di Michelangelo Bonì e Davide Maria Gabriele
IL RITRATTO CONSERVATO AL MUSEO PEPOLI DI TRAPANI E LE ATTIVITÀ DEL SICILIANO REALE ISTITUTO D’INCORAGGIAMENTO DI ARTI E MANIFATTURE.
Recenti e nuove scoperte per completare il mosaico della sua attività medaglistico-incisoria
Ricostruire la vita di un uomo, un artista, un genio non è cosa semplice. Ancor meno quando la vita di quest’uomo è andata obliata, forse dolosamente dimenticata, per quasi due secoli. Ridargli dignità è un atto profondo, una vittoria senza eguali, ancor di più se con quest’uomo condividi i luoghi natii, le strade assolate, le facciate secche delle chiese, il mare che ancora continua a scontrarsi con gli scogli. Rendere omaggio ad un conterraneo è qualcosa di unico, quasi magico, che vi lega per sempre.
Per tal motivo questo lavoro, seppur breve, vuole essere un tributo a un vincolo ormai inscindibile che porta, quasi spasmodicamente, ad una continua ricerca di nuovi tasselli di luce.
Raccolta di impronte di intagli e di cammei del Gabinetto Numismatico e Medagliere delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano
Presso il Gabinetto Numismatico e Medaglie delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano è conservata una importante collezione di calchi tratti da intagli e cammei, antichi e moderni.
In questa collezione sono comprese tre cassette contenenti 197 calchi in zolfo rosso realizzate dal più famoso incisore della seconda metà del Settecento, Giovanni Pichler, un tempo appartenute al principe Alberio XII Barbiano di Belgiojoso d’Este.
Pichler, nato a Napoli nel 1734 e morto a Roma nel 1791, appartenne a una celebre famiglia di incisori e fu prevalentemente attivo nella Roma di fine Settecento producendo, tra le tante opere, gemme alla maniera degli antichi. Così grande era la sua abilità che non di rado le sue produzioni venivano spacciate proprio per antiche.
Il libro illustra con splendide foto a colori i citati calchi in zolfo rosso, tutti di forma più o meno ovale ed inseriti in una cornice dorata. Sono di solito abbastanza piccoli, non andando oltre i 4 cm di altezza, ma è palese la grande maestria tecnica del Pichler.
Due principalmente i soggetti di queste opere: di ispirazione mitologica o comunque antica da una parte e ritratti dall’altra. Ogni opera è presentata con una ampia scheda tecnica e con numerosi riferimenti incrociati alla produzione del Pichler sparsa per altri musei e collezioni private.