effettivamente circolanti. Sono già diversi i lavori pubblicati, in particolare segnaliamo il primo sulle prove e progetti di Casa Savoia che ha sistemato e aggiornato questo settore che sta suscitando sempre più interesse tra i numismatici.
Questo nuovo volume aggiunge un tassello al progetto dell’autore. Si tratta di una monografia dedicata alla monetazione del Principato di Monaco che, come noto, si fa giustamente comprendere nella numismatica italiana poiché i signori del luogo erano i Grimaldi di origine genovese.
IX. Vento napoleonico (1796-1815)
Questo volume, il nono nella serie di dodici firmati da Domenico Luppino che saranno dedicati alla presentazione delle monete di prova e ai progetti dell’area italiana, è stato sicuramente tra i più attesi dai collezionisti e numismatici del nostro paese poiché la monetazione napoleonica è, da una parte, molto seguita e, dall’altra, perché è stata particolarmente ricca di prove e progetti essendo, del resto, una monetazione totalmente innovativa rispetto alla precedente. Una innovazione davvero su tutti i fronti, sia sotto l’aspetto metrologico (si pensi all’introduzione del sistema decimale alla francese) sia sotto quello tecnologico.